Calabria fanalino di coda della spesa media delle famiglie Il governatore Oliverio: "Lavoriamo per rovesciare questo dato. Presentato al ministro Poletti un piano per la lotta alla povertà e l'inclusione sociale"
CATANZARO – La Calabria è la regione con la spesa media mensile più bassa, inferiore di 1.300 rispetto a quella della Lombardia.
Secondo i dati Istat, Lombardia, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna sono le regioni con la spesa media mensile più elevata (rispettivamente, 3.030,64, 3.022,16 e 2.903,58 euro) mentre in Calabria si ferma a 1.729,20 euro. Forti differenze contraddistinguono anche le famiglie di laureati, che spendono 3.383,05 euro, il doppio rispetto alle famiglie con licenza elementare o nessun titolo di studio.
La spesa media delle famiglie, a livello nazionale, nel 2015, sempre secondo l’Istituto nazionale di statistica, risale a 2.499,37 euro al mese, con un aumento dello 0,4% rispetto al 2014 e dell’1,1% nei confronti del 2013.
MARIO OLIVERIO
“E’ un dato che si è consolidato nel corso di decenni, noi dobbiamo rovesciare questa situazione e stiamo lavorando per questo”. Il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, ha commentato così i dati Istat che vedono la Calabria all’ultimo posto della classifica della spesa media delle famiglie. Prosegue il governatore: “Non è facile, stiamo concentrando le risorse comunitarie in direzione della crescita e del sostegno alle famiglie. In questi giorni abbiamo presentato al ministro Poletti un piano per la lotta alla povertà e per l’inclusione sociale che approveremo entro luglio. Dobbiamo recuperare un ritardo accumulato in un ampio lasso di tempo, è questa la sfida in cui ci stiamo cimentando”.
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO, CAPOGRUPPO DEL PD IN COMMISSIONE AGRICOLTURA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
Il fatto che la Calabria sia la regione con la spesamedia mensile più bassa d’Italia, impone una profonda riflessione, sia a livello regionale che a livello nazionale.
Le condizioni della nostra regione sono gravi, per cui sono necessari provvedimenti straordinari da realizzare in tempi assai brevi.
Va nella direzione giusta il Patto per la Calabria sottoscritto il mese scorso da Renzi e Oliverio. Ma ora è necessario attivare tutti gli strumenti per finanziare tutti i progetti realizzabili.
Per l’Istat la spesa mensile calabrese è inferiore di 1.300 euro rispetto a quella
della Lombardia.
Nelle regioni al vertice alla classifica, la spesa mediamensile più elevata è di 3.030,64. Mentre in Calabria si ferma a 1.729,20 euro.
Davanti a questi dati occorre una profonda e immediata riflessione.
Per questo mi sento di proporre un urgente tavolo istituzionale a Palazzo Chigi, con Governo nazionale e regionale, al fine di affrontare la grave situazione in cui versa la Calabria, con l’obiettivo di trovare risposte immediate a sostegno delle famiglie, dei giovani e delle imprese.
L’unica cosa che non possiamo fare, è far finta di nulla, lasciando tutto com’è.
ALESSANDRO NICOLO’
“Se il Paese mostra qualche timido segnale di ripresa economica, la Calabria, al contrario, rimane al palo, con la spesa media mensile per consumi più bassa d’Italia. Il dato fotografato dall’Istat è l’ultimo di una lunga serie di indagini condotte da enti ed istituti nazionali statistici e di ricerca, in cui svetta ancora una volta il primato negativo della nostra regione”.
Ad affermarlo è il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione, Alessandro Nicolò secondo il quale: “Non c’è da star tranquilli dinanzi ad un quadro che consegna una regione in crescente difficoltà, con un prodotto interno lordo prossimo allo zero e tutti gli indicatori di settore inferiori alla media nazionale”.
“L’economia reale è in affanno e le famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese. Il risultato inevitabile è la contrazione delle spese, specie per viaggi e vacanze, con una percentuale che giunge persino a fare economie sui beni primari come il cibo e a limitare i costi per la salute” – evidenzia il Capogruppo.
“In Calabria – prosegue – non c’è un solo comparto, se non il turismo, che registra un flebile segnale di risalita. Troppo poco in una regione dalle tante emergenze e dai mille problemi irrisolti”.
“Di questo passo, il rischio è che il già fragile sistema economico e produttivo calabrese giunga al collasso, rendendo inutili i tentativi di rianimarlo. Se il portafoglio delle famiglie calabresi è il più povero d’Italia, a farne le spese sono anche i servizi, la produzione e l’imprenditoria locale, in sintesi l’intero ciclo economico” – rilancia Alessandro Nicolò.
“Se questo è il quadro che si presenta nella sua inequivocabile gravità, le Istituzioni centrali e periferiche hanno toppato. E’ evidente che, in questi ultimi anni – sottolinea il Capogruppo di Forza Italia – non sono stati compresi appieno i segnali di una condizione di crisi che al Mezzogiorno non fa che lievitare, rischiando di divenire strutturale. Né tantomeno, Governo nazionale e regionale si sono resi parte diligente con interventi risoluti ed incisivi. Alle criticità sopra enunciate – continua l’esponente politico – si aggiungono altri indicatori negativi come l’aumento della disoccupazione che genera sfiducia e demotivazione fra i giovani costretti ad emigrare e il divario crescente tra Nord e Sud. Anche nei comparti economicamente strategici si evidenziano difficoltà, come l’ennesima pesante caduta del traffico navale su Gioia Tauro e i gravi ritardi nella programmazione comunitaria. La voce ‘turismo’, poi, deve fare i conti con la perdurante difficoltà dei collegamenti aerei, stradali e ferroviari”.
“A questo punto, non si può attendere oltre. Le Istituzioni – sostiene il Capogruppo di Fi – sono chiamate a governare l’attuale fase, correndo ai ripari prima che sia troppo tardi. Servirà avviare un nuovo percorso di dialogo e condivisione, con la partecipazione di tutti i soggetti del partenariato economico, sociale e politico per individuare e liberare interventi immediati e d’impatto – conclude Alessandro Nicolò – in grado d’ invertire una rotta pericolosa che, alimentando la sfiducia e la paura del futuro, rischia di far naufragare qualsiasi progetto di sviluppo credibile”.