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Bimbo morto in Sicilia, si indaga per omicidio

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(ANSA) E’ stata la seconda notte di indagini per polizia e carabinieri sulla morte del bambino di otto anni, il cuo corpo è stato trovato due giorni fa a Santa Croce di Camerina dopo non essere entrato a scuola. Gli investigatori non escludono nessuna pista, neppure quella dell’orco, ma al momento, confermano fonti operative, non ci sono riscontri ufficiali su quest’ultima tesi, né su quella che il ragazzo sia deceduto in un altro posto e poi trasferito nel canalone del Mulino Vecchio. Intanto davanti alla scuola frequentata dal piccolo Loris, capannelli di bambini parlano tra loro: “La tv ha detto…”, “sul web ho letto che…”. I genitori accompagnano i ragazzi per mano con lo sguardo fino al loro arrivo al cancello d’ingresso. Altri ragazzi prima di entrare comprano panini e brioche da un chiosco dalla vicina piazza. Tra di loro dubbi e paure: “Ma cosa è successo, ma chi è stato?”, sono le domande più frequenti. I genitori dei ragazzi sono restii a parlare anche perché prende corpo l’ipotesi dell’Orco: “Come ci si può difendere da una cosa del genere – dice una mamma – io ho due figli e ho paura. Speriamo che chiunque sia stato gli investigatori lo prendano presto perché abbiamo paura”.

LA GIORNATA DI IERI

Omicidio volontario. La Procura di Ragusa rompe gli indugi e indica la strada privilegiata nell’inchiesta sulla morte di Loris Stival, il bambino di 8 anni trovato senza vita in un canalone in cemento che scorre accanto al Mulino Vecchio di Santa Croce Camerina. Mettono dei ‘paletti’ il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota, sottolineando però che “il fascicolo è aperto a scopo cautelare e senza indagati”, ma segna la via seguita nelle indagini.

A sciogliere gli ultimi dubbi sarà l’autopsia, eseguita dal Giuseppe Iuvara. Il dato finale non è arrivato perché il medico legale non ha ancora concluso l’esame, cominciato ieri e che proseguirà oggi. Una inchiesta senza indagati, ripete la procura, anche se in la polizia ha sequestrato l’auto di Orazio Fidone, il cacciatore che ieri ha trovato il corpo. Un sequestro dovuto al fatto, dicono fonti investigative, “che l’auto del cacciatore era in zona e tutta l’area del ritrovamento è sotto sequestro”. Lo stesso Fidone, rispondendo al telefono all’ANSA, spiega in serata di trovarsi in questura, a Ragusa, “per collaborare alle indagini. Per questo ho messo la mia auto a disposizione degli investigatori. La mia intenzione è di chiarire tutto nel più breve tempo possibile”. E aggiunge: “ho cercato il bambino in quel posto perché pensavo che era una zona dove nessuno sarebbe andato. La mia disponibilità a collaborare è massima”. La figlia dell’uomo è infastidita dai cronisti che lo cercano a casa: “lasciateci in pace, non rilasciamo dichiarazioni. Mio padre non è in casa, è andato in questura solo per completare una sua dichiarazione”. E dalla questura l’uomo è uscito poco prima delle 23 per tornare a casa, dopo essere stato sentito per quattro ore come persona informata sui fatti: “Sono sereno, ho chiarito tutto e non sono indagato”, ha dichiarato. In paese, tra sgomento e paura, si cerca l’eventuale ‘colpevole’. “Speriamo lo trovino in fretta”, auspica un giovane in piazza, commentando con i coetanei le indiscrezioni. E tra le indiscrezioni circola anche quella che il padre del piccolo Loris abbia detto di sapere chi ha ucciso suo figlio e di volerlo ammazzare. Voci smentite categoricamente da polizia e carabinieri: “E’ assolutamente falso, non ha mai parlato dell’omicidio di suo figlio né ha mai detto di sapere chi è stato e di volerlo uccidere. Domani forse sarà tutto più chiaro”. Gli investigatori si muovono con cautela. Hanno ricostruito la giornata di tutte le persone vicine alla vittima. Dalla madre, 25 anni, ancora sotto choc, che lo ha lasciato a scuola, come dimostra anche un video di una telecamera di sicurezza di un panificio. Dopo averlo accompagnato accanto alla Falcone-Borsellino, dove frequenta la terza elementare, ha portato all’asilo l’altro figlio di 4 anni.

Il padre, 29 anni, autotrasportatore, era vicino a Roma. La famiglia lo amava, è fuori da ogni indagine. Ma, spiega la polizia, “guardiamo tutto per non lasciare niente di intentato”. La squadra mobile della Questura e i carabinieri sequestrano i video di negozi, scuola e banche, per cercare di vedere se in qualche immagine si veda Loris. L’unica testimonianza in questo senso, ancora non confermata, è quella di una donna amica di famiglia che lo avrebbe visto alle 9 in paese, senza zaino. Un ‘ovetto’ colore blu, con la scritta Toy Story e le cinghie gialle che non si trova. Un altro tassello che ancora manca al quadro generale. Come il percorso fatto per arrivare fino al luogo in cui il corpo è stato trovato: un canalone in cemento che parte dalla Fonte Paradiso che è in paese. Ma è un percorso impervio, che – si dice – non avrebbe potuto percorrere da solo. Il decesso sarebbe avvenuto nella tarda mattinata: il rigor mortis registrato dai medici del 118 attestava il ‘fine vita’ da diverse ore. E a procurare la morte potrebbe essere stato un ‘volo’ di circa tre metri. Tutto sembra ricondurre al canalone e alla tarda mattinata. A questo riguardo l’autopsia, oltre a confermare l’ecchimosi sulla fronte già risultata ieri, e sulla cui natura non ci sono al momento certezze, avrebbe evidenziato alcuni graffi: non si sa, però, se procurati da qualcuno o dovuti alla caduta. Informata del segno sul volto, la madre di Loris avrebbe esclamato: “Chi ci ficiru o picciriddu” (che gli hanno fatto al bambino). Aggiungendo: “fatemi vedere mio figlio, voglio vederlo al più presto”. Che il bambino possa essere arrivato al Mulino Vecchio da solo lo escludono tutti. “Era diffidente – ricostruisce la sorella nella nonna paterna – non si fidava degli estranei, non parlava con chi non conosceva perché era molto introverso ma anche molto ma molto intelligente”. Accanto al luogo del ritrovamento ai cronisti la donna rivela i suoi “tanti, tanti dubbi”. “Un bimbo di otto anni non può fare – spiega – tutta questa strada da solo”. E se non avesse accettato un passaggio da uno sconosciuto il pensiero va ad una persona frequentata: “Il dubbio c’è – afferma – è normale, non ne abbiamo la certezza ma il dubbio c’è. E c’è anche la speranza che presto la magistratura, polizia e carabinieri risolvano il caso”. La famiglia non parla. Chiusa nel suo dolore. La madre ha trascorso la notte dopo il ritrovamento nell’obitorio dell’ospedale di Ragusa piangendo e urlando. In lacrime è arrivata e andata via, sorretta da suo marito, dal luogo dove su figlio è stato trovato morto. Il governatore Rosario Crocetta si dice “sgomento per il dolore”. Un vicino di casa, Cristian, 18 anni, che lo conosceva dalla nascita dà voce alla paura che gira nel paese: “ci potrebbe essere un orco…”. Una tesi che il sindaco non segue: “E’ il momento del dolore e non delle ipotesi, il paese si stringe vicino alla famiglia”, dice Franca Iurato, che annuncia il lutto cittadino il giorno dei funerali. Intanto il paese scende in piazza con una fiaccolata e una veglia di preghiera.