Pd chiede la verità: ‘Quali i vincoli della Banca Centrale europea?’
Bossi: ‘Bene azione Bce’
Pd chiede la verità: ‘Quali i vincoli della Banca Centrale europea?’
“La Bce sta facendo bene, perché ha promesso di comprare i titoli italiani e spagnoli”. Il leader della Lega Nord Umberto Bossi ha commentato i primi dati dell’apertura di Borsa. Bossi è stato interpellato mentre usciva dalla sua abitazione di Gemonio per andare a fare colazione al bar del paese prima di un incontro sui provvedimenti anticrisi con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che è atteso tra breve. “Sentiamo che cosa ha da dire il buon Tremonti – si è limitato ad aggiungere il ministro delle Riforme – lui è il capo dei soldi”.
BERSANI, SUBITO LA VERITA’ SU VINCOLI BCE – “Vogliamo la verità. E’ incredibile e inaccettabile che l’opposizione non abbia avuto fin qui comunicazione alcuna sui vincoli ai quali la comunità europea e internazionale ci sta sottoponendo. Al di la di indiscrezioni, nessuna comunicazione formale è stata data né a noi, né all’opinione pubblica”. Lo afferma Pier Luigi Bersani, segretario nazionale del Partito Democratico che aggiunge: “cosa davvero e precisamente ci stanno chiedendo la Bce e le istituzioni internazionali? ” “Un governo impotente, totalmente screditato e ormai commissariato dica almeno qual è la situazione reale” continua Bersani che ripete: “se dobbiamo discutere per la salvezza del paese vogliamo la verità. Non accettiamo più il balletto indecente delle menzogne e dei diversivi che ci hanno portati a questo disastro”.
SI STUDIA PIANO ‘B’,TRA IPOTESI CIRCOLA ANCHE DECRETO -Un decreto per attuare misure immediate per reperire risorse. In ambienti della maggioranza non si esclude che il governo possa pensare a nuovi interventi d’emergenza nel caso in cui non dovesse bastare l’anticipo del pareggio di bilancio e di alcune misure della manovra varata a luglio per arginare la crisi. Si parla, in sostanza, di un piano ‘B’ per rafforzare verso l’esterno la volontà del nostro paese di agire contro la crisi in maniera determinante. E circolerebbero già alcune ipotesi che riguarderebbero settori come le pensioni, l’iva e le privatizzazioni. Se il principale capitolo su cui agire ulteriormente per anticipare misure della manovra è quello della delega assistenziale e fiscale, con una serie di azioni sia sull’assistenza che sulla previdenza, si ragionerebbe ora – si spiega in ambienti della maggioranza – sulla possibilità di lavorare anche ad ipotesi di interventi d’urto con azioni che dovrebbero riguardare l’anzianità. In questo caso si ipotizzerebbero possibili interventi che vanno da un vero e proprio blocco delle pensioni di anzianità a nuovi ritocchi sulle correzioni già introdotte con le ultime manovre. Altri interventi potrebbero invece riguardare la messa sul mercato di quote di alcune aziende pubbliche in mano al Tesoro mentre viene rispolverata l’idea di un aumento dell’Iva sui generi non di prima necessità. Maurizio Gasparri propone di avviare una significativa dismissione del patrimonio immobiliare.
E se il sottosegretario Guido Crosetto lancia l’idea dell’obbligo di acquisto di titoli di stato da parte dei contribuenti più ricchi, insomma una sorta di contributo di “solidarietà”, in ambienti di governo si esclude categoricamente l’intenzione di fare una vera ‘patrimoniale’. Quanto invece agli interventi sulla previdenza, si torna di nuovo a ipotizzare un allungamento dell’età di pensione per le lavoratrici private, con un allineamento al già previsto allungamento dell’età pensionabile per gli uomini. Questa misura, a meno di ulteriori inasprimenti, entrerebbe però a regime troppo in là nel tempo. Un’altro capitolo su cui si potrebbe intervenire, affermano esperti del settore, sarebbe quello dell’aumento della quota dell’età pensionabile che sale a misura ’97’ nel 2013 e che moltiplica i suoi effetti grazie all’anticipo dell’aggancio automatico alle aspettative di vita già dal 2013. Insomma lavorando sulle pensioni, sono circa 5-600 mila l’anno, si potrebbero ricavare un bel po’ di risorse ma in cambio ci sarebbe un inasprimento dei rapporti con le parti sociali che il governo cerca invece di coinvolgere il più possibile nella condivisione delle misure da prendere. Da questo punto di vista sarebbe invece saltata l’ipotesi di agire sull’articolo 18, per il quale era stato ipotizzato di interromperne l’applicazione per tre anni per i nuovi assunti ai quali sarebbe restata solo la tutela risarcitoria. Una decisione di questo tipo se pure di grande impatto, comporterebbe zero cassa e tanto malcontento. Senza contare che le parti sociali rivendicano per loro la priorità sugli interventi in materia di mercato del lavoro.
BERLUSCONI, NO VOTO 2012. NUOVO PRESSING IMPRESE – Per procedere alle liberalizzazioni “non c’é alcun motivo di attendere una modifica dell’articolo 41 della Costituzione, in sé positiva”. Lo affermano in una nota congiunta banche, assicurazioni e mondo delle imprese (Abi, Alleanza cooperative, Ania, Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confindustria e Reteimprese), chiedendo anche di “anticipare i tagli ai costi della politica: sarà altrimenti molto difficile chiedere sacrifici al Paese”.
MANOVRA, SI LAVORA A MAGGIORE IMPATTO 2012, 25-30 MLD – L’accelerazione impressa dal Governo al pareggio di bilancio potrebbe far concentrare sul 2012 l’impatto più forte della manovra. Ai 5,5 miliardi già previsti per l’anno prossimo grazie alle norme già scattate (ticket sanità, aumento bollo titoli, rincaro del contributo unico per i processi, etc.), si aggiungerebbero infatti – secondo quanto si apprende – ulteriori 20 miliardi della delega fiscale e assistenziale. In tal modo, ammesso che l’intervento sull’anno in corso resti a 2,1 miliardi, sul 2012 si spalmerebbe ben oltre la metà della manovra: cioé una cifra compresa fra i 25 e i 30 miliardi, per lasciare poi al 2013 una correzione di circa 15.
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