Bevacqua: “Successo primarie Pd in Calabria” "Abbiamo dimostrato di essere l’unica compagine politica in Italia capace e desiderosa di discutere liberamente"
Due milioni di cittadini recatisi al voto, il 70 % ha scelto Renzi come segretario del PD: i dati sono chiari e incontrovertibili. Se qualcuno sperava di registrare la morte del Partito Democratico, si è sbagliato di grosso: abbiamo dimostrato di essere l’unica compagine politica in Italia capace e desiderosa di discutere liberamente, in maniera fortemente partecipativa, e di decidere. Nessuno dimentica ciò che è accaduto il 4 dicembre, nessuno ha intenzione di archiviare sotto gli allori della vittoria le innumerevoli difficoltà che attraversa il Paese ma, con questa prova di democrazia, vogliamo ribadire che, a dispetto di chi specula sulle paure e sugli egoismi, noi vogliamo lavorare per un’altra Italia: inclusiva, responsabile, conscia delle proprie potenzialità, capace di contribuire a mutare le sorti di un’Europa che, così com’è, non funziona. Siamo un partito vivo e forte, con un segretario forte di un consenso liberamente ottenuto: ma, la nostra vera forza, sono e devono essere i cittadini, i territori, le comunità, tutti coloro che non si arrendono alla chiusura della disperazione; compresi quanti, e sono tanti, che, pur senza acquisire una tessera di partito, si riconoscono in un progetto realmente riformista e vogliono offrire il proprio contributo. In questo senso, Zonadem ha anticipato i tempi, intercettando quella domanda di politica che non si riconosce nell’adesione strettamente partitica, elaborando e perseguendo democraticamente le idee più innovative e meglio rispondenti alle necessità emergenti dalla cittadinanza attiva, radicandosi nell’ascolto e nella presenza sui territori. Abbiamo così dimostrato che è concretamente possibile quella “grande coalizione con i cittadini” di cui ha parlato ieri sera Renzi e che, forse, in Calabria più che altrove, appare assolutamente necessaria, davanti a un panorama regionale del partito che presenta ancora una classe dirigente troppo autoreferenziale, ingessata e incapace di andare al di là delle logiche correntizie e dei capi corrente di turno. Stesso discorso vale per il governo regionale: se non lavoriamo per risolvere le quotidiane afflizioni dei nostri conterranei, se non trasformiamo la grande opera normativa di programmazione intrapresa in soluzioni immediatamente percepibili, saremo rimasti a metà del guado. Il presidente Oliverio è chiamato a imprimere una svolta che, sinora, non si è avvertita e, rispetto alla quale, ogni giorno che passa è un giorno di colpevole ritardo. Più coraggio, maggiore cognizione delle urgenze indifferibili, meno assuefazione a un andazzo ordinario che pare immobilizzare il tempo e la storia. Oggi, Primo Maggio, la Calabria non chiede favori, non lesina mance ed elemosine: i calabresi vogliono lavoro, pretendono lavoro, in una Repubblica che sul lavoro è fondata. Crescita, occupazione e Mezzogiorno sono le priorità del Paese: il segretario del partito che ieri abbiamo eletto deve fare di questi tre temi la bussola costante della sua azione.