Berlino molla Atene
redazione | Il 11, Mag 2012
Duro messaggio del ministro delle finanze tedesco
Berlino molla Atene
Duro messaggio del ministro delle finanze tedesco
(ansa) – La zona euro può sopportare un’uscita della Grecia dalla moneta unica: lo ha detto oggi il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble. In un’intervista al quotidiano regionale tedesco Rheinische Post, Schaeuble ha dichiarato che la zona euro è più solida di due anni fa. “Abbiamo imparato molto da questi ultimi due anni e costruito dei meccanismi di protezione. I pericoli di contaminazione per gli altri Paesi della zona euro si sono indeboliti e l’area euro è nel suo insieme diventata più resistente”, ha spiegato. “La crisi ha dimostrato che quando bisogna agire in fretta, l’Europa può reagire rapidamente. L’idea che non siamo in grado di reagire a breve termine di fronte a un imprevisto è falsa”, ha concluso il ministro.
WESTERWELLE, SENZA RIFORME BASTA SOLDI A GRECIA – Nuovi aiuti alla Grecia solo se rispetterà gli impegni presi. Lo ha detto il ministro degli esteri tedesco Guido Westervelle nel suo intervento al Bundestag. “Noi intendiamo mantenere le nostre promesse di aiuto. Ma questo significa che la Grecia deve varare le riforme che abbiamo concordato”.
BARROSO, VIA SE NON RISPETTA IMPEGNI – “Se un membro del club non rispetta le regole, è meglio che se ne vada dal club”. Lo ha detto il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso, riferendosi alla Grecia, in una intervista a Sky Tg24.
“Ho molto rispetto per la democrazia greca e il parlamento greco. Ma devo anche rispettare gli altri 16 parlamenti nazionali che hanno approvato il programma per la Grecia”, ha spiegato Barroso, sottolineando che “tutti devono rispettare gli accordi”. Ma se questi “non sono rispettati”, ha concluso, “vuol dire che non esistono più le condizioni per continuare” a far parte dell’eurozona.
STAMPA, TIMORE URNE E PRESSING UE FAVORISCE ACCORDI – Il timore dei risultati di nuove elezioni e le forti pressioni da parte dei partner europei potrebbero produrre un risultato positivo durante la riunione dei leader dei partiti sotto la presidenza del capo dello Stato Karolos Papoulias che potrebbe svolgersi fra domenica 13 e lunedì 14. E’ quanto riferiscono oggi in prima quasi tutti i giornali ateniesi ricordando che stamani il leader del Pasok, Evanghelos Venizelos, riprenderà le consultazioni per la formazione di un nuovo governo incontrando prima il leader di Nea Dimocratia, Antonis Samaras, e quindi Alexis Tsipras di Syriza. Le preoccupazioni per un eventuale nuovo ricorso alle urne si basano sui risultati dei primi sondaggi di opinione condotti in Grecia a quattro giorni dalle consultazioni secondo cui, in caso di nuove elezioni, la Coalizione delle Sinistre radicali (Syriza) avrebbe il maggior numero di voti (23,8%) scavalcando di 6,4 punti percentuali Nea Democratia che passerebbe al secondo posto con il 17,4% delle preferenze. Seguirebbero il Pasok al terzo posto con il 10,8%, Greci Indipendenti (Anexartiti Ellines) al quarto posto con l’8,7%, seguito dal Partito Comunista di Grecia (Kke) con il 6%, Alba Dorata (Chrisi Avghì) con il 4,9% e infine Sinistra Democratica con il 4,2%. La proposta, ieri, del leader di Sinistra Democratica Fotis Kouvelis, per la formazione di un nuovo esecutivo “ecumenico” di cui farebbero parte tutti i partiti, potrebbe essere un buon punto di partenza. A prescindere dalla formula della proposta, l’obiettivo principale è quello di formare un governo di coalizione fra Nea Dimocratia, Pasok e Sinistra Democratica, che disporrebbe di una maggioranza di 168 parlamentari e che potrebbe durare fino alle elezioni europee del 2014. Da un tale esecutivo sarebbero naturalmente esclusi il filo-nazista Chisi Avghì, il partito comunista e i Greci Indipendenti (nazionalista) in quanto non interessati a partecipare ad un governo che avrebbe come obiettivo la revisione e non l’abolizione completa del Memorandum. Per quanto riguarda Syriza, gli analisti politici sostengono che molto difficilmente parteciperebbe a un governo “ecumenico”, specialmente dopo i risultati degli ultimi sondaggi.
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