Brindisi: oggi udienza convalida fermo
redazione | Il 09, Giu 2012
All’uomo, 68 anni, viene contestato il reato di strage in concorso aggravata da finalità di terrorismo
Brindisi: oggi udienza convalida fermo
All’uomo, 68 anni, viene contestato il reato di strage in concorso aggravata da finalità di terrorismo
(ANSA) BRINDISI – E’iniziata nel carcere di Lecce l’udienza di convalida del fermo di Giovanni Vantaggiato, l’imprenditore 68enne di Copertino (Lecce) che ha ammesso di essere il responsabile dell’attentato alla scuola di Brindisi nel quale è morta la studentessa sedicenne Melissa Bassi e altre cinque ragazze sono rimaste ferite in modo grave. L’udienza si tiene dinanzi al gip del tribunale di Lecce Ines Casciaro. Sono presenti per l’accusa il sostituto procuratore della distrettuale antimafia salentina Guglielmo Cataldi e il pm della procura di Brindisi Milto De Nozza. Vantaggiato è difeso dall’avv.Franco Orlando ed è accusato di strage in concorso con altri per finalità di terrorismo.
SOSPETTI SU IMPRENDITORE GIA’ PRIMA FERMO – Gli inquirenti che indagano sull’attentato di Brindisi del 19 maggio scorso avevano sospetti già da lunedì scorso, 4 giugno, su Giovanni Vantaggiato, l’imprenditore fermato nella notte tra il 6 e il 7 giugno. Il 4 giugno, infatti, con decreto d’urgenza, la Procura aveva autorizzato l’intercettazione della sua utenza telefonica cellulare. I sospetti sono diventati ancora più concreti nella tarda mattinata di mercoledì 6 giugno quando gli investigatori si sono recati contemporaneamente nel deposito di carburanti dell’imprenditore e nella sua abitazione a Copertino (Le), dove si trovava la moglie. In quei frangenti, Vantaggiato telefonava alla moglie con l’intento di farla allontanare con una delle due macchine che l’uomo avrebbe utilizzato per la preparazione dell’attentato, tentativo non riuscito perché gli investigatori erano già arrivati a casa. La telefonata venne intercettata dagli inquirenti.
ORA SI CERCANO COMPLICI E MANDANTE
BRINDISI – Lui continua a raccontare di aver agito da solo e lo ha ribadito in un lungo colloquio in carcere con il suo difensore di fiducia. Ma gli inquirenti che indagano sull’attentato di Brindisi del 19 maggio scorso alla scuola ‘Morvillo Falcone’ restano convinti che Giacomo Vantaggiato, l’imprenditore reo confesso dell’attentato, uno o più complici probabilmente li ha avuti e forse anche un committente. Lo scrivono gli stessi pubblici ministeri nel decreto di fermo firmato nei confronti dell’uomo dal procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta, dal sostituto procuratore della stessa Distrettuale antimafia Guglielmo Cataldi e dal pm della procura di Brindisi Milto De Nozza.
Certo, “al momento gli elementi di responsabilità conducono solo alla sua persona”, come ha dichiarato Francesco Gratteri, capo della Direzione centrale anticrimine della polizia. Ma questo non esclude l’altra ipotesi, visti gli elementi investigativi raccolti fino ad oggi. Nella notte precedente all’attentato, ad esempio – circostanza riportata nel decreto di fermo – due testimoni hanno visto spingere verso l’ingresso della scuola il bidone contenente l’ordigno da un uomo “con caratteristiche somatiche diverse da quelle di Vantaggiato”. E ancora, durante l’interrogatorio di mercoledì scorso nel quale l’indagato ha molto spesso risposto alle domande in dialetto locale, Vantaggiato “si è lasciato sfuggire l’uso del plurale con riferimento al trasporto e alla collocazione del bidone con l’ordigno esplosivo”. Inoltre, ha assunto un atteggiamento “ai limiti dell’offesa all’intelligenza di chi lo interrogava, tendente evidentemente ad occultare il concorso di altri”. L’imprenditore ha trascorso senza problemi la seconda notte nel carcere di Lecce. Vantaggiato è in isolamento in una cella della sezione femminile e viene sorvegliato a vista 24 ore su 24 dagli agenti di polizia penitenziaria. Fino ad ora, si è saputo da fonti qualificate, non ha manifestato insofferenze per la detenzione. Non può avere alcun contatto con l’esterno né può leggere giornali o guardare la tv, in attesa dell’udienza di convalida del fermo dinanzi al gip del Tribunale di Lecce Ines Casciaro, che è stata fissata per le 8.30 di sabato nel carcere del capoluogo salentino.
L’accusa chiederà quasi certamente di contestare all’imprenditore il possesso di una parte del materiale sequestrato durante la lunghissima perquisizione compiuta da carabinieri e polizia ieri nel suo deposito di carburanti, a Copertino. Si tratta, tra l’altro, di componenti elettroniche e anche di alcuni effetti personali che potrebbero avvalorare ulteriormente la prima confessione di Vantaggiato e, eventualmente, fornire ulteriori elementi. “E’ molto provato. Solo ora sta cominciando a riflettere sulle conseguenze del suo gesto sconsiderato, sul fatto che è morta una ragazza e altre sono rimaste ferite” ha detto il difensore di fiducia dell’imprenditore, l’avv. Franco Orlando, dopo un colloquio di due ore in carcere con il suo assistito. “Mi ha escluso – ha aggiunto il legale – che qualcuno lo abbia aiutato a compiere quel gesto. Durante l’interrogatorio in questura le domande erano state così pressanti che non aveva avuto modo di riflettere sulle conseguenze dell’attentato”. Ma oltre a ribadire che avrebbe agito da solo, Vantaggiato continua a non indicare chiaramente un movente alla base del suo gesto. Gli investigatori lo stanno cercando, e forse anche per questo motivo negli uffici della Provincia di Brindisi sono stati acquisiti i documenti relativi alle forniture di gasolio alle scuole del territorio brindisino da parte di Vantaggiato dal 2001 al 2003 per un totale di tre miliardi di vecchie lire, fatture che comunque risulterebbero tutte saldate. Come riferito da un investigatore, si indaga sempre a 360 gradi ma per ora solo su una persona, che peraltro ha già ammesso di aver compiuto il terribile gesto.