Basta esportazioni di sabbia dall’Italia verso la Svizzera Lo Sportello dei Diritti plaude all'iniziativa dell’associazione ambientalista varesotta “Amici della Terra” che si è rivolta al Consiglio di Stato in merito ai presunti traffici illeciti di inerti
Un’iniziativa lodevole e alla quale facciamo un plauso. Così Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti” dopo aver appreso l’inizitiva intrapresa dall’associazione
varesotta “Amici della Terra” che si è rivolta al Consiglio di Stato ticinese
per chiedere la sospensione dell’importazione di sabbia dall’Italia. La questione
è stata prospettata per competenza anche alla Regione Lombardia. Tutto sarebbe partito
da un’inchiesta di “Falò”, da cui sarebbe emersa la possibilità di traffici
illeciti di rifiuti tossici sottesi all’accordo tra il Ticino e la Lombardia sul
trasporto di inerti. Nella nota rivolta al Consiglio di Stato del Canton Ticino,
l’associazione di Varese, ha chiesto alla giustizia amministrativa di prendere, sostanzialmente,
tre decisioni: «sospendere l’importazione di sabbia dall’Italia; obbligarsi
a riciclare il 95% degli inerti e usare quelli per le costruzioni; far gestire le
terre da scavo direttamente dal Cantone e non da privati, senza nessuna eccezione».«Ovviamente
– conclude la lettera – in questo modo si regolarizzerebbe tutta la situazione. Realizzare
tutto ciò diventa irto di difficoltà e forse troppi sarebbero gli interessi ad
esso contrari. Noi confidiamo, invece, che il Cantone sia superiore alle possibili
spinte contrarie e voglia tener conto di quanto abbiamo proposto».