Calcioscommesse: Sartor in Procura. Petrucci, ‘A’ regolare
redazione | Il 29, Dic 2011
L’ex difensore ancora davanti al procuratore capo di Cremona Di Martino. Il n.1 del Coni: ‘Tutto sotto controllo’ Pm: ‘Interessano combine non scommesse’
Calcioscommesse: Sartor in Procura. Petrucci, ‘A’ regolare
L’ex difensore ancora davanti al procuratore capo di Cremona Di Martino. Il n.1 del Coni: ‘Tutto sotto controllo’ Pm: ‘Interessano combine non scommesse’
(ANSA) E’ ancora in corso davanti al procuratore capo della repubblica di Cremona Roberto di Martino l’interrogatorio di Luigi Sartor, ex giocatore di Inter, Parma e Roma, che per gli inquirenti sarebbe il contabile del gruppo dei bolognesi capeggiato da Beppe Signori e l’anello di congiunzione con il gruppo di Singapore che avrebbe gestito tutte le scommesse in Italia e anche all’estero. Sartor è chiamato a rispondere anche in merito ai conti cifrati elvetici riconducibili oltre che a lui anche a Beppe Signori. L’avvocato Antonino Tuccari di Parma, in una pausa, ha affermato: “Sartor sta rispondendo alle domande del pm. Sta spiegando, non sta confessando”. Sartor è rinchiuso nel carcere di Cremona dal 19 dicembre scorso ed è l’unico degli indagati che davanti al gip Guido Salvini si era avvalso della facoltà di non rispondere. In procura è arrivato alle 10,55, scortato dalla polizia penitenziaria. Aveva il volto teso e in mano l’ordinanza di custodia cautelare di oltre 300 pagine. Il suo difensore oggi presenterà al pubblico ministero l’istanza di revoca della custodia cautelare in carcere. Il pm dovrà pronunciarsi e l’ultima parola spetta al gip Guido Salvini.
Il presidente del Coni Gianni Petrucci è “preoccupato” da quanto sta emergendo dall’indagine della Procura di Cremona sul Calcioscommesse, ma assicura che “tutto è sotto controllo e il campionato è regolare”. “La Federcalcio sta affrontando la vicenda con grande serietà e dignità – ha detto Petrucci ai microfoni di Rai Sport – Sono preoccupato ma la federazione sta lavorando seriamente”. Nessun dubbio sulla regolarità del campionato. “E’ attendibile e serio”.
“Tutto è sotto controllo – ha proseguito Petrucci, a Bormio per la Coppa del mondo di sci -. Non sono preoccupato della regolarità del campionato. I magistrati sportivi stanno collaborando con la Procura di Cremona. La giustizia sportiva è stata rapida e Palazzi valuterà ulteriori documentazioni. Il calcio non ha i sistemi che hanno le procure. La collaborazione c’é ed è concreta”. Che idea si è fatta Petrucci sull’intera vicenda? “Ce l’ho ma lo tengo per me. Non do giudizi, prendo solo atto. Le sentenze non devono mai essere esemplari. La tolleranza zero? Perché? Ci sono le leggi…”.
La “scelta di piena collaborazione” del giocatore del Piacenza Carlo Gervasoni è destinata a dare il via al terzo tempo della brutta vicenda del Calcioscommesse e agita anche le acque delle Serie A. Gervasoni è uscito dal carcere dopo nove giorni per andare ai domiciliari e, per ottenerli, come scrive il gip Guido Salvini ha confermato “la sussistenza degli episodi di frode sportiva di maggior rilievo”, facendo venire “alla luce altri episodi significativi per le indagini e altri soggetti coinvolti sinora sconosciuti agli investigatori”. Soprattutto, “l’alterazione di molti risultati di serie B e di alcuni di Serie A e Coppa Italia”. Il calciatore, infatti, interrogato ieri dal procuratore della Repubblica di Cremona, Roberto Di Martino, ha aggiunto all’elenco dei match truccati altre dieci partite, tra cui tre di Serie A e ha fatto i nomi di chi ritiene i referenti della combine: ha parlato di Palermo-Bari 2-1; Lazio-Genoa 4-2; Lecce-Lazio 2-4, dello scorso campionato, spiegando quali atleti aveva contattato o cercato di contattare e fornendo ragioni di inquietudine nella massima serie.
Due dei ‘taroccamenti’ andarono a buon fine, il terzo rimase allo stadio di tentativo. Il registro degli indagati della Procura di Cremona, quindi, si arricchirà presto di nuovi nomi; nessuno, a quanto risulta, di star del Campionato di A. E il laziale Stefano Mauri, attraverso il suo procuratore, alle prime voci, fa sapere di essere “totalmente estraneo alle indagini sul calcioscommesse della Procura di Cremona”. Oggi l’ex preparatore degli allenatori del Ravenna, Nicola Santoni, non ha risposto alle domande del procuratore Di Martino, riservandosi di farlo in un secondo momento, ma una cosa ha voluto precisarla: quando, in un’intercettazione ambientale parlava degli azzurri Buffon, Gattuso e Fabio Cannavaro, indicandoli come “malati” di scommesse, le sue erano solo parole in libertà, tanto che i tre nazionali non li ha mai conosciuti. Sull’argomento il procuratore ha tagliato corto.
“Alla Procura di Cremona – ha detto – non interessano le scommesse in sé, né chi le fa, a noi interessano solo se sono viziate da frodi sportive”. Dagli atti dell’inchiesta, nel frattempo, emergono altri particolari sconcertanti. Come quello di cui parla il gip Salvini nell’ordinanza con cui scarcera Gervasoni. Tra il difensore e l’ex capitano dell’Atalanta, Cristiano Doni (in alcune intercettazioni definito “il sindaco”), erano intercorsi “accordi diretti” sulle “modalità con cui Doni potesse tirare (in modo centrale) un eventuale rigore che il portiere del Piacenza avrebbe fatto in modo, come effettivamente é avvenuto, di non parare” nella ormai famosa Atalanta Piacenza del 19 marzo del 2011. Gervasoni ha raccontato come “nel 2009 il gruppo degli zingari di cui era portavoce Gegic, dopo aver manipolato molte partite di calcio in Svizzera, abbia intrapreso in modo sistematico contatti con giocatori italiani, grazie anche all’aiuto di Bressan molto legato a Gegic, come da tale rapporto, che ha coinvolto decine di giocatori, sia conseguita l’alterazione di molti risultati di serie B e di alcuni di Serie A e Coppa Italia”.
Quegli stessi ‘zingari’, ovvero il gruppo di scommettitori dell’Est europeo, il 14 maggio del 2011, giorno di Lazio-Genoa, impegnavano la cella telefonica di Formello, località in cui si allena la squadra biancazzurra. Vicino al centro sportivo laziale c’erano Viktor Kondic e Thamrong Prachum emissari di spicco degli zingari. Forse Gervasoni, in un prossimo appuntamento con il procuratore di Martino, riuscirà a spiegare anche questo.