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Calabria in Cammino si oppone al centro accoglienza di Cavita

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Tutto secondo la legge, ok. Ma la tutela del cittadino, a prescindere dalla sua nazionalità, viene prima di tutto. Per questo motivo l’associazione “La Calabria in Cammino” ha diramato un comunicato in cui intende esprimere la propria perplessità in merito alla procedura avviata dalla Prefettura di Catanzaro mediante l’aggiudicazione della gara “per l’affidamento, nel territorio della provincia di Catanzaro, del servizio di accoglienza ed assistenza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale dalla data presunta del primo aprile fino alla data presunta del 31 dicembre”. Una procedura che, in sostanza, porterebbe 150 immigrati in una struttura ubicata a Cavita data in gestione alla società cooperativa sociale lametina Mappamondo. Al di là dei ragionevoli dubbi sulla capienza dei locali per un così elevato numero di ospiti, La Calabria in Cammino si pone un interrogativo: prima di ogni altro passaggio, non sarebbe opportuno istituire un tavolo di lavoro tra Comune e Prefettura per meglio dirimere la questione?
L’impegno, già profuso da alcuni consiglieri comunali unitamente a un gruppo di cittadini del quartiere, è ammirevole. Ma da solo, è evidente, che non basta. Serve l’intervento della massima istituzionale, qual è il Comune. Pertanto sollecitiamo il sindaco, Sergio Abramo, a farsi promotore di un tavolo di lavoro con il Prefetto e con le altre Autorità in modo da approfondire la vicenda e fugare i dubbi che, in queste ore, turbano la quiete del quartiere e non solo.