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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 28 NOVEMBRE 2024

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Calcioscommesse, la polizia arresta 17 persone La Polizia ha eseguito 17 arresti, tra carcere e domiciliari, emessi dal Gip di Catanzaro nell'ambito dell'operazione Dirty Soccer sul calcioscommesse. I provvedimenti riguardano persone già sottoposte a fermo il 19 maggio scorso - I NOMI DEGLI ARRESTATI

Calcioscommesse, la polizia arresta 17 persone La Polizia ha eseguito 17 arresti, tra carcere e domiciliari, emessi dal Gip di Catanzaro nell'ambito dell'operazione Dirty Soccer sul calcioscommesse. I provvedimenti riguardano persone già sottoposte a fermo il 19 maggio scorso - I NOMI DEGLI ARRESTATI
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CATANZARO – Non si ferma l’inchiesta della squadra Mobile di Catanzaro sul calcioscommesse. Dopo i primi 50 fermi, con 70 indagati, e la successiva indagine sulla partita Savona-Teramo, l’inchiesta produce nuovi effetti e allarga il suo raggio di azione.

La Polizia di Stato ha, infatti, eseguito 17 provvedimenti cautelari emessi dal Gip distrettuale di Catanzaro nell’ambito dell’operazione “Dirty Soccer” sull’esistenza di due distinte organizzazioni criminali attive nelle “combine” di incontri di calcio in cui risulterebbero coinvolti, a vario titolo, dirigenti, allenatori e calciatori di numerose squadre di calcio, dei campionati di Serie D e Lega Pro per gestire le scommesse sulle competizioni quotate. Si tratta di alcuni dei fermi eseguiti il 19 maggio scorso trasformati in arresti dal Gip.

Ma nel nuovo provvedimento risultano anche nuovi indagati, tra dirigenti e calciatori del campionato di Eccellenza in Calabria, categoria che fin’ora era rimasta esclusa dalle indagini. In particolare due le partite finite sotto l’esame degli inquirenti. Si tratta di Scalea-Castrovillari e Palmese-Paolana. Secondo gli inquirenti questi due incontri sarebbero stati concordati per favorire la salvezza del Sambiase. Tra i nuovi indagati ci sono calciatori e dirigenti delle squadre interessate dalla combine, compreso i dirigenti del Sambiase.

Duro il commento del capo della Squadra Mobile di Catanzaro, Rodolfo Ruperti: «Siamo rimasti nauseati per quello che abbiamo intercettato. Non c’è stato un telefono, tra quelli sotto controllo, in cui non si parlava di alterare o truccare partite. Se ne parlava in continuazione, in alcuni casi anche solo per millantare».

Il procuratore capo Vincenzo Antonio Lombardo ha, invece, precisato di avere «trasmesso al procuratore federale Stefano Palazzi tutta la documentazione che potevamo inviare, mentre analoghe informazioni sono state chieste anche dal procuratore federale di Malta».

Rispetto alle decisioni del giudice, Lombardo ha detto: «Abbiamo messo un punto fermo sulla complessiva attivita’ investigativa, con il gip che ha riconosciuto la gravità indiziaria ricostruita dalla Procura».

Il gip del Tribunale di Catanzaro ha escluso l’aggravante dall’avere agevolato una cosca di ‘ndrangheta dalle imputazioni contestate alle persone arrestate stamani nell’ambito dell’inchiesta Dirty soccer. «Va subito evidenziato – scrive il gip – che la mera presenza di Pietro Iannazzo (che si trova attualmente in carcere) non basta a qualificare di “mafiosità” l’attività e i metodi del sodalizio in esame o a ritenere che lo stesso abbia agito al fine di agevolare l’attività di un’associazione per delinquere di tipo ‘ndranghetistico. Ciò in quanto, anzitutto, non si rinvengono elementi indicativi del metodo mafioso o del perseguimento della finalità di agevolazione della cosca “Iannazzo”: così;, ad esempio, non risulta che l’indagato sia mai stato affiancato da altri componenti della cosca di appartenenza o che abbia mantenuto contatti con gli originari sodali in merito alle attività del sodalizio in argomento».

«In secondo luogo – aggiunge il giudice – per la semplice considerazione che Iannazzo non agisce, nella fattispecie, da soggetto esterno alle dinamiche sportive, bensì quale consulente di mercato e preposto alla gestione tecnica della società calcistica Neapolis e, dunque, ricoprendo un preciso ruolo nel mondo calcistico». Il procuratore della Repubblica di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo, incontrando i giornalisti, ha sottolineato come il gip distrettuale Domenico Commodaro abbia «messo un punto fermo sulle indagini fatte, confermando la gravità indiziaria sull’esistenza dei due sodalizi criminali che abbiamo individuato. Ha semplicemente ristretto il numero degli associati a quelli che appaiono coinvolti nella combine di più partite».

Ecco i nomi degli arrestati

Resta in carcere Pietro Iannazzo, considerato il presunto boss della cosca omonima, nell’ambito del procedimento sull’inchiesta calcioscommesse coordinato dalla Dda di Catanzaro. Ieri sera il gip ha deciso su alcuni degli indagati.

Insieme a Iannazzo in carcere Mario Moxedano presidente del Neapolis calcio, l’ex dg del Monza e direttore “di fatto” della Pro Patria Mauro Ulizio, Raffaele Pietanza, considerato uno degli “investitori” pugliesi della combine tra Pro Patria e Pavia e il presunto scommettitore albanese Edmond Nerjaku. Ai domiciliari il ds del Neapolis Antonio Ciccarrone, il sovrintendente di Polizia, originario di Cosenza ma in servizio a Ravenna, Alberto Scarnà, il calciatore Adolfo Gerolino, Vincenzo Melillo, Marco Tosi, l’imprenditore Fabio Di Lauro, Massimo Cenni, Felice Bellini, Pasquale Izzo, Vincenzo Nucifora. Obbligo di firma, invece, per Ala Timosenco e Erikson Aruci. Rigettate alcune posizioni per Pietro Iannazzo, Riccardo Petrucci, Salvatore Maurizio Calidonna, Antonio Mazzei, Francesco Sergio Piemontese, Alessio Galantucci, Francesco Molino, Antonio Palermo, Antonio Flora, Giorgio Flora, Vito Morisco, Fgabrizio Maglia, Marco Guidone, Giacomo Ridolfi e Sebastiano La Ferla. Infine sono state cancellate le misure cautelari per Francesco Molino, il dirigente del Montalto Antonio Palermo (difeso dagli avvocati Gabriele Volpe e Riccardo Panno), Antonio Flora, Giorgio Flora, Vito Morisco, Fabrizio Maglia, Marco Guidone e Giacomo Ridolfi.