Calabresi nel mondo, si profila l’ennesimo spreco Graziano: "300mila euro per il funzionamento di una fantomatica struttura operativa"
COSENZA – Dietro la Proposta di Legge 66 in materia di relazioni con i calabresi nel mondo e le loro comunità, pare celarsi l’ennesimo spreco della struttura politico-amministrativa della Regione Calabria. Una norma che mette in bilancio, per il prossimo anno e mezzo, 600mila euro, di cui 300mila destinati ad “attività di funzionamento per la consulta”. Di cosa stiamo parlando? È forse questo l’ennesimo escamotage per rimpinzare il piatto delle prebende pre-elettorali o per andare a giustificare i giri per il mondo del Governo Oliverio e del suo delegato? È opportuno fare chiarezza, allora, ed essere più circoscritti e chiari. Giusta una legge per gli emigrati calabresi, ma che sia davvero di sostegno ai concittadini che hanno bisogno e non funzionale alla politica e alle sue spese.
Sono i dubbi e le perplessità espresse dal coordinamento nazionale de Il Coraggio di Cambiare l’Italia, attraverso il presidente Giuseppe Graziano, alla vigilia del Consiglio regionale della Calabria, convocato per domani (martedì 17 aprile) e chiamato ad esprimersi sulla proposta di legge N.66/X, su iniziativa del consigliere Orlandino Greco, in materia di relazioni tra la Regione Calabria, i calabresi nel mondo e le loro comunità.
Crediamo – dice Graziano – che il Consiglio regionale della Calabria non debba approvare a cuor leggero questa proposta di legge. Perché se da un lato è vero che nella relazione introduttiva ci sono tutte le premesse per una misura positiva di sostegno ai cittadini calabresi emigrati e bisognosi, così come a quelli destinati al reintegro di coloro che intendano rientrare nei loro territori; dall’altro è pur vero che dietro una nobile attività filantropica e di sostegno sociale sembra celarsi l’ennesimo grande spreco della Regione Calabria. E sono proprio i numeri di bilancio, riportati nello schema della proposta di legge, a suscitare una marea di dubbi.
E di contraddizioni – aggiunge il leader del movimento che da mesi è impegnato in più regioni del meridione per il sostegno alla meritocrazia e contro gli sprechi della pubblica amministrazione – se ne evidenziano un’infinità. Una su tutte, che a nostro avviso stona come una campana, è quella voce di bilancio che copre il 50% della dotazione finanziaria complessiva, pari a 600mila euro, destinata alle spese di funzionamento di una consulta di 50 persone! Di che consulta si parla? A cosa servono realmente questi soldi, atteso che nella relazione introduttiva alla proposta di legge viene più volte evidenziato che la normativa tende proprio ad abbattere le spese cosiddette di rappresentanza e anche i costi dei rimborsi? Perché, poi, sovvenzionare soggetti terzi all’amministrazione pubblica, in questo caso le associazioni, per aiutare i calabresi bisognosi nel mondo? Non solo. Ci sono altre contraddizioni nelle spese di questa legge. Come quelli relativi ai contributi previsti per i concittadini emigrati che volessero ritornare a vivere in Calabria e per il rientro delle salme. Per questi due capitoli sono stati stanziati in bilancio appena 20mila euro nel totale dei due anni. Sembra o no una presa in giro? Allora – aggiunge Graziano – rivolgiamo un appello a tutti i consiglieri regionali affinché prima di approvare a cuor leggero questa misura, magari pensando di star compiendo una buona azione, vagliassero bene tutti i riscontri. Sarebbe opportuno – propone il Presidente del CCI – rimodulare le spese in base alle esigenze e magari creare, con le restanti voci di rappresentanza, qualche posto di lavoro utile a tamponare il fenomeno della migrazione dei calabresi. Solo così – conclude – la politica calabrese riuscirebbe a dare un segnale forte rispetto alle tante polemiche e scandali nazionali che in questi giorni la stanno coinvolgendo.