Calabria con il più alto tasso di povertà minorile Il commento del Codacons: "Il rischio concreto è di finire nella rete della 'ndrangheta". L'intervento della politica regionale
“La Calabria si conferma la regione con il più alto tasso di povertà minorile. Un primato davvero non invidiabile. Quasi un bambino su due (il 47 %) vive sotto la soglia della povertà relativa e, soprattutto per questo motivo, rimane preoccupante il rischio di dispersione scolastica”. Lo sostiene, in una nota, Francesco Di Lieto, del Codacons. “Sono sempre tantissimi – aggiunge – i giovani che ogni anno abbandonano le aule per cercare di guadagnare qualcosa, con il concreto rischio di finire nella rete della ‘ndrangheta, che si combatte togliendole, oltre al consenso anche le braccia da assoldare”.
“Per questa ragione – afferma ancora Di Lieto – chiediamo al Governatore Oliverio un impegno straordinario per contrastare questa preoccupante deriva. La Regione ha, infatti, la funzione fondamentale di elaborare il piano degli interventi e dei servizi sociali. Altrimenti l’abbandono scolastico finirà per costituire un aiuto alla ‘ndrangheta”.
ARTURO BOVA (PRESIDENTE COMMISSIONE REGIONALE CONTRO LA ‘NDRANGHETA)
“Condivido in pieno la preoccupazione dell’avvocato Francesco Di Lieto, presidente regionale del Codacons, in merito a quanto emerso dalle ricerche pubblicate sul VII Atlante dell’Infanzia: i dati sulla povertà infantile e sulla dispersione scolastica nella nostra regione devono far riflettere e spingerci ad agire in fretta”.
Lo afferma in una nota il presidente della Commissione regionale contro la ndrangheta, Arturo Bova.
“La depressione economica e sociale sono il terreno fertile perché la ‘ndrangheta faccia proseliti, costruisca il proprio consenso, rispondendo – con metodi violenti e illegali – alle domande a cui lo Stato non riesce a dare risposta con i propri strumenti.
La criminalità organizzata prolifera lì dove il bisogno muove le coscienze, lì dove la disperazione di un padre di famiglia che non riesce a far mangiare i propri figli lo porta a non fare più distinzione tra giusto e sbagliato, tra legale e illegale”.
“Che il 47% dei minori calabresi viva sotto la soglia di povertà è quindi indice di un disagio familiare profondo a cui è necessario opporre delle politiche sociali mirate”.
“Tra i dati preoccupanti – sottolinea Arturo Bova – fa bene Di Lieto ad inserire anche il tasso di abbandono scolastico. Sebbene i numeri calabresi siano più o meno in linea con il resto della nazione, bisogna sottolineare che un ragazzo lombardo che lascia la scuola, quasi certamente lo fa per andare a lavorare. In Calabria, ciò non succede: a suggerircelo è l’elevato numero di Neet nella nostra regione, pari al 41,9% (fonte Bankitalia) contro il 26% in Italia, ed è cresciuto di quasi dieci punti negli ultimi dieci anni. Senza dimenticare che ben l’80% dei giovani calabresi non svolge attività culturali di nessun tipo”.
“Al divario sociale tra Nord e Sud che da questi numeri emerge in tutta la sua drammatica concretezza, deve fare da contraltare una risposta qualificata da parte delle istituzioni: una maggiore attenzione e quindi maggiori investimenti nella qualità delle scuole pubbliche, politiche attive che agiscano su chi ha veramente bisogno di lavorare, e siano strutturali, percorsi formativi alternativi alla scuola che permettano sbocchi lavorativi qualificati e qualificanti sono solo alcune delle misure che, oggi più che mai, bisogna mettere in campo”.
“Noi che abbiamo il compito di amministrare la ‘res pubblica’ dobbiamo bloccare questo allarmante decorso e continuare a parlare ai giovani, agli studenti. Dobbiamo andare nelle scuole e far sì che siano informati, che conoscano il mondo che li circonda. La Commissione contro la ‘ndrangheta sta lavorando in tal senso e continuerà una stretta collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per allargare ancor più questo progetto e smuovere le coscienze dei nostri giovani”.
“Questa Giunta regionale, assieme al Consiglio di cui mi onoro di far parte, hanno ancora due anni per poter agire, laddove è loro competenza, su questi che sono i temi più importanti per lo sviluppo sociale. Questo tempo sia impiegato nel migliore dei modi”.