Dopo le polemiche, il segretario del Pd invita alla responsabilità
Bersani riunisce la sua area. Iervolino: benissimo rinvio assemblea
Dopo le polemiche, il segretario del Pd invita alla responsabilità
NAPOLI – “Ho deciso il commissariamento della Federazione del partito di Napoli e, nel rispetto delle procedure previste, ho chiesto all’onorevole Andrea Orlando, responsabile Giustizia e legalità del PD, di svolgere questa funzione fino alle elezioni amministrative”. Lo scrive in una nota il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. “Lo svolgimento delle primarie a Napoli e la difficile situazione politica che si è determinata – si legge nella nota di Bersani – richiedono un elemento di novità di cui anche il Partito democratico deve farsi carico. Nel momento in cui ho chiesto a tutti i candidati alle primarie un atto di generosità, ritengo necessario che questa nuova fase si apra con un elemento di novità nella direzione politica del Partito a Napoli”. “Per questa ragione – conclude – ho deciso il commissariamento della Federazione del partito di Napoli”. BERSANI, CHIEDO CANDIDATURA COMUNE – “E’ tempo di un gesto di responsabilità che corrisponda alla volontà dei cittadini napoletani, espressa in un modo straordinario, di una riscossa che non consegni alla destra di Berlusconi e Cosentino il capoluogo del Mezzogiorno, una città di eccezionale tradizione democratica come Napoli”. Lo afferma in una dichiarazione Perluigi Bersani. “Per questo chiedo ai candidati alle primarie – aggiunge il leader del Pd – un atto di impegno, di generosità e di collaborazione che favorisca la ricerca comune di una candidatura che possa rappresentare al meglio le energie civili e democratiche della città e che possa unire tutti in una battaglia vincente”. “Prendendo atto delle disponibilità già pubblicamente espresse, mi auguro – soppolinea poi Bersani – che tutti vogliano partecipare all’apertura di un percorso nuovo. Napoli è città fondamentale per la riscossa del Mezzogiorno e del Paese. Io stesso e tutto il gruppo dirigente nazionale del Partito Democratico, eserciteremo il nostro impegno perché alla grande partecipazione del 23 gennaio corrisponda la capacità di aprire tutti assieme, società civile e politica, una pagina nuova”. COZZOLINO, IO PRIMA VITTIMA – “La volontà degli oltre 44 mila cittadini che hanno dato vita alle primarie deve essere tutelata, rispettata e difesa da ogni tentativo di condizionamento. Di quei tentativi sono chiaramente la prima vittima, in quanto vincitore delle primarie, e mi sarei aspettato che il segretario provinciale del mio partito intervenisse a tutela della mia persona e della proposta politica in cui si sono riconosciuti migliaia di napoletani onesti, di tutti i quartieri della città”. Lo dice Andrea Cozzolino, vincitore delle primarie del centrosinistra a Napoli, al centro di accese polemiche e contestazioni. “Purtroppo non è stato così. Anzi – aggiunge ancora Cozzolino – mentre era in corso il lavoro degli organismi di garanzia, il segretario ha rilasciato dichiarazioni irresponsabili, strumentalizzando singoli episodi che andavano chiariti, circoscritti e repressi”. “Tremante è arrivato ad infangare la mobilitazione della città pur di evitare la sconfitta del suo candidato. Il minimo che possa accadere a tutela della dignità del centrosinistra e della città è che il segretario faccia un gesto di responsabilità riconoscendo la sua inadeguatezza. Va ora seguita la strada indicata in queste ore con saggezza da persone lucide e moderate come il senatore Marco Follini o il vice sindaco di Napoli Tino Santangelo, e da tanti altri sostenitori degli altri candidati, dando seguito al lavoro di verifica e alla proclamazione di una vittoria pienamente legittima e fortemente voluta dalla Napoli che non si arrende all’illegalità e neanche agli apparati”, conclude Cozzolino. BERSANI RIUNISCE SUA AREA, MA SENZA LETTA E BINDI – Seconda riunione per l’area Bersani, ma con una durata di una mezzoretta per una concomitante riunione sul Federalismo dei gruppi parlamentari di Senato e Camera: l’incontro si è però caratterizzato per il fatto che non abbiano partecipato i dirigenti dell’area che fa riferimento a Enrico Letta e di quelli vicini a Rosy Bindi. E c’é da segnalare un certo “disagio”, specie tra i ‘lettiani’, per come Stefano Fassina ha commentato ieri le proposte fatte dai Modem al Lingotto. La riunione dei bersaniani è stata prima rinviata per il voto in aula sulla mozione contro il ministro Bondi, e poi è stata di fatto aggiornata visto il concomitante incontro sul Federalismo. Nella mezzora i cui i parlamentari si sono visti è stata spiegata la ragione del rinvio dell’Assemblea nazionale di Napoli, e si è anche fatto il punto sulla situazione nel capoluogo partenopeo e sulle primarie in generale. Non un ragionamento compiuto, né decisioni, ma un breve scambio di idee di una mezz’ora. Sulle primarie diversi intervenuti hanno sottolineato la necessità di rivedere alcuni meccanismi se le si vuol salvare. C’é chi ha proposto che per partecipare ci si debba prima iscrivere ad un albo degli elettori, come negli Usa, e chi ha sottolineato la necessità di avere un meccanismo in cui il vincitore sia tale se ha una maggioranza davvero ampia, non come a Napoli dove i primi due hanno avuto il 35% e il 34%. Al di là di questo si è detto che l’area si strutturerà e assumerà, probabilmente, il nome “Per l’Italia” perché, ha detto Bersani, sia un partito che un area politico culturale hanno ragion d’essere se pensano al Paese e non a se stessi. Dell’area non fanno però parte i parlamentari vicini a Bindi e Letta, non presenti all’incontro. E proprio tra i deputati e i senatori più vicini al vicesegretario è emerso ieri il disappunto per la stroncatura fatta dal bersaniano Stefano Fassina alle proposte di Veltroni al Lingotto. Non perché l’oggetto delle critiche ma per il loro contenuto e per l’attacco fatto da Fassina “alla cultura liberaldemocratica” accusata di essere “subalterna” a Marchionne. Non per nulla oggi il responsabile economia del Pd ha partecipato alla manifestazione della Fiom a Bologna. “Qui nessuno condivide l’impostazione di Fassina – ha commentato un lettiano che chiede di non essere citato – se continuiamo così finiremo per inseguire non solo la Fiom ma anche i Cobas”. Il segretario Pier Luigi Bersani ha rinviato l’assemblea, prevista per il fine settimana, e convocato per oggi a Roma un vertice con i segretari locali della coalizione per uscire dalla guerra che si è aperta dopo la vittoria contestata del bassoliniano Andrea Cozzolino. Al di là del parere dei garanti sui brogli, la soluzione è politica e a Roma prende piede, anche dopo l’appello di Roberto Saviano, l’ipotesi di annullare le consultazioni e puntare sul magistrato Raffaele Cantone, già sondato senza successo in passato ma che ora potrebbe riconsiderare la candidatura. A Napoli Bersani aveva convocato l’assemblea per annunciare il programma del Pd in base al quale consultare forze sociali e opposizioni per rilanciare la necessità di un governo costituente come unico antidoto per superare il berlusconismo.