Calabria, controlli Arpacal su acque di balneazione Ispezionate quelle di trenta Comuni
Tra poco più di due mesi inizierà la stagione estiva 2019, che per la nostra regione inevitabilmente è sinonimo di mare, visto che sono oltre 7.400 i chilometri di costa calabrese suddivisi in tutte e 5 le province. Anche se non è solo l’acqua dello Jonio e del Tirreno ad offrire al turista la possibilità di “fare un bagno”, visto che lo stesso può dirsi per un fiume o l’acqua di un lago. Tra eccellenze, casi limite e diverse criticità riscontrare ogni anno in diversi punti di campionamento calabrese, da aprile 2019 sono iniziati i consueti controlli dell’Arpacal che si dovrà occuperà del monitoraggio e della definizione dell’idoneità delle acque destinate alla balneazione sulla base di una normativa di tipo sanitario (Decreto Legislativo n. 116/08 e Decreto Ministeriale 30.03.2010 ) verificare il rispetto dei limiti si legge per i parametri di enterococchi intestinali con un valore limite = 200 (UFC*/100 ml) delle acque marine e 500 (UFC*/100 ml) per le acque interne e di escherichia coli con un valore limite = 500 (UFC*/100 ml) per le acque marine e di 1000 (UFC*/100 ml) per quelle interne.
I primi rilievi su 30 comuni dello jonio e del tirreno
Provincia di Catanzaro: Belcastro, Botricello, Cropani, Sellia Marina
Provincia di Cosenza: Calopezzati, Cariati, Crosia, Grisolia, Mandatoriccio, Pietrapaola, Paria a Mare, San Nicola Arcella, Rossano, Santa Maria del Cedro, Scala Coeli, Scalea, Tortora
Provincia di Reggio Calabria: Bagnara Calabra, Gioia Tauro, Palmi, Reggio Calabria, Villa San Giovanni, San Ferdinando
Provincia di Crotone: Cirò, Cirò Marina, Crucoli
Provincia di Vibo Valentia: Joppolo, Nicotera, Ricadi
In caso di superamento dei limiti di legge Arpacal darà immediata comunicazione ai comuni interessati affinché questi, con ordinanza del sindaco, adottino i divieti temporanei di balneazione e appongano intorno all’area segnaletica idonea a far conoscere il divieto ai bagnanti.
Controlli mirati e idoneità sanitaria
I campioni d’acqua prelevati dai tecnici dell’Arpacal nei vari punti di prelievo, vengono trasferiti in laboratorio per le analisi e i risultati validati e inseriti nella banca dati dell’Arpacal e del Ministero della Salute. Tali risultati vengono utilizzati sia per la verifica dell’idoneità igienico-sanitaria delle acque durante i prelievi sia per la loro classificazione. La normativa, infatti, introducendo i concetti di gestione e valutazione del rischio, definisce delle concentrazioni “medie” dei parametri microbiologici analizzati ai quali sono stati associati dei livelli di rischio crescente per la salute pubblica. Alla fine di ogni anno, i risultati delle analisi dei campioni raccolti nelle ultime 4 stagioni per ciascuna area di balneazione vengono elaborati su base statistica e suddivisi in classi di qualità di appartenenza.
La classe delle acque di balneazione:
^ Eccellente
^ Buona
^ Sufficiente
^ Scarsa
Arpacal ricorda che la balneazione è sempre vietata: nei porti per motivi legati al transito di imbarcazioni, alla foce dei fiumi per motivi igienico sanitari legati a ciò che i fiumi trasportano, nelle aree marine protette in Zona “A” e nelle aree industriali.