Bimbo positivo alla coca resta grave
redazione | Il 05, Dic 2011
Ricoverato in rianimazione, e’ in prognosi riservata
Bimbo positivo alla coca resta grave
Ricoverato in rianimazione, e’ in prognosi riservata
(ANSA) PALERMO – Restano “stabili nella loro gravità” le condizioni del piccolo Samuele, il bimbo di 18 mesi ricoverato nell’ospedale pediatrico di Palermo con lividi e graffi ovunque, segni di bruciature sulle mani e un’alta concentrazione di cocaina nelle urine tale da far temere un’overdose.
La procura di Palermo ha tolto la potestà ai genitori e ha affidato al direttore sanitario dell’ospedale dei Bambini, Sergio Trizzino, il piccolo Samuele. “La prognosi resta riservata – dice il dottor Giancarlo Coffaro, responsabile della Rianimazione – soprattutto in ragione di un dubbio danno epatico, che stiamo monitorando. Questo sospetto danno al fegato potrebbe essere legato ai traumi riportati”. Per Trizzino ‘il livello sensorio e’ praticamente assenté: da poche ore comincia a rispondere agli impulsi dolorosi – afferma – questo ci lascia ben sperare, anche se la situazione resta grave. Speriamo non ci siano danni permanenti”. “Se supera questa fase potrebbe esserci un recupero completo e complessivo – conclude – C’é un danno legato a possibili lesioni interne dovute o alla caduta o alle percosse”
In mattinata è prevista una conferenza stampa del responsabile del reparto di Rianimazione, Giancarlo Coffaro, sulla situazione clinica del piccolo paziente. Secondo i medici sarebbero i traumi subiti dal bimbo a suscitare le preoccupazioni maggiori, mentre l’intossicazione da cocaina avrebbe aggravato un quadro clinico già di per sé critico. La madre di Samuele, una disoccupata di 25 anni, è in carcere dopo essere stata fermata per maltrattamenti aggravati, mentre il convivente, 28 anni, è indagato per lesioni e cessione di cocaina, reato contestato anche alla compagna. Interrogati dalla polizia, allertata dai medici subito dopo il ricovero, i due hanno inizialmente dato una versione assolutamente inverosimile dei fatti: la madre ha raccontato che Samuele era caduto dal seggiolone e si era procurato così i lividi.
Le bruciature alle manine gliele avrebbe fatte il fratellino di appena due anni e mezzo con un accendino, mentre non sarebbe stata in grado di giustificare l’intossicazione da cocaina. Il convivente della donna, sentito dal pm Carlo Marzella, ha invece ammesso che la donna picchiava il figlio e di fare uso da tempo di cocaina assieme alla compagna. L’uomo avrebbe dimenticato sul tavolo della cucina la droga che, con ogni probabilità sarebbe stata ingerita o inalata per sbaglio dal bimbo.
Fuori dalla sala della Rianimazione dell’ospedale non c’é nessuno, nemmeno un parente lontano. A seguirlo e stargli vicino, però, ci sono i medici e gli infermieri del nosocomio, che gli hanno anche portato qualche pelouche e un orsacchiotto arancione. Il direttore sanitario Giorgio Trizzino spiega che “il cuore della gente risponde. Si è scatenata una gara di solidarietà incredibile, come sempre avviene in questi casi, con telefonate e richieste di mamme, che vorrebbero aiutarlo. La sua storia ci ha sconvolti profondamente. Non ci era mai capitata una cosa del genere”. “La procura ha affidato a me il bimbo, in qualità di direttore sanitario – prosegue -. Per ragioni di sicurezza non consentiamo a nessuno di raggiungerlo. Non c’é stato nessuno dietro la porta della rianimazione in questi giorni. E’ venuta una signora dicendo di essere la nonna, ma non abbiamo consentito che entrasse”.