Bevacqua: “Coinvolgere Gentiloni sulla sorte della 106” "Non possiamo attendere oltre che l'arteria finalizzata a collegare i territori dello Ionio calabrese raggiunga gli imprescindibili standard di sicurezza e sia capace finalmente di fungere da traino per la crescita e lo sviluppo economico e turistico"
La notizia del definanziamento del terzo megalotto della SS. 106, seguìto alla deliberazione
della Corte dei Conti, richiede da parte delle istituzioni calabresi una presa di
posizione chiara e netta. Ricordiamo bene come il CIPE avesse approvato il 10 agosto
scorso una parte (per 276 milioni di euro) del progetto definitivo del macrolotto,
impegnandosi nel comunicato ufficiale, ad approvare anche la restante tranche (842
milioni) «in tempi brevi». Questa seconda approvazione non è mai arrivata e, adesso,
anche sulla prima tutto si è fermato: la Corte dei Conti ha sollevato rilievi così
pesanti che il ministero delle Infrastrutture ha ritenuto inevitabile ritirare la
delibera che assegnava le risorse, ritornando indietro in un esasperante gioco dell’oca.
Pur condividendo la richiesta avanzata al ministro Del Rio dal presidente della giunta
regionale per la costituzione immediata di un tavolo tecnico, credo sia necessario
coinvolgere anche il Presidente del Consiglio Gentiloni, in quanto espressione della
compagine governativa. Non possiamo attendere oltre che l’arteria finalizzata a collegare
i territori dello Ionio calabrese raggiunga gli imprescindibili standard di sicurezza
e sia capace finalmente di fungere da traino per la crescita e lo sviluppo economico
e turistico. Prima ancora che da uomo delle istituzioni, lo dico da cittadino: se
vogliamo agire per un presente diverso e un futuro migliore, questa giusta battaglia
deve diventare l’assillo costante di un’intera regione. Sono certo che attraverso
la sacrosanta testardaggine del presidente Oliverio e dei sindaci interessati, unitamente
alla riconosciuta sensibilità del presidente Gentiloni, riusciremo ad affrontare
in maniera efficace la problematica sorta, giungendo in tempi celeri a riapprovare
un testo esente da vizi e idoneo a esplicare in tempi certi i suoi effetti.
Domenico Bevacqua