Call center Abramo, crisi non rientra: a rischio posti lavoro Il consigliere regionale Gallo chiede alla Regione di aprire un dialogo con Tim
Non si sblocca lo stallo in cui versa la vertenza che riguarda i lavoratori della Abramo call center, con centinaia di posti a rischio per la contrazione delle commesse. Per uscire dall’impasse, sarebbe opportuno chiamare al tavolo di concertazione direttamente la Tim, e sarebbe opportuno che al riguardo la Regione facesse sentire la sua voce.
Lo sostiene il consigliere regionale Gianluca Gallo, alla luce degli ultimi incontri, nessuno dei quali risolutivo, svoltisi tra i sindacati ed i vertici della Abramo CC.
«Dalle riunioni che si stanno susseguendo in questi giorni – evidenzia il capogruppo della Cdl – è emerso che il ventilato, mancato rinnovo di circa 300 contratti a termine di altrettanti dipendenti in servizio presso la sede di Montalto sia dovuto a riduzioni di volumi del committente Tim, con conseguente dimezzamento del fatturato aziendale e tagli al personale. Le prospettive sono tutt’altro che rosee e si ipotizza, già a partire dal mese di Luglio, anche l’avvio di procedure di mobilità per la gestione degli esuberi strutturali, anche in altre sedi calabresi». Una situazione insomma preoccupante, rispetto alla quale i sindacati hanno avanzato proposte sin qui cadute nel vuoto. In particolare, senza riscontro è rimasta sin qui la richiesta di evitare il ricorso a nuovi contratti di somministrazione, per bilanciare il carico di lavoro in diminuzione, come pure l’ipotesi di attivare il Fondo di integrazione salariale su tutte le sedi nazionali, in modo da ridurre al minimo, spalmandolo su più persone e riducendo così al minimo l’impatto su chi, negli ultimi mesi, ha già patito pesanti conseguenze salariali.
«Preoccupa e non poco – osserva Gallo – il fatto che l’azienda abbia da ultimo deciso di procedere unilateralmente, chiudendo le porte al dialogo. A destare timori è anche l’assenza di Tim da ogni confronto. Una lacuna grave rispetto alla quale la giunta regionale, pur in assenza di competenze dirette sul merito della vicenda, potrebbe comunque giocare un ruolo determinante, spendendosi per far sì che questa assenza si trasformi in presenza necessaria. Auspico pertanto che il presidente della giunta regionale e l’assessore regionale al lavoro compiano passi in questa direzione, a sostegno di una lotta essenziale per la tutela del futuro di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie».