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Buon Natale!

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Prefazione. Il Natale quando arriva arriva!

Si dice che a Natale occorre essere più buoni, ammesso che qualcuno sia mai stato cattivo, è proprio con queste premesse che si diventa più crudeli nell’anno che verrà!
Era doveroso da parte mia, a pochi passi dal traguardo finale di questo 2017, a ridosso dell’avvento di Scionti…ops…di Gesù Bambino (ogni tanto mi perdo nell’Unto), non esimermi dal fare i doverosi nonché “oritcariosi” auguri di un Natale che di santo ha ben poco, tranne Rocco del “mutuo soccorso” e Antonino “dell’ipotesi relax”. E in attesa dell’arrivo dei “re magi (del dissesto)” che l’Epifania ci porterà insieme alle cenere e al carbone, godiamoci questi ultimi istanti di apparente magia, fatta di grandi cambiamenti come lo Staff, le serrature non cambiate (su tutto ciò, penseranno i “re magi” a farli svanire), e i balli del qua qua. Momenti che hanno fatto brillare di bellezza questa città, dove i cambiamenti da due anni a questa parte sono stati tangibili, pieni di freschezza e di azioni incisive, così come era stato ampiamente promesso nella fase elettorale. Taurianova è cambiata! È inutile negarlo. Lo si vede dal viso della gente, dalle “belle paroline” che i cittadini riservano all’amministrazione comunale, dall’immagine del sindaco che ognuno di noi tiene sopra il comodino, volgendo quell’ultimo sguardo prima di dormire. Da quella gioia che inebria come le luminarie intermittenti (e fulminate), di una città dove fino a poco tempo fa, regnava il buio pesto e profondo peggio della nebbia in Val Padana. E a proposito di “nebbia”, abbiamo anche quella (sic!). Ed è parte integrante della Giunta, il c’è ma non si vede: il punto di forza (invisibile) che ogni amministrazione vorrebbe avere. La silenziosità e la trasparenza sono i punti di forza di quest’Amministrazione. E guardate, non è facile stare per più di due anni, lavorando con olio (di semi) di gomito e non essere per nulla notati (e completamente sconosciuti). È una delle poche imprese in cui gli umani difficilmente riescono a raggiungere. Questi sono i veri “eroi metropolitani”. Questi sono i risultati che ogni contesto sociale dovrebbe prendere d’esempio e studiarli in qualche centro di ricerca sudamericano.
Immaginiamo tutto questo scenario natalizio come una slitta trainata da un solo uomo al comando, una renna tridimensionale, un uomo che per umiltà è riuscito finanche a battere il maresciallo d’Italia Badoglio, un uomo che è riuscito a far diventare una “ipotesi” in una parte fondamentale della maggioranza come Caridi, finanche a farsi portare il caffè durante la seduta del consiglio comunale, un caffè nascosto tra le ascelle (sperando che non si sia insaporito di tali “magie”). È riuscito a trainare una slitta di tanti “Babbi Natale” che guidati da un Fausto Siclari come “Lindo” nostromo immaginario, sotto, ma proprio sotto sotto dall’arguzia di un “Obama” Falleti di colore bianco che ad osservarlo è un misto tra un playboy sudamericano e un dandy della “cerasara”. E il resto della squadra, sorridente sopra quella slitta gioca e schiamazza come i ragazzini con gli astucci delle penne bic e le cartine impallate (e insalivate) a mo di cerbottana. Tranne una “Vice” che, “c’è, ma non si vede”, ma la pallina non si sa come, arriva lo stesso. Ovviamente per motivi facilmente comprensibili, “Santo Roccu”, viaggia a parte, su un’altra slitta però a motore e di svariati cavalli. Luigi Mamone da lontano grida, “vengo anch’io” e tutti il resto in coro, “No, tu no”. E si consola tra il calore e i calori di un reperto storico dimenticato dai garibaldini in Aspromonte, ovvero la sua sciarpa. Tra maglioni a rombi dimenticati e pandori scaduti, il Natale è arrivato!
Ma la bontà del Natale è anche un pensiero alle opposizioni, ma non a quelle che hanno perso le elezioni, sarebbe scontato menzionare Biasi che oramai è come se fosse “acqua passata che non macina mulino”, è come estrarre sempre lo stesso coniglio (oramai invecchiato) dallo stesso cilindro (e non è giusto), a mio avviso si è stancato pure lui della politica. No, io mi riferisco a quella minoranza che prima era maggioranza. A tutti quei sentimenti che si notano nei social, a quelle frasi strappalacrime di ricordi condivisi che potevano essere e non sono stati, come una canzone di Fossati, quel “…tempo sognato. Che bisognava sognare”. Il mio pensiero va all’ex Tina Anselmi del popolo, a Stella Morabito che nella continua condivisione dei suoi ricordi, fa venire il magone, un groppo alla gola come se avessi ingerito del pollo arrosto “stopposo” senza un contorno di insalata. Stella, la vita va avanti, su, coraggio! Prendi esempio del tuo collega, l’altro ex, Filippo Lazzaro, lui è come il fidato Ten di Nick Carter, non dice una parola ed è anche meglio su certi aspetti, io lo immagino come l’ultimo che chiude la porta con la frase “tutto è bene quel che finisce bene” dopo la cattura di Stanislao Moulinski.
A tutti quanti, auguri di Buon Natale da questa rubrica, ma soprattutto alle persone che la seguono che sono davvero tantissime e infine, avendo avuto un tacito accordo con il Capo dello Stato Sergio Mattarella per non sovrapporci con il discorso di fine anno, salvo imprevisti dell’ultima ora, sarà l’ultimo pezzo del 2017. Tanto in questa città tutti millantano qualcosa, consentitemi anche a me una leggerezza… Auguri!