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TAURIANOVA (RC), VENERDì 27 DICEMBRE 2024

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Berlusconi: ‘Nessuno mi può ricattare, troppo potere alle toghe’

Berlusconi: ‘Nessuno mi può ricattare, troppo potere alle toghe’

| Il 10, Set 2011

‘Governo tecnico? Rido, abbiamo fatto un miracolo. Letta al Quirinale, Alfano premier’

Berlusconi: ‘Nessuno mi può ricattare, troppo potere alle toghe’

‘Governo tecnico? Rido, abbiamo fatto un miracolo. Letta al Quirinale, Alfano premier’

 

(ANSA) ROMA – Presidente si sente ricattato? “Non c’è nessuno al mondo che mi possa ricattare”. Così Silvio Berlusconi risponde poco prima di lasciare Atreju, la festa dei giovani del Pdl.

“No, perché? “. Così il premier Silvio Berlusconi, arrivando alla festa Atreju, risponde ai giornalisti che gli chiedono se teme l’ultima inchiesta aperta dalle procure di Bari e Napoli su presunti ricatti nei suoi confronti da parte di Giampaolo Tarantini e Valter Lavitola.

SENSO IMPOTENZA DRAMMATICO, NON HO POTERI –  “E’ difficilissimo” governare e “trovarsi a fare i conti con tutte le difficoltà” ereditate dal passato, “in un sistema che non dà alcun potere” al presidente del Consiglio e al governo. “Ho sentito in questi anni un senso di impotenza drammatico”. Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo intervento ad Atreju alla festa dei giovani del Pdl.

GOVERNO TECNICO? MI VIENE DA RIDERE – “Quando si sente dire che ci vuole un governo tecnico a noi nel governo viene da ridere, perché se anche arrivasse il miglior tecnico del mondo non avrebbe nemmeno l’autorevolezza personale per imporsi agli altri ministri. E poi non vedo tanti tecnici che possano mettere in campo anche l’autorevolezza politica necessaria”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo intervento ad Atreju alla festa dei giovani del Pdl.

MAI INCHINATO A GHEDDAFI, LUI ERA AMATO DA SUO POPOLO – “L’opposizione mi ha attaccato dicendo che in occasione della festa dell’amicizia con la Libia ci eravamo inchinati a Gheddafi: non è mai successo. Io baciavo la mano a Gheddafi non come atto di sottomissione, ma di educazione” e come gesto di rispetto per le usanze libiche. Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla festa dei giovani del Pdl. Il premier ha ricordato i rapporti stretti con la Libia di Gheddafi. “La prima volta mi trovai in una situazione drammatica di ostilità assoluta e totale nei nostri confronti”, ha raccontato. Poi “misi in campo la mia capacità di relazione con Gheddafi e misi fine a questa situazione. Chiesi perdono – ha aggiunto – e questo mi ha portato la simpatia non solo libica, ma anche di molti leader di stati africani. Così potemmo consolidare la nostra presenza in Libia, importante per le forniture di gas e olio”. Quanto all’azione dei ribelli libici, Berlusconi ha spiegato che “non c’é stato un sommovimento popolare” come in altri paesi nordafricani e in Libano, “dove un vento di libertà inizia a soffiare”. Al contrario, a Tripoli “uomini di potere hanno deciso di dare vita a un’altra era facendo fuori Gheddafi”. Ma “non c’é stato un sommovimento popolare perché Gheddafi era amato dal suo popolo, come ho potuto vedere quando sono stato in Libia”

C’E’ COESIONE, AVANTI 18 MESI PER RIFORME  – “Arriverò certamente alla fine della legislatura, attraverso la mia autorevolezza personale che mi permette di tenere insieme la squadra anche attraverso la mia autorevolezza politica” di leader del Pdl. Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel suo intervento ad Atreju alla festa dei giovani del Pdl.

Wagneriana Cavalcata delle Valchirie, applausi e bandiere che sventolano per l’arrivo di Silvio Berlusconi alla 13/ma festa dei giovani del Pdl, dove la platea non è stracolma come negli anni passati. Un piccolo inciampo del premier nel salire sul palco, dove il Cavaliere arriva planando tra le braccia del ministro Giorgia Meloni. Poi è lo stesso Berlusconi a dire “vedo ancora dei posti vuoti lassù in alto”, indicando i giovani a prendere posto prima dell’inizio della kermesse.