Beni reinvestiti, 7 condanne per i clan Arena e Nicoscia Sette anni e otto mesi per Michele Pugliese, ritenuto al vertice del gruppo
CROTONE – Sette condanne, fino a sette anni e otto mesi per l’uomo ritenuto al vertice del gruppo. Ma pene più che dimezzate rispetto alle richieste dell’accusa e l’esclusione dell’aggravante dell’aver agito con finalità mafiosa. E’ finito così in primo grado davanti al tribunale di Bologna, presieduto da Stefano Scati, il processo “Zarina” a Michele Pugliese, alias “La Papera”, ritenuto dalla Dda uomo delle cosche di ‘ndrangheta Arena e Nicoscia di Isola di Capo Rizzuto: era imputato insieme ad altri, tra cui suoi familiari, per reimpiego di denaro di provenienza illecita e intestazione fittizia di beni.
Oltre a Michele Pugliese, i giudici hanno condannato Giuseppe Ranieri a sei anni e dieci mesi, Mirco Pugliese a tre anni e due mesi, Doriana Pugliese a tre anni e quattro mesi, Caterina Tipaldi e tre anni e due mesi, Vittoria Pugliese a un anno e quattro mesi, Carmela Faustini a due anni. Assolta Mery Pugliese.
Nel 2014 c’erano stati 13 arresti nell’ambito di un’inchiesta che aveva messo nel mirino il presunto riciclaggio di beni delle cosche per portare avanti affari in Emilia, attraverso società intestate a prestanome attive nell’autotrasporto e nel movimento terra.
“Zarina” era il nome dato dagli inquirenti a Tipaldi, ex compagna di Michele Pugliese, per l’ascendente che aveva sui complici. L’ipotesi investigativa era che Michele Pugliese, colpito da sequestri nell’ambito dell’indagine “Pandora” di Catanzaro, avesse intestato i beni proprio all’ex (la relazione si interruppe nel 2011) e ad altri, per eludere misure di prevenzione e continuare comunque a gestire attività che fruttano denaro.
I giudici hanno anche disposto la confisca dei beni sequestrati dal Gip e sospeso i domiciliari a Pugliese, assolto da alcuni capi di imputazione. Il Pm Francesco Caleca aveva chiesto per lui 16 anni. A marzo 2015 c’erano state condanne fino a cinque anni e due mesi per i cinque imputati che avevano scelto di essere processati con il rito abbreviato.