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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 24 NOVEMBRE 2024

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Boom di rientro di capitali esteri in Italia Secondo le stime, da 100 a 200 miliardi di euro sarebbero stati depositati dai contribuenti italiani nelle banche svizzere

Boom di rientro di capitali esteri in Italia Secondo le stime, da 100 a 200 miliardi di euro sarebbero stati depositati dai contribuenti italiani nelle banche svizzere
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In vista dello scambio automatico d’informazioni fiscali, a cui anche la Svizzera
aderirà prevedibilmente dal 2018, vi è stato un boom di rientro di capitali in
Italia nell’ambito della voluntary disclosure. Secondo i dati elaborati da Generale
Servizi Amministrativi (Gsa), su circa 3 miliardi di asset lavorati, l’85% proviene
dalla Svizzera. Poco meno del 10% di quanto rientrato a fine settembre 2015, il 53,7%
ha riguardato patrimoni inferiori al milione di euro, il 21,1% tra 1 e 2 milioni,
il 15,9% tra 2 e 5 milioni, il 5,5% tra 5 e 10 milioni e il 3,8% oltre 10 milioni
di euro.-Il 7,3% degli asset è rientrato poi dal Lussemburgo, il 2,3% dal Liechtenstein,
il 2% da Monaco e l’1% da Guernsey, il rimanente è frammentato tra altri paradisi
fiscali, tra i quali le isole Bahamas, specifica Gsa, joint venture tra il Gruppo
MutuiOnline e Generale Fiduciaria.A livello di asset finanziari i rimpatri curati
da Gsa hanno riguardato per il 60% azioni e fondi armonizzati, per il 24,4% obbligazioni
e per il 16% fondi non armonizzati e altri investimenti. La voluntary disclosure
rappresenta l’ultima spiaggia per migliaia di contribuenti che intendono regolarizzarsi
ed evitare pesanti sanzioni penali. Comunque non è facile tracciare un identikit
preciso di queste persone. Tra loro ci sono pensionati, imprenditori, persone che
lavoravano all’estero, famiglie che hanno dato vita a trust. Di natura altrettanto
diversifica risultano essere gli importi da regolarizzare: possono partire da alcune
centinaia di migliaia di euro a salire fino a diversi milioni sotto forma di depositi,
titoli, polizze vita, gestione patrimoniali, oro e metalli preziosi. La voluntary
disclosure non concerne però solo soldi o metalli preziosi. Consente anche ai contribuenti
italiani che detengono opere d’arte all’estero di dichiararle, pagando una sanzione.
I contribuenti che non hanno ancora regolarizzato la loro situazione fiscale, evidenzia
Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti [1]”, avranno tempo
fino al 30 novembre per presentare la domanda di voluntary disclosure (adesione spontanea),
ossia per far emergere i capitali detenuti all’estero, e fino al 31 dicembre per
inoltrare la relativa documentazione.