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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 NOVEMBRE 2024

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Boom siringhe in spiaggia ed emergenza eroina Fioccano le segnalazioni. Un pericolo da non sottovalutare: vanno trattate come potenzialmente infette e pericolose. Lo Sportello dei diritti chiede controlli e rilancia l'allarme per una possibile (ri)esplosione del fenomeno del "buco"

Boom siringhe in spiaggia ed emergenza eroina Fioccano le segnalazioni. Un pericolo da non sottovalutare: vanno trattate come potenzialmente infette e pericolose. Lo Sportello dei diritti chiede controlli e rilancia l'allarme per una possibile (ri)esplosione del fenomeno del "buco"
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Anche in data odierna è arrivata una segnalazione che noi dello
“Sportello dei Diritti [http://www.sportellodeidiritti.org/]”,
non vorremmo mai ricevere: una siringa usata sul bagnasciuga di un
noto stabilimento balneare e a distanza gruppetti di bambini che
giocavano indisturbati, come documentano le foto postateci da un
cittadino che si trovava a San Cataldo, marina di Lecce. Tutto ciò,
proprio dopo che nei giorni scorsi analoghe denunce ci erano pervenute
da altre località marine. Pensavamo che fosse qualcosa d’isolato, ma
il numero di segnalazioni ci riporta indietro nel tempo, alla fine
degli anni ’80, quando dilagava l’uso dell’eroina e farsi una “pera”
in spiaggia”, magari davanti un falò, con tanto di ago buttato sulla
sabbia a fine uso, era diventato qualcosa di assurdamente “normale”.
In particolare, la presenza di siringhe in spiaggia rappresenta una
mina vagante per i bagnanti, perché se l’ago è nascosto tra la
sabbia emerge proprio sotto la pressione del piede, quando ormai è
troppo tardi per evitare il peggio. Gli eventi di questo tipo, che
risultano aumentati sensibilmente a livello europeo, proprio perché
comunque frequenti anche nelle altre stagioni, devono portare ad un
supplemento di attenzione e di precauzioni ed ogni siringa deve essere
trattata come potenzialmente pericolosa. Insomma, non dobbiamo pensare
che l’acqua ed il tempo “lavino via” il potenziale infettivo, e anche
in queste occasioni occorre quindi avere moltissima cautela. In
effetti, il rischio se la sostanza organica contenuta è secca e
risalente nel tempo è pari a “0” per le malattie che più
terrorizzano l’immaginario collettivo come Aids ed epatite, certo è
però che residua senz’altro il rischio d’infezioni da germi comuni,
se non si provvede a disinfettare tempestivamente la ferita, o ancor
peggio del tetano, ma solo se non sono state completate le
vaccinazioni. Vale la pena, perciò, riportare in particolare, i
consigli delle Aziende Sanitarie quando poi si dovesse comunque
incappare in una puntura o in una ferita di questo tipo. La prima cosa
da fare: è sempre opportuno rivolgersi al Pronto Soccorso. E’
importante portare, quando possibile, con sé l’ago e la siringa con
cui ci si è feriti perché i sanitari, sulla base dello stato in cui
risulta essere l’ago, la siringa o l’oggetto appuntito, seguono
due procedure diverse. Nel caso in cui l’oggetto appaia logorato dal
tempo, poiché è rimasto in evidente contatto con gli agenti
atmosferici per più giorni, la situazione non desta preoccupazione
quanto alla possibilità di contrarre virus gravi (Epatite B, C, Hiv).
Le medicazioni e le cure del Pronto Soccorso saranno quindi
sufficienti ad esaurire il problema. Nel caso in cui, invece, la
siringa non risulti consumata dalla salsedine ed è evidente che sia
stata utilizzata e abbandonata da poco, occorre tutelarsi contro il
rischio di contrarre l’Epatite C (per la B di solito c’è la
vaccinazione) e il virus Hiv. Si tratta di un rischio comunque basso,
limitato allo 0,1% dei casi anche se nella siringa si riscontra la
presenza di sangue: la pericolosità dell’ago infetto diminuisce
infatti rapidamente col passare delle ore, soprattutto se resta
esposto alla luce del sole, all’aria aperta e all’ambiente secco. In
questo caso, comunque, dal Pronto Soccorso si avvia una procedura per
l’effettuazione degli esami di controllo entro dodici settimane per
evidenziare l’eventuale insorgenza dell’Hiv, ed entro sei mesi per
l’Epatite C. Gli stessi esami sono consigliabili, per una giusta
precauzione, nel caso in cui non sia stato possibile per i medici
esaminare l’ago o la siringa con cui ci si è punti. Va
sottolineato, però, che dietro tutto questo ci sono gli indicatori di
qualcosa di molto preoccupante che, per Giovanni D’Agata, presidente
dello “Sportello dei Diritti
[http://www.sportellodeidiritti.org/]”, lasciano aperti almeno tre
problemi: il primo riguarda i controlli sulle spiagge, mentre il
secondo riflette la scarsa pulizia dei nostri arenili.
Un’intensificazione di controlli e pulizia potrebbe senz’altro ridurre
i rischi per i nostri piccoli e per chiunque voglia godere del
meritato periodo feriale di questa parte dell’anno. Ed infine, ed è
forse l’aspetto più inquietante, vi è sottesa la recrudescenza di un
fenomeno che ritorna prepotentemente nella nostra società: il consumo
di eroina, la cosiddetta ‘droga dei poveri’: il costo molto basso,
anche 20 euro per una dose da un grammo e addirittura 5 euro per una
monodose da 0,1 grammi, ne favorisce la diffusione soprattutto tra i
più giovani.