Bovalino, la realizzazione del“parco dei diritti dei bambini”, la polemica non si ferma Ecco l'opinione del Gruppo Consiliare “Nuova Calabria” Comune di Bovalin
Sul “parco dei diritti dei bambini”, un’area verde inaugurata nei giorni scorsi a Bovalino e dedicata ai diritti dei bambini, risultata poi non esattamente “inclusiva” per carenze strutturali, si è detto e si è scritto molto. Prendiamo spunto da un pensiero della Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Bovalino, che sui social si è lamentata di chi “denigra e distrugge l’operato degli altri”, per una riflessione che riteniamo doverosa.
“Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io. Ognuno ha la propria storia. E solo allora mi potrai giudicare”
“Rimboccarsi le maniche” é una bella frase per chi la scrive e una lezione di vita per chi la sperimenta, ogni mattina, tra mille difficoltà. Nel nostro agire abbiamo sempre cercato di non giudicare, di metterci le stesse scarpe di chi vive le difficoltà, di scrutare il suo cammino, di cogliere il suo dolore, di imparare da come ha saputo rialzarsi.
Il compito di fare spetta a chi è al governo del paese. Il nostro ruolo ci impone invece di esercitare con senso di responsabilità la vigilanza e il controllo, soprattutto quando si tratta di tutelare le fasce più deboli, al fianco di chi dovrebbe garantirne i diritti. Non ci puó e non ci deve essere commistione di ruoli.
Appare incomprensibile poi chi si lamenta per un ruolo che non sta esercitando, nel momento in cui non coglie una legittima segnalazione, o per osservazioni rivolte all’Amministrazione, con le quali si chiedono gli interventi segnalati. Prenderne le parti, risentirsene, equivale a vestire un ruolo politico che delegittima la propria funzione.
Vigilare affinché tutto venga fatto bene, chiedendo conto a chi ha il compito di fare, nell’interesse della comunità, rientra a pieno titolo nel ruolo di un gruppo di opposizione. Allo stesso modo di quello di un Garante, la cui azione inizia con il recepire le segnalazioni e finisce con il garantire che vengano rispettati i “diritti”. Nell’esercizio di entrambe funzioni e davanti a legittime segnalazioni nulla potrà mai infastidirci al punto di dire che chi segnala la violazione di un diritto “non ha nulla da fare e che impiega le sue giornate denigrando e cercando di distruggere l’operato degli altri”, cioé di chi dovrebbe fare bene. Se così fosse si realizzerebbe quella pericolosa commistione di ruoli a cui abbiamo accennato, in danno di chi reclama uno dei tanti diritti ai quali si è scelto di dedicare un bene della comunità.
Siamo anche noi convinti che il bene vince sempre, ma solo se ognuno esercita il proprio ruolo con senso di responsabilità, con equilibrio, senza spingersi inutilmente oltre.