Berna (Ance) sugli Stati generali dell’edilizia “Proposta condivisa, adesso e’ tempo di concretezza”
“I dati della Cassa edile di Reggio Calabria purtroppo non hanno bisogno di commenti. Dimostrano da soli la gravità della situazione. Una situazione di fronte alla quale occorre passare urgentemente dalle parole ai fatti, perché non è più tempo di annunci ma di concretezza. Le idee valide devono trasformarsi in progetti e i progetti in cantieri. È per questo che sostengo in pieno la proposta degli ‘Stati generali dell’edilizia’ avanzata dal presidente della Territoriale di Reggio Calabria, Francesco Siclari”. Lo afferma il presidente di Ance Calabria, Francesco Berna, che prosegue: “La crisi dell’edilizia, in una provincia dove questo settore è stato uno dei più importanti in assoluto, è sotto gli occhi di tutti. La riduzione del 65% della spesa per pagare i lavoratori, il crollo del numero di addetti che oggi è un quinto di quello di dieci anni fa, la pesante contrazione delle committenze pubbliche e dunque dei cantieri aperti, sono la rappresentazione fedele di una realtà drammatica che viviamo e denunciamo da tempo. Questa situazione – prosegue Berna – è ascrivibile a una serie di concause che si sono susseguite nel tempo, che hanno origini a volte lontanissime (basti pensare alle vicende del Decreto Reggio) e che, almeno in parte, vanno ricondotte alla crisi del settore partita nel 2007-2008. Tuttavia, non possiamo non notare come il resto del Paese stia uscendo, e in alcuni casi è ampiamente uscito, dalla congiuntura negativa. Le altre regioni, per non parlare degli altri Stati europei e delle economie emergenti, stanno facendo passi da gigante. In Calabria e nel reggino, invece, siamo ancora al palo. E questo è paradossale per almeno due ragioni”.
Berna spiega: “La prima motivazione è che ci sono ingentissime risorse da investire per le infrastrutture sul territorio, provenienti dai Patti per il Sud sottoscritti appena pochi mesi fa dal precedente Governo, dai presidenti delle Regioni e dai sindaci metropolitani. Solo a Reggio sono state destinate risorse per 205 milioni di euro. Se non si tratta di un bluff, e per il momento non abbiamo ragione di crederlo tale, abbiamo di fronte un ‘tesoro’ che deve servire per migliorare la città metropolitana e per dare ossigeno alle tante imprese oneste dell’edilizia. La seconda ragione che rende inaccettabile il permanere della crisi – dice ancora il presidente dei costruttori calabresi – è la fame di infrastrutture del territorio. Reggio Calabria è una città metropolitana atipica, riconosciuta sulla carta per il suo ruolo strategico, ma lontana anni luce dai modelli di efficienza delle grandi metropoli europee. C’è una domanda di opere pubbliche che va soddisfatta perché nel volgere di qualche anno, se non vorremo restare relegati alla nostra attuale condizione di arretratezza, dovremo rimboccarci le maniche e metterci al lavoro per colmare il pesante gap che ci separa dalle realtà più evolute del mondo”.
Questo scenario, sostiene il presidente del collegio regionale dei costruttori, è identico in tutta la Calabria: “Le risorse da investire sono tantissime. Basti pensare alla messa in sicurezza e prevenzione antisismica, agli interventi per la mitigazione del dissesto idrogeologico, all’edilizia scolastica, alla spesa per le infrastrutture o per la realizzazione dei nuovi ospedali, solo per fare degli esempi. Le risorse previste dal patto per la Calabria e dalla programmazione comunitaria sono ingentissime. Ma adesso, individuati gli stanziamenti, bisogna accelerare sulle fasi di progettazione, affidamento ed esecuzione dei lavori. Negli anni il gap tra la Calabria e le altre regioni d’Italia è aumentato. Occorre immediatamente intervenire per evitare che la distanza diventi insanabile”.
In questo quadro, argomenta Berna, “ci rendiamo conto che spesso la burocrazia non ha la capacità organizzativa, la competenza e la rapidità necessarie per trasformare in atti la volontà espressa dalla politica. Gli ‘Stati generali dell’edilizia’ proposti da Ance Reggio Calabria possono essere una grande opportunità per far sedere attorno a un tavolo operativo e non ‘filosofico’ tutti gli attori del settore: la pubblica amministrazione, la politica, il mondo delle imprese, i sindacati, gli ordini professionali, le forze dell’ordine. Siamo in piena emergenza ed è necessario che tutte le questioni vengano sviscerate e poste sul tappeto per arrivare unitariamente e nel più breve tempo possibile alle soluzioni per rilanciare l’edilizia. Occorre uscire dall’impasse e, per far ciò, serve che tutti diano il loro contributo. Noi siamo pronti a dare il nostro perché – conclude Francesco Berna – le nostre imprese, i nostri professionisti, i nostri operai hanno bisogno di lavorare come ogni persona ha bisogno dell’ossigeno per respirare. Sarebbe una beffa se l’economia di questa città venisse colta dall’apnea proprio nel momento in cui intravede una possibilità di salvezza”.