Calabria tra peggiori regioni Ue per giovani disoccupati La Calabria resta al top tra i Paesi dell'Unione europea per tasso di disoccupazione giovanile (55,6%). Risulta dai dati di Eurostat. Il commento della politica
BRUXELLES – La Calabria resta al top tra i Paesi dell’Unione europea per tasso di disoccupazione giovanile (55,6%). Risulta dai dati di Eurostat. La situazione registra, comunque, un miglioramento, in considerazione del fatto che la regione é passata dalla terza posizione (58,7%) del 2016, alla quinta nel 2017. Peggio della Calabria fanno l’enclave spagnola in Marocco Melilla (62,7%); l’isola greca di Voreio Aigaio (58,2%), la regione ellenica di Ipeiros (58%); e il territorio francese d’oltremare Mayotte. Nella ‘top ten’ (età tra i 15 e i 24 anni) si trovano anche la Campania (54,7%, in settima posizione) e la Sicilia (52,9%, decima).
Presidente CONFESERCENTI Reggio Calabria Claudio Aloisio
Ottime notizie riguardo la disoccupazione giovanile in Calabria!!!Secondo
i dati Eurostat siamo passati dal terzultimo posto del 2016 in Europa, al
quintultimo del 2017 scalando ben due posizioni!Questo significa che siamo
prima di, udite, udite: l’enclave spagnola in Marocco Melilla, l’isola
greca di Voreio Aigaio, la regione ellenica di Ipeiros e il territorio
francese d’oltremare Mayotte. Il problema è, che pur avendo superato questi
quattro “territori ricchi e avanzati” (uno in Africa, uno tra il Mozambico
e il Madagascar e due in Grecia, Stato pressoché fallito), con il nostro
bel tasso di disoccupazione giovanile del 55,6%, siamo dietro a TUTTE le
altre regioni europee.Un risultato di cui andare fieri che dà la misura di
come tutti siano bravi solo a parlare quando si tratta della “questione
meridionale”, tirandola fuori a convenienza preferibilmente a ridosso di
qualche tornata elettorale perché la verità, quella che noi purtroppo
viviamo giornalmente sulla nostra pelle, è che nessuno, nel corso dei
decenni, è mai riuscito a mettere in campo una seria strategia per
invertire questo trend clamorosamente negativo che vede il meridione come
la palla al piede del nostro Belpaese. Anzi, a fronte degli investimenti
effettuati (che sono stati tanti, rilevanti… ed evidentemente sbagliati)
il divario tra Nord e Sud continua imperterrito ad acuirsi.D’altra parte
cosa c’è da stupirsi? In Italia può succedere di tutto, anche che una città
come Reggio fanalino di coda in ogni settore: nell’occupazione, nei
servizi, nel potere di spesa delle famiglie, nelle infrastrutture,
nell’indice di povertà e nella qualità della vita, sia, paradosso dei
paradossi, la più tassata della nazione. Ma sicuramente sono queste le
giuste politiche per sostenere e stimolare lo sviluppo dei territori
depressi… o no?
Dieni: «Calabria Cenerentola, subito un piano per il lavoro»
«Il lavoro deve tornare al centro dell’agenda politica regionale,
altrimenti la Calabria continuerà a essere la Cenerentola d’Europa». È
quanto dichiara la deputata del M5S Federica Dieni.
«Gli ultimi dati diffusi da Eurostat, malgrado rendano una fotografia
drammatica della situazione economica e sociale della regione – afferma la
parlamentare –, non sembrano aver scosso le coscienze di chi, in
quest’ultimo decennio, ha governato uno dei territori più disastrati e
poveri del continente. Eppure, quella fotografia ha messo in evidenza, con
tutta la brutalità dei numeri, una realtà drammatica, a cui bisogna far
fronte con nuove politiche che, tra le priorità programmatiche, rimettano
al primo posto gli investimenti per creare nuove opportunità e posti di
lavoro».
«Nel 2017, la Calabria – continua Dieni – ha raggiunto un tasso di
disoccupazione pari al 22%, che supera il doppio della media europea, ferma
al 7,6%. La situazione non migliora per quel che riguarda la disoccupazione
giovanile, che raggiunge uno spaventoso 55,6%. Ed è una magrissima
consolazione rilevare che a far peggio della Calabria ci siano solo alcune
regioni della Grecia e una enclave spagnola in Marocco».
«È arrivato il momento – conclude la deputata 5 stelle – di un’assunzione
di responsabilità da parte di tutte le forze politiche, che devono fare uno
sforzo per andare al di là delle contrapposizioni strumentali al fine di
mettere in atto un piano straordinario per il lavoro, che contempli
massicci investimenti e la definitiva valorizzazione di asset fondamentali
come il turismo, l’agroalimentare e il porto di Gioia Tauro. Dividersi
ancora su questi temi significherebbe relegare la Calabria in un limbo
senza vie d’uscita».