Barriere architettoniche, la denuncia di Potere al popolo "Troppe in tutto il territorio della Città Metropolitana"
Come Potere al Popolo di Reggio Calabria, convinti che la salute sia un diritto sempre meno tutelato, abbiamo costituito un gruppo di lavoro che si impegna sui problemi dei diritti socio-sanitari.
Nella nostra città la salute è un diritto negato, nonostante la nostra Costituzione, all’art. 32, reciti: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Nella nostra attività, abbiamo individuato come impegno prioritario il problema della lotta alle Barriere Architettoniche (ostacoli per le persone con disabilità motoria) e sensoriali (ostacoli per persone ipovedenti e cieche).
Come prima iniziativa abbiamo realizzato un censimento dei siti ove insistono questi manufatti che costituiscono impedimento alla libera circolazione delle persone con disabilità, oltre che essere ostacoli anche per chi liberamente vorrebbe spostarsi in città, nelle strade e negli uffici pubblici e negli esercizi privati, come le mamme che accompagnano una carrozzella oppure gli anziani con limitata capacità fisica o le persone incidentate.
Il nostro impegno vuole essere certamente di critica e di denuncia della presenza di “ostacoli” fisici in città ma abbiamo l‘ambizione di svolgere una funzione propositiva: dicendo alle persone con disabilità che hanno strumenti di iniziativa per esigere la messa a norma dei siti che impediscono l’esercizio di diritti fondamentali come quello del libero movimento e dell’accesso agli uffici pubblici ed agli esercizi privati; dicendo agli amministratori pubblici che hanno il dovere di adoperarsi per mettere a norma i Palazzi ed i servizi pubblici e che debbano procedere, oltre che al censimento delle barriere architettoniche e sensoriali, alla realizzazione di un piano programmatico per la messa a norma e per l’eliminazione delle “Barriere” stesse.
La legge mette in capo al Comune l’obbligo dell’iniziativa per la messa a norma degli edifici pubblici, delle strade e degli istituti scolastici che rientrano nell’obbligo scolastico.
Oltreché il Comune ha anche competenze sulle strutture private che svolgono servizio pubblico in termini di concessioni edilizie e di verifica dell’agibilità.
Il Comune di Reggio Calabria ha approvato una delibera di giunta (n° 56 del 4 aprile 2016) dal titolo impegnativo: “LINEE DI INDIRIZZO PER LA PREDISPOSZIONE E LA REALIZZAZIONE DEL PIANO PER L’ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE (P.E.B.A.) DEL COMUNE DI REGGIO DI CALABRIA”.
Nella realtà, purtroppo, non ci risulta che abbia abbattuto molte “Barriere”.
Anzi, strutture come Palazzo San Giorgio, sede del Comune, rimangono totalmente non accessibili alle persone con disabilità motoria come anche la struttura dei Servizi Sociali ubicata al Cedir.
Impera in ogni dove l’idea che l’inerzia rispetto agli obblighi di legge sia senza sanzione. Invece: (dispone il comma 7 dell’articolo 24 della legge 104/1992 (ora art. 82 DPR n° 380/2001) che tutte le opere realizzate negli edifici pubblici e aperti al pubblico (che è concetto più ampio dell’uso pubblico, comprendendo anche attività private, come ristoranti, alberghi, cinema, teatri, etc.) in difformità dalle vigenti disposizioni in materia “di accessibilità e di eliminazione delle barriere architettoniche, nelle quali le difformità siano tali da rendere impossibile l’utilizzazione dell’opera da parte delle persone handicappate, sono dichiarate inabitabili e inagibili”. Aggiunge la norma che “il progettista, il direttore dei lavori e il responsabile tecnico degli accertamenti per l’agibilità o l’abitabilità ed il collaudatore, ciascuno per la propria competenza, sono direttamente responsabili. Essi sono puniti con l’ammenda da lire 10 milioni a lire 50 milioni e con la sospensione dai rispettivi albi professionali per un periodo compreso da uno a sei mesi”.
Gruppo Socio-Sanitario di Potere al Popolo di RC