Calabria, Nicolò (FI) parla di Renzi e della politica regionale Critiche alle politiche indirizzate per il Sud
“Dopo due anni di governo, il premier Renzi scopre l’acqua calda. Ossia scopre – afferma il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò – che i collegamenti da e per Reggio Calabria, necessari anche per valorizzare il Museo archeologico nazionale, sono deficitari e, per più versi, mortificanti per un Paese civile il cui governo a parole sostiene l’urgenza di sviluppare il Sud per rilanciare l’Italia, ma nei fatti dimostra di essere il più antimeridionale della storia italiana”. Aggiunge Nicolò: “Il premier Renzi scopre, come se fosse diventato capo del governo ieri e non a febbraio del 2014, che l’Alta velocità è preclusa per questa parte del Paese e che l’aeroporto Tito Minniti necessita di attenzione, supporto economico e di una ben calibrata pianificazione. Ma questo governo nel frattempo che cosa ha fatto? Parole, soltanto parole. Ciò che lascia perplessi, però – sottolinea il consigliere regionale – non è tanto vedere un capo del governo che, nella sua ennesima passeggiata a Reggio, quando lo si mette dinanzi alle vistose lacune infrastrutturali della Calabria, cade dalle nuvole, piuttosto l’atteggiamento remissivo del Presidente della Regione e della sua maggioranza che neppure osano fargli notare le inefficienze dello Stato circa i ritardi di sviluppo della Calabria. Un comportamento che risulta assai grave, soprattutto se lo si confronta con quello ben diverso del Presidente della Puglia, che esercita la funzione con orgoglio istituzionale e ferma consapevolezza, al punto che ha rifiutato di apporre la sua firma su un Patto per lo sviluppo ingannevole”. Spiega Nicolò: “Alla politica approssimativa degli annunci del governo Renzi, mentre le ultime rilevazioni danno alla Calabria il triste primato per la disoccupazione giovanile, il governo della Regione, evidentemente privo di credibilità e della necessaria sinergia con le istanze imprenditoriali e sociali del territorio, stenta persino a muovere le opportune osservazioni. Come dire che Renzi è autorizzato a venire in terra di Calabria e sparare le sciocchezze più marchiane, perché tanto le Istituzioni regionali non hanno la forza di reagire e anzi ne assecondano il piglio superficiale, addirittura facendo credere ai calabresi di avere ottenuto un Patto di sviluppo che invece è un vero e proprio ‘pacco’, vuoto di progettualità come di risorse reali che non siano quelle solite di cui si parla da decenni”. Ancora Nicolò: “Serve serietà e compostezza anche quando si fanno promesse, ma qui siamo alle promesse che hanno solo l’intento di prendere in giro i calabresi e che fanno il paio, d’altra parte, con quelle iperboliche sull’Alta velocità, rimasta solo un annuncio, e quella sulla conclusione, che ha fatto ridere la stampa estera, dell’autostrada Sa-Rc per fine anno. Gioia Tauro frattanto langue, nonostante impegni disattesi e l’andirivieni dalla Calabria a Roma della giunta regionale; la ferrovia versa nelle condizioni più deplorevoli e la ‘106’ seguita a fare vittime. Sono – conclude il capogruppo di Forza Italia – tutti argomenti tragicamente irrisolti che avrebbero bisogno di risposte da parte del governo nazionale e regionale. Il punto è che ci si ricorda di queste emergenze, per utilizzarle, in maniera stucchevole, nelle campagne elettorali e secondo uno schema da vecchia politica dagli esiti fallimentari. Altro che rottamazione da parte di Renzi e di rinnovamento da parte di Oliverio. Purtroppo la realtà, visto quanto sta accadendo nelle città calabresi in cui si vota, ci dice che l’uomo della rottamazione va nella direzione di recuperare tutto il vecchio possibile e si muove con logiche partitocratiche che non contengono alcun tratto innovativo, mentre Oliverio, che prometteva svolte e rinnovamento, è vittima dei veti incrociati nel Pd e non trova neanche il modo di dire a un governo che penalizza la Calabria nessuna parola di verità”.