Caligiuri: “La Calabria avrà gli istituti tecnici superiori”
redazione | Il 24, Lug 2012
I tre istituti tecnici superiori che partiranno in questo primo biennio di sperimentazione nazionale sono quelli individuati dalla Giunta regionale nel dicembre 2010. Si tratta dell’Istituto “Milano” di Polistena (ambito: mobilità sostenibile), “Monaco” di Cosenza (ambito: efficienza energetica) e “Panella” di Reggio Calabria (ambiti: efficienza energetica)
Caligiuri: “La Calabria avrà gli istituti tecnici superiori”
I tre istituti tecnici superiori che partiranno in questo primo biennio di sperimentazione nazionale sono quelli individuati dalla Giunta regionale nel dicembre 2010. Si tratta dell’Istituto “Milano” di Polistena (ambito: mobilità sostenibile), “Monaco” di Cosenza (ambito: efficienza energetica) e “Panella” di Reggio Calabria (ambiti: efficienza energetica)
Con la nota n. 4625 del 23 luglio 2012 il Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Prof. Francesco Profumo ha accolto la richiesta avanzata dall’Assessore alla Cultura della Regione Calabria Prof. Mario Caligiuri in ordine all’avvio delle attività dell’Istituto Tecnico Superiore “Pegasus” per la Mobilità Sostenibile di Polistena, il primo ad essere stato costituito nella regione a cura dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “M. Milano” , e degli altri due Istituti Tecnici Superiori di Cosenza (ITIS “Monaco”) e Reggio Calabria (ITIS “Panella”).
“La Regione Calabria – ha scritto l’Assessore – purtroppo detiene il primato negativo della disoccupazione giovanile ed intellettuale. La debole economia calabrese, a differenza di altre aree del Paese, penalizza fortemente l’ingresso nel mondo del lavoro e della produzione.
La funzione strategica degli Istituti Tecnici Superiori ritenuti validi ed innovativi strumenti per conseguire gli obiettivi di “Italia 2020″, ovvero del Piano per l’occupabilità dei giovani in coerenza con una nuova politica dell’Istruzione da lei avviata in stretta sinergia con il mondo produttivo ed accademico, mi spinge a chiederle di valutare la possibilità di concretizzare fin dal prossimo inizio di anno scolastico 2012/2013 l’avvio degli Istituti Tecnici Superiori della Calabria formalmente autorizzati da questa Giunta Regionale.”
Con la sospirata autorizzazione del Ministero, che ha contestualmente garantito il finanziamento di 1.525.675,00 euro a sostegno delle attività formative, nell’anno scolastico 2012/2013 prende il via anche in Calabria un modello formativo assolutamente inedito e carico di promesse.
Gli ITS sono fondazioni costituite da scuole, università e imprese per realizzare un’autentica integrazione tra istruzione, formazione e lavoro. Alla loro nascita hanno contribuito, oltre alle scuole, le regioni, le province e i comuni, le imprese, le università e i centri di ricerca, le strutture di alta formazione ed altri soggetti pubblici e privati, comprese le camere di commercio. Costituiranno dunque partnership con le imprese e svilupperanno cultura tecnologica per i giovani e per gli adulti occupati, contribuendo ad una nuova valorizzazione del “made in Italy” .
Per la prima volta nel nostro Paese viene avviato un percorso di formazione di questo livello, a distanza di 37 anni dal primo tentativo organico di formare supertecnici con l’istituzione di “scuole speciali di tecnologia” nel 1973.
Gli ITS formeranno “super-tecnici” nelle aree tecnologiche del piano di intervento “Industria 2015”: 1) efficienza energetica; 2) mobilità sostenibile negli ambiti della logistica, del trasporto aereo, marittimo e ferroviario; 3) nuove tecnologie per il “made in Italy”, negli ambiti: meccanica, moda, alimentare, casa e servizi alle imprese; 4) beni e attività culturali; 5) informazione e comunicazione 6) tecnologie della vita.
Con gli Istituti Tecnici Superiori anche l’Italia si dota finalmente di un’offerta formativa post-secondaria, integrata di istruzione, formazione e lavoro: essa si sviluppa in parallelo ai percorsi universitari e, in base alla recente riforma dell’università, si sostituirà in parte e in modo progressivo, a numerosi corsi accademici a carattere tecnico-professionale, che potranno meglio essere sviluppati con gli ITS.
Questa sostituzione è già stata sollecitata con il “Piano triennale dell’università” 2010/2012, che prevede anche che gli atenei possano federarsi con gli ITS e realizzare progetti per il riconoscimento dei crediti acquisiti a conclusione dei relativi percorsi.
L’ultimo rapporto dell’OCSE ha dato grande risalto all’avvio degli ITS e in particolare a questo tipo di relazione con il sistema universitario.
E’ importante sottolineare che gli ITS non sono un prolungamento, un sesto e settimo anno della scuola superiore, ma corsi professionalizzanti di alta specializzazione tecnica realizzati secondo i modelli internazionali più avanzati (le SUPSI svizzere, le IUT francesi e le Fachhochschule tedesche).
Gli ITS per funzionare dovranno creare le competenze realmente richieste dalle imprese e non definite esclusivamente dalle scuole. Acquisiranno quindi una specifica identità culturale e formativa.
Il Miur, insieme alle Regioni, monitorerà ed accompagnerà lo sviluppo degli ITS. Per definire le competenze comuni e le competenze specifiche delle singole aree tecnologiche, verrà osservato il principio di sussidiarietà e del rispetto dell’autonomia dei soggetti formativi, al fine di garantire la spendibilità dei diplomi finali su tutto il territorio nazionale, e di lasciare ampi spazi per rispondere alle esigenze del territorio.
Gli ITS si collocano nel percorso di riforma dell’istruzione tecnica e professionale, come valore aggiunto e fattore competitivo nell’economia del Paese.
L’istruzione tecnica e professionale è alla base della lotta contro la disoccupazione giovanile e del raggiungimento degli obiettivi di Europa 2020, per ridurre l’abbandono scolastico sotto la soglia 10%.
Nel nostro Paese, il deficit annuo di tecnici intermedi è di circa 110mila unità. Le aziende non trovano le professionalità tecniche di cui necessitano e questa carenza costituisce un ulteriore elemento di debolezza nella competitività internazionale. La riforma ha quindi voluto eliminare i pregiudizi per affermare la pari dignità tra licei, istruzione tecnica e istruzione professionale.
E’ necessario ora dare attuazione a programmi coordinati di orientamento, formazione degli insegnanti, modernizzazione dei laboratori, in stretto collegamento con la domanda del settore produttivo, rafforzando le esperienze di stage, tirocinio e alternanza scuola-lavoro e il raccordo scuola-impresa attraverso i Comitati Tecnico Scientifici e i Dipartimenti.
Per raggiungere questo obiettivo, sono stati diffusi in rete strumenti per l’orientamento alle iscrizioni agli istituti tecnici superiori per i giovani e le loro famiglie, i docenti e i dirigenti scolastici, utilizzando i risultati del lavoro comune con Confindustria, prodotto nell’edizione di Job & Orienta 2010, riservando anche una nuova attenzione al problema dell’orientamento. Lo spazio riservato sul sito Miur all’orientamento contiene anche dati sintetici sui risultati dell’ultima indagine Excelsior di Unioncamere, perché gli studenti e, soprattutto, le loro famiglie, all’atto delle iscrizioni ai percorsi del secondo ciclo di istruzione e formazione, compiano scelte consapevoli anche in relazione ai fabbisogni formativi espressi dal mondo del lavoro e delle professioni.
La scelta di puntare sull’istruzione tecnica è stata premiata dalle iscrizioni, a dimostrazione che occorre un’azione di diffusione culturale del recupero della valenza formativa del lavoro e dell’istruzione tecnica e professionale.
Il documento “Italia 2020 – Piano per l’occupabilità dei giovani”, firmato dal Miur con il Ministero del Lavoro e il Ministero della Gioventù, rappresenta la volontà di integrare sempre di più scuola e lavoro e testimonia la proficua collaborazione tra le amministrazioni per affrontare e risolvere problemi cruciali per il futuro dei giovani e del Paese.