“Bocciatura doppia preferenza genere: pagina nera Calabria” Lo dichiara Cinzia Nava, presidente Crpo
Nell’ultima seduta del Consiglio Regionale è stata scritta una delle pagine più negative per la storia civile della Calabria. La mancata approvazione della legge sulla doppia preferenza di genere ha rappresentato un vulnus per l’uguaglianza e la partecipazione alla vita istituzionale tra uomo e donna. La bocciatura della proposta di legge della consigliere Flora Sculco, soprattutto a causa dell’assenza di alcuni consiglieri di maggioranza, e per il voto di astensione espresso dalla minoranza, ha riportato indietro le lancette del tempo, un sintomo evidente di arretratezza culturale camuffata per non ben chiare ragioni politiche. In aula, e anche fuori, erano presenti numerose donne arrivate da tutta la Calabria, fiduciose e orgogliose di poter essere figlie di una democrazia finalmente paritaria e le componenti della Commissione regionale che presiedo, organismo che si batte coerentemente per l’inclusione e l’uguaglianza.
Invece siamo rimaste davvero attonite, ed anche pervase da sentimenti di rabbia, per il risultato negativo, inaspettato, dopo lunghi mesi di gestazione e confronti nelle sedi istituzionali e nella società. E invece, sembra che i politici di sesso maschile temano la presenza femminile nei consessi istituzionali, negando persino l’opportunità di scelta agli elettori ed alle elettrici di un candidato donna e di un candidato uomo. Riconoscere l’equilibrio di genere nelle cariche elettive regionali non vuol dire essere di una corrente politica invece che di una altra. E inoltre, non si obbligava nessuno con la doppia preferenza di genere a votare o un uomo o una donna, bensì la possibilità di esprimere due preferenze seppure di sesso diverso. La nostra Regione, così, sarebbe stata equiparata alle altre per civiltà e rispetto verso la donna. Infatti, sono solo cinque le Regioni che ancora non hanno la doppia preferenza di genere per le cariche elettive regionali.
Che dire: si parla di azioni da parte delle istituzioni in favore della risoluzione del problema del femminicidio; si fanno manifestazioni, convegni, commemorazioni, contro abusi e per relazioni di genere più nuove ed equilibrate perché lo richiede la società nel suo complesso, eppoi non si comprende perché non siano riconosciute le capacità della donna nelle istituzioni al pari di quelle dell’uomo, una forma di discriminazione che non può essere tollerata oltre. La partita però non è chiusa, e pur ringraziando i consiglieri che hanno espresso voto favorevole all’introduzione della doppia preferenza di genere, e ringraziando quante sono venute a invocare il ‘provvedimento Sculco’ sotto le finestre di Palazzo Campanella, lancio un appello perché tutte le associazioni, i sindacati continuano a battersi fino alla fine di questa legislatura, affinché questa onta contro le donne calabresi sia lavata con un nuovo voto positivo del Consiglio regionale”.