Botte tra grandi al torneo per bambini, lo sdegno di Marziale "La decisione della Figc finisce per penalizzare di fatto gli ignari ed incolpevoli bambini, quand’invece le responsabilità sono palesemente attribuibili agli adulti. Mi appello alla giustizia sportiva invitandola a rivedere la propria decisione"
“Il 14 maggio scorso, durante la fase finale del Torneo ‘Sei Bravo a… scuola di calcio’, riservata a bambini in età compresa fra i 10 e gli 11 anni, dirigenti della società sportive coinvolte e genitori se le sono date di santa ragione in Tribuna. In seguito a ciò, il giudice sportivo territoriale ha deliberato l’esclusione dalla manifestazione delle società, obbligando le stesse ad organizzare entro il 30 giugno 2017 un incontro riconciliante e volto a riaffermare i principi fondanti dei settori giovanili e scolastici, ivi compreso l’irrinunciabile diritto al gioco, con avvertenza che in mancanza di tale iniziativa entrambe le società saranno preventivamente escluse dalla prossima edizione”.
Il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale, informato dei fatti per via di una segnalazione fatta da un dirigente di una delle società finite nel mirino della FIGC, informa “di aver provveduto stamane a segnalare ai vertici della Federazione la massima considerazione per la giusta sanzione applicata, che però – specifica il Garante – finisce per penalizzare di fatto gli ignari ed incolpevoli bambini, quand’invece le responsabilità sono palesemente attribuibili agli adulti di riferimento che hanno offerto ai piccolini uno spettacolo indegno e un esempio a dir poco pessimo”.
“Sia pur nel dovuto rispetto dell’autonomia della FGCI – continua Marziale – mi preme rammentare l’assoluta priorità dovuta alla tutela dei Minori, in quanto titolari di diritti umani che dovrebbero essere sempre adeguatamente protetti e, per tale ragione, mi appello alla giustizia sportiva invitandola a rivedere la propria decisione, riammettendo i bambini alla disputa del torneo, magari obbligando gli irresponsabili dirigenti e genitori a rivolgere loro pubbliche scuse”.