Bambini disabili Rende, Ami scrive alle Istituzioni Oltre 200 ragazzi non possono usufruire di alcuna riabilitazione
In qualità di Presidente della sezione Distrettuale di Catanzaro dell’AMI (Associazione Matrimonialisti Italiani), che si occupa anche della tutela dei diritti dei minori e delle fasce deboli, evidenzio che le “Mamme di Gaia“, un sodalizio spontaneo di madri di bimbi affetti da disabilità dell’hinterland cosentino, mi ha informato del fatto che l’U.O. di Neuropsichiatria Infantile di Contrada Lecco di Rende, afferente all’ASP di Cosenza, ha attualmente in carico 260 bambini affetti da un ampio spettro di patologie invalidanti.
Purtroppo, oltre questi 260 bambini già inseriti in un progetto terapeutico-riabilitativo, esiste una lista d’attesa di altri 200 bambini che, a tutt’oggi, non possono usufruire di alcuna riabilitazione. Inoltre, delle terapiste che si occupano dei 260 bambini presi in carica, 13 unità sono precarie e delle due strutturate solo una ha un contratto a tempo indeterminato con formula part-time.
Le “Mamme di Gaia”, nella qualità di genitori dei bambini disabili, mi hanno rappresentato il forte disagio e il timore sopravvenuto dopo che hanno appreso che, a causa della scadenza dei contratti a tempo determinato della maggior parte delle terapiste, si corre il serio pericolo che non siano presi in carico altri bambini disabili della lista d’attesa e che tanti bambini, attualmente in trattamento presso tale struttura, rimarranno senza terapia.
Due terapiste logopediste, che dovevano essere congedate lo scorso 6 febbraio, hanno avuto una proroga di soli giorni 10 dall’ASP di Cosenza, ma già da domani, allo scadere di tale periodo, 27 bambini subiranno molto probabilmente la sospensione forzata del percorso terapeutico logopedico, con gravissime e intuibili ripercussioni negative per i danni che gli si causeranno.
Lo stesso varrà probabilmente anche per la lista d’attesa di 200 bambini con disabilità, che hanno impellenza assoluta di iniziare un percorso riabilitativo ad hoc? Che ne sarà di loro? E degli altri bimbi allo scadere dei contratti delle loro terapiste? Sembra che delle terapiste precarie solo 8 abbiano avuto rinnovato il contratto a tempo determinato sino al 31 dicembre 2018, ma ciò non basta. La terapia non può essere a scadenza: il piano riabilitativo prevede almeno cinque anni di terapia per raggiungere dei buoni risultati. E poi, quanti dei bambini che hanno usufruito di un trattamento riabilitativo rimarrebbero esclusi? Tale prospettata situazione è allarmante, in quanto di fatto priverebbe numerosi minori del loro diritto alla salute e a un’idonea riabilitazione.
È indispensabile che chi di competenza provveda con improcrastinabile urgenza su questi casi, che riguardano i diritti fondamentali alla salute e alla riabilitazione di minori disabili, verso i quali si ha il dovere di agire per far diventare effettivi e concreti i loro sacrosanti diritti: perché si tratta del futuro di tanti bambini, che rappresentano la speranza e il futuro della nostra collettività.
La riabilitazione, soprattutto nei primi otto anni di vita, è un fondamentale processo attraverso il quale ai bambini affetti da disabilità è data la possibilità di raggiungere e mantenere un livello funzionale ottimale sia fisico che sensoriale, intellettuale, neurologico e sociale, fornendo loro gli strumenti per ottimizzare le proprie esistenze attraverso un maggior grado di indipendenza , attraverso una vasta e mirata gamma di attività finalizzate a creare o ristabilire delle funzioni per compensare la perdita o l’assenza di una funzione o una limitazione funzionale.
È un diritto fondamentale, irrinunciabile ed essenziale di questi bambini disabili poter usufruire al più presto possibile durante la loro crescita di idonee cure e di un’adeguata riabilitazione poiché, malgrado la loro diversità fisica e/o mentale, hanno la capacità e il potenziale per affrontare le sfide della vita quotidiana, se adeguatamente integrati e stimolati con idonea e strutturata riabilitazione.
Ugualmente è di assoluta importanza che le terapie riabilitative continuino e non vengano bruscamente interrotte, con gravissime conseguenze per questi bimbi, che vedrebbero regredire in breve i progressi raggiunti, con relativa violazione di loro diritti fondamentali, non permettendo loro di poter sviluppare le loro potenzialità residue per dare il meglio a loro stessi e alla società in cui crescono. Questi minori disabili, come componenti della società futura, rappresentano una risorsa che deve essere potenziata e valorizzata e non messa da parte ed emarginata.
Tutto questo non va permesso. Abbiamo dei doveri etici, prima che giuridici, nei confronti dell’infanzia tutta, ma soprattutto di quella affetta da disabilità.
Disattendere la tutela di tali diritti inviolabili di questi bambini, oltre che violare gravemente norme di rango costituzionale e discriminare i minori in oggetto, rappresenterebbe un fallimento per l’intera società civile.
Proprio per questo, ai sensi della normativa vigente e degli art. 2, 3, 32 e 38 della nostra Costituzione, si chiede di provvedere con estrema urgenza sul caso, atteso che è importante ed essenziale, per una crescita ottimale di questi bambini, poter ottimizzare tutte le loro potenzialità secondo un percorso riabilitativo ad hoc, che deve essere continuato, mentre per quelli in lista di attesa vi deve essere un pronto inizio. Si confida pertanto in un’azione tempestiva e idonea e si rimane in attesa di un sollecito, congruo, fattivo riscontro a tutela dei minori disabili.