Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), MERCOLEDì 08 GENNAIO 2025

Torna su

Torna su

 
 

Caccia a Domenico Cutrì, fermati 4 uomini sospettati di far parte del commando

Caccia a Domenico Cutrì, fermati 4 uomini sospettati di far parte del commando

| Il 06, Feb 2014

Le ricerche sono arrivate fino a Melicuccà, da dove arrivano i suoi genitori. E la mamma intanto dice: «Sono felice che lui sia libero»

Caccia a Domenico Cutrì, fermati 4 uomini sospettati di far parte del commando

Le ricerche sono arrivate fino a Melicuccà, da dove arrivano i suoi genitori. E la mamma intanto dice: «Sono felice che lui sia libero»

Si stringe il cerchio ma Domenico Cutrì, l’ergastolano di origini calabresi fuggito dopo un assalto al furgone blindato di Gallarate, ancora non è caduto nella rete. Nella notte, però, tre persone sono state portate nella caserma dei carabinieri: secondo gli inquirenti potrebbero essere tre componenti del commando armato entrato in azione davanti al tribunale per liberare Cutrì. Nei confronti dei tre, tutti residenti nella zona nell’hinterland milanese dove vive la famiglia Cutrì, è stato emesso un provvedimento di fermo.

Una quarta persona è stata fermata a Napoli in relazione alle indagini sulla evasione di Domenico Cutrì. Lo rendono noto i carabinieri di Varese. Si tratta di un pregiudicato di origini napoletane che da tempo abitava nel milanese.

«CONTENTA CHE SIA LIBERO» – Della banda faceva parte anche il fratello di Domenico, Antonino, che poi è morto per le conseguenze della sparatoria. E la mamma dei due, Maria Antonietta Lantone, nativa di Mammola in provincia di Reggio Calabria, ieri si è presentata in procura: «Sono contenta – ha detto – che Domenico sia libero: se avesse la garanzia di un giusto processo sono sicura che si costituirebbe». La donna, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera aveva invitato il figlio a non costituirsi: «Fallo per Antonino, così la sua morte non sarà stata vana».

La donna, convinta che Domenico Cutrì sia stato condannato ingiustamente all’ergastolo, sostiene che i figli “non volevano fare del male a nessuno” ma “volevano fare solo una azione dimostrativa”. Ipotesi smentita dai rilievi sulla dinamica, secondo i quali i primi a sparare sarebbero stati i banditi. Tra i 32 bossoli ritrovati sul luogo dell’assalto quattro sono differenti da quelli calibro 9 in dotazione alle forze dell’ ordine. Resta irreperibile anche l’altro fratello di Domenico Cutrì, Daniele. La spiegazione fornita dai familiari avrebbe trovato alcuni riscontri. Probabilmente l’uomo non faceva parte del commando, in quanto lunedì si trovava a Napoli. Si sospetta però che abbia avuto un ruolo nella pianificazione dell’assalto, e che ora possa essere in fuga insieme al fratello maggiore e agli altri complici. 

PERQUISIZIONI ANCHE IN CALABRIA – Proseguono intanto le ricerche in tutta Italia, nell’ipotesi che i malviventi abbiano trovato un rifugio dove nascondersi in seguito all’evasione pianificata attentamente. Per questo sono al vaglio gli ultimi contatti che ha avuto la famiglia e la rete di conoscenti dei fratelli Cutrì.nI carabinieri hanno effettuato perquisizioni a Meliuccà, il comune di origine della famiglia, in provincia di Reggio Calabria, che non avrebbero dato alcun esito. Si cercano anche testimoni che potrebbero aver notato gli uomini in fuga, anche se finora non sarebbero arrivate segnalazioni rilevanti.

Dopo il conflitto a fuoco i quattro banditi che facevano parte del commando sono fuggiti insieme all’evaso su una Citroen C3 ritrovata a Magenta, nel Milanese. Poi hanno fatto perdere le tracce, probabilmente a bordo di un’altra vettura. Il pm di Busto Arsizio Raffaella Zappatini, che sta coordinando le indagini per procurata evasione, tentato omicidio e lesioni gravi, ha fatto eseguire accertamenti sul cadavere di Antonino Cutrì per verificare il punto d’ingresso del proiettile che lo ha raggiunto alla testa e lo ha ucciso. Una volta eseguita l’autopsia il corpo verrà riconsegnato alla famiglia, che potrà celebrare le esequie. I genitori di Domenico Cutrì e la sorella hanno trascorso la giornata in casa, insieme ad alcuni parenti e amici che hanno fatto visita alla famiglia per le condoglianze. «Vivono qui da trent’anni e non hanno mai creato problemi a nessuno – spiega l’amministratore del condominio in via Leopardi a Inveruno dove vive la famiglia -, sono più educati di tanti altri».