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Cagliostro: “L'(in)utile querelle in rete di migliaia di cittadini: su piazza Duomo sarebbe tutto da rifare!”

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Lo storico dell’architettura circa i lavori di rifacimento di piazza Duomo di Reggio Calabria

Cagliostro: “L'(in)utile querelle in rete di migliaia di cittadini: su Piazza Duomo sarebbe tutto da rifare!”

Lo storico dell’architettura circa i lavori di rifacimento di piazza Duomo di Reggio Calabria

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

Facebook da alcuni giorni ospita un gruppo, diventato in breve numerosissimo, dal titolo datogli presumibilmente dal suo fondatore, il dott. Bruno Amaddeo, “Salviamo Piazza Duomo dallo scempio”. Di questo gruppo ho scelto di farne parte condividendo l’intento di partecipazione dei cittadini alle scelte che riguardano la città.

Radio e tv locali hanno ospitato il promotore per sentire le ragioni di tanta determinazione e preoccupazione: l’Amministrazione comunale annunciava di conseguenza per martedì 3 aprile una Conferenza stampa, alla presenza del Sindaco e dell’Assessore ai LLPP, per la presentazione dei 51 progetti pervenuti a seguito del Bando emanato e rassicurava sul fatto che un pubblico referendum avrebbe dato ai cittadini la possibilità di scegliere tra i progetti primi arrivati. Come era stato per la Piazza del Carmine! La promessa si commenta da sé.

Il Presidente di una fondazione intanto tuonava sul notiziario online Strill contro il pessimo servizio che si fa alla città dimenticando la sua storia. Un noto sacerdote reggino esprimeva il suo personale parere secondo cui la piazza necessitava di spazio per accogliere, al posto degli alberi, la folla dei fedeli nel giorno della Festa della Madonna della Consolazione.

Ciascuno è libero di dire quello che pensa!

E lo studio associato, annunciato vincitore del progetto, faceva dichiarazioni a propria difesa, forse legittimamente, creando maggiore confusione.

In effetti, solo un paio di brevi comunicati stampa erano apparsi relativamente a un bando su Piazza Duomo e alla nomina di una commissione la cui composizione appariva per lo meno rassicurante. Bisognava fidarsi? Ma l’apertura di questo gruppo su Facebook presentava in anteprimal’immagine tridimensionale del progetto vincitore che incuteva un forte senso di desolazione. Tale immagine ha scatenato commenti negativi unanimi tra il 99,9% dei partecipanti soprattutto per il previsto taglio o ridimensionamento degli alberi dell’antica piazza ma anche per la mancanza di coerenza riguardo la viabilità e altri non meno importanti dettagli di arredo urbano e vivibilità per i cittadini.

E’ difficile capire da cosa nascono i “si dice” in assenza di informazioni ufficiali (proclamazione ufficiale dei vincitori, mostra dei progetti, ecc.) da parte del soggetto promotore del bando (Settore risorse europee e nazionali) e dalla Commissione giudicatrice. Stesso silenzio dai progettisti partecipanti al “concorso di idee” che è cosa ben diversa, fortunatamente, da un bando per progettazione ed esecuzione di lavori.

Consultando il sito della Regione Calabria e quello del Consiglio nazionale degli architetti, conservatori e paesaggisti si può comprendere la causa di quello che, a mio modesto avviso, si configura come un qui pro quo, del quale dubito si possa dare tutta la responsabilità al Sindaco o alla politica, risultando gli atti del bando, con scadenza 19 settembre 2011, licenziati dal Dirigente del Dipartimento citato e dal Direttore generale del Comune. Dalla lettura del bando “CITTA’ DI REGGIO DI CALABRIA, SETTORE RISORSE EUROPEE E NAZIONALI, POR Calabria FESR 2007/2013 Asse VIII Città. CONCORSO DI PROGETTAZIONE PER LA RISTRUTTURAZIONE E LA RIQUALIFICAZIONE DI PIAZZA DUOMO”, si possono riscontrare alcune peculiarità negative dello stesso che cercherò di precisare.

Innanzitutto già il titolo indica qualcosa di inesatto con il termine “ristrutturazione”, laddove tale termine poco si addice e si armonizza, specie nel caso di una piazza di un centro storico, con il successivo appropriato termine di “riqualificazione”, intesa come valorizzazione e migliore fruizione nel rispetto dell’esistente, cui di solito mirano i progetti su fondi comunitari.

A tale iniziale imprecisione- se vogliamo chiamarla così – si aggiungono altre carenze che rendono, a mio avviso, non adeguato e addirittura fuorviante per i partecipanti, il bando. Mancano Linee guida o schede tecniche che diano ai progettisti indicazioni sulla importanza e sulla storia del sito nonché sugli obiettivi che l’Amministrazione intende conseguire anche in riferimento alla tutela e valorizzazione del centro storico e delle altre piazze che si trovano sul tracciato dell’ormai più che centenario Corso Garibaldi. Anzi, se prescrizione viene data, questa attiene ad un’unica parziale scelta che inopinatamente obbliga i partecipanti al bando a prevedere due soluzioni: una con il mantenimento e una con il taglio degli alberi.

E chi lo ha deciso e per quale motivo? Ne è al corrente la Curia vescovile? E’ stata coinvolta la Soprintendenza competente? Nessuna spiegazione.

Se poi questi alberi si spostano o si dimezzano poco importa ai fini del risultato che si potrebbe conseguire! Si conta evidentemente sul fatto che i partecipanti ad un bando europeo siano tutti residenti a Reggio e conoscano la storia della città? O forse si spera che i documenti tecnici messi a disposizione dal bando – planimetrie e foto o altro – riescano a trasmettere storia e tradizioni, ambiente e anima del luogo? La conferma di queste carenze è negli artt. 8 e 14 del bando dove viene ribadito, sia ai partecipanti che alla Commissione giudicatrice, che vanno fatte due separate graduatorie, una della piazza con alberi e l’altra della piazza senza alberi. Un modo alquanto essenziale e scarno per conseguire qualità e completezza del progetto! E che limita la libertà creativa di architetti e ingegneri, e condiziona la Commissione che si trova a scegliere il meno peggio a causa di un bando carente in partenza e privo di indicazioni culturali. Un po’ di umiltà non farebbe male ad alcuni tecnici comunali! E non è la prima volta che si agisce con superficialità o arroganza! La città viene spezzettata in parti che non si potranno più mettere insieme tra loro!

Per avere facile conferma a quanto detto, cioè alla inadeguatezza del bando, basta visitare il sito del Consiglio nazionale architetti (www.architetturaitalia.it/concorsi) che raccoglie i bandi in corso per vedere come, da nord a sud, vengano redatti bandi e concorsi di idee di tutt’altra qualità. Troviamo ad esempio un Concorso di idee per la riqualificazione ambientale e urbana delle Piazze Pellegrini e Matteotti a Querceta (LU) in cui tra l’altro si dichiara che “Il progetto dovrà tendere a realizzare l’integrazione funzionale ed estetica delle varie componenti già esistenti per un miglioramento complessivo dell’immagine dell’area. In questa prospettiva, il progetto di riqualificazione dovrà confrontarsi con le aree a destinazione pubblica e con le esigenze della parte privata al fine di riequilibrarle, per porre le basi ad un organico disegno urbano d’insieme”. L’Amministrazione comunale, con il presente concorso di idee intende acquisire una proposta progettuale con cui i concorrenti sono chiamati a ridefinire i caratteri morfologici dell’area tenendo conto dell’edificato esistente e dei caratteri storici definiti dalle infrastrutture presenti”.

Talvolta si trova la precisazione secondo cui il Concorso di idee non è direttamente finalizzato all’assegnazione di successivi incarichi professionali, ma nel caso del Concorso di idee per Piazza Duomo non sembra chiaro quali procedure s’intenda seguire per affidare l’ulteriore progettazione definitiva ed esecutiva, per cui potrebbe essere emanato un altro bando pubblico con indicazioni supplementari migliorative della qualità e aderenza del progetto alle esigenze legittime di vivibilità proposte dai cittadini.

Prof. Marisa Cagliostro (Storico dell’architettura)

redazione@approdonews.it