Bronzi di Riace, Celeste Costantino (Sel) scrive una lettera aperta al ministro Franceschini
redazione | Il 03, Set 2014
“Spostare i Bronzi da Reggio non ha alcun senso, valorizziamo invece la Calabria, creiamo rete, strutture e agevolazioni per far venire i turisti dell’Expo”
Bronzi di Riace, Celeste Costantino (Sel) scrive una lettera aperta al ministro Franceschini
“Spostare i Bronzi da Reggio non ha alcun senso, valorizziamo invece la Calabria, creiamo rete, strutture e agevolazioni per far venire i turisti dell’Expo”
Caro Ministro Franceschini,
Per chi è nata e cresciuta a Reggio Calabria ammetto che sia difficile non
avere un atteggiamento di “parte” sull’annosa questione estiva Bronzi di
Riace/Expo. Non per i motivi che ci attribuiscono rozzamente coloro che li
vorrebbero in viaggio – riportando tutto ad un nostro atteggiamento
provinciale e privatistico – ma perché ho avuto il privilegio di convivere
per gran parte della mia esistenza con la forza, la bellezza e
l’autorevolezza di questi capolavori.
So esattamente cosa vuol dire averli avuti qui: dall’orgoglio infantile
delle numerose visite scolastiche alla consapevolezza matura di chi vede
gli altri trasformarsi in bambini davanti a tanta maestosità; dalla
sofferenza di osservarli per anni addormentati, al rivedere finalmente il
risveglio in un museo fatto apposta tutto per loro.
Non abbiamo seguito in silenzio questo percorso. È agli atti una mia
interrogazione al ministro Bray in cui chiedevo e sollecitavo la messa in
piedi dei Bronzi di Riace e la costruzione di un grande evento per il loro
rientro al Museo nazionale della Magna Grecia.
Il Governo Letta mantenne i patti: i Bronzi rientrarono, l’inaugurazione –
a cui io stessa partecipai – non fu una festa ma questo purtroppo attenne
alle note vicende che attraversano una Reggio commissariata per ‘ndrangheta
e una Regione Calabria allo sbando, priva di direzione amministrativa.
I Bronzi, però, sono tornati al loro posto. L’apprensione per queste opere
d’arte si è acquietata. Ora sono al sicuro; dentro una camera iperbarica
che li protegge, in piedi su piattaforme antisismiche che prevedono il
peggio, al riparo da tutto ciò che potrebbe metterli a repentaglio.
Solo questo basterebbe per tagliare corto qualsiasi discussione e
dibattito: opere così delicate, preziose, vulnerabili non possono e non
devono subire altri stress (Come le ricorda l’organo tecnico del Suo
Ministero, l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro, che si
è già opposto al trasferimento dei bronzi). Ma io non voglio fermarmi qui.
Non c’è solo di mezzo la conservazione attenta del nostro patrimonio
artistico e archeologico ma c’è molto di più. C’è l’individuazione di una
direzione e di una politica culturale. E in particolare qual è il ruolo che
questo Governo vuole attribuire alla valorizzazione artistica del nostro
Paese? L’Expo è un’occasione anche rispetto a questo?
Io penso che per rispondere alla prima domanda ci sia bisogno di qualcosa
di più rispetto all’approvazione recente, anche in Consiglio dei Ministri,
del decreto turismo e cultura. Ci vogliono più investimenti, più coraggio e
tanto buonsenso. Se lei signor Ministro volesse tenere conto di questi tre
elementi io sono convinta che l’Expo 2015, anche da questo punto di vista,
sarà una grandissima opportunità.
Anche il premier Renzi ha già annunciato che spostare i Bronzi di Riace non
ha alcun senso; sarebbe meglio valorizzare la Calabria. L’investimento
quindi sono più voli a tariffe agevolate che permettano a tutti i
visitatori dell’Expo di poter raggiungere agevolmente Reggio Calabria da
Milano. La priorità è aprire tutte le altre sale del Museo nazionale della
Magna Grecia. La vera sfida sarebbe creare una rete di strutture ricettive,
turismo responsabile e servizi.
Il coraggio, insomma, è quello di puntare su un Mezzogiorno allo stremo, ma
proprio per questo più accogliente e generoso che mai. Il buonsenso è
quello di non farsi mettere in vetrina ma riuscire a creare visioni, e
delle leggi (buone) per impedire – come nella gran parte dei musei mondiali
– il prestito di collezioni identitarie, delicate e inamovibili. O la
Commissione “imparziale” che nominerà valuterà anche lo spostamento delle
tre Maestà di Cimabue, Duccio e Giotto, o delle tavole e tele di Raffaello,
Caravaggio e Botticelli dagli Uffizi al padiglione Expo?
Lo rende noto l’ufficio stampa nazionale di Sel