L’azienda Call&Call decisa a lasciare Locri Il segretario della Cgil Reggio Calabria - Locri Gregorio Pititto si dice sconcertato
Il segretario della CGIL Reggio Calabria – Locri Gregorio Pititto è sconcertato di fronte all’atteggiamento irresponsabile tenuto dalla Call&Call nel corso del tavolo tecnico svoltosi oggi presso il Ministero per lo Sviluppo Economico, convocato riguardo alla procedura di licenziamento collettivo di 129 lavoratori dell’azienda operante a Locri.
Nonostante il ventaglio di proposte avanzate dal Governo nel tentativo di evitare gli ormai imminenti licenziamenti (legalmente possibili a partire dal prossimo 18 settembre), il management aziendale ha ribadito la volontà di recedere dai rapporti di lavoro.
La CGIL trova il comportamento della Call&Call, che ha dimostrato una netta chiusura a qualsiasi tipo di mediazione, sconvolgente e vergognoso.
Quando ci sono in ballo le vite professionali e soprattutto le storie familiari di ben 129 lavoratori, come si può rifiutare qualsivoglia tentativo di sospensione o posticipo dei licenziamenti, nonostante la cassa integrazione al 70 per cento proposta dal Mise fino a fine anno, per consentire una soluzione positiva della vertenza?
Il Mise ha contattato ENGIE, società committente, per tentare di trattenere per qualche mese la commessa su Locri; ma, in ogni caso, l’ultima parola spetterà all’azienda Call&Call.
Il Governo, con le proposte portate oggi al tavolo, ha dimostrato di avere compreso la somma importanza della conservazione dei 129 rapporti di lavoro sul territorio della Locride, perché il lavoro in quella porzione di territorio è la più forte risposta all’illegalità e alla criminalità organizzata.
Il segretario della Camera del Lavoro di Reggio Calabria – Locri Pititto si augura che l’azienda riveda i propri propositi e dia una chance ai propri dipendenti, dimostrando di sapere guardare oltre eventuali, mere logiche di mercato ed anche oltre la “vita in appalto” che la legislazione italiana infligge ai lavoratori dei call center.
La CGIL non saprebbe come altro definire la vita lavorativa di questi uomini e donne vittime del gioco al ribasso del costo del lavoro, i cui rapporti di lavoro sono legati all’ottenimento e al mantenimento delle commesse. Senza scordare che molto di frequente i lavori in appalto vengono gestiti da società controllate da altre società, attraverso esternalizzazioni che evidentemente hanno effetti devastanti sul destino dei lavoratori.
Tutta la partita dei call center si gioca su questo campo, apparentemente di natura concorrenziale, ma che in realtà si consuma sul piano essenzialmente politico. Con le attuali leggi, come possono difendersi i lavoratori da un così vasto e intrecciato sistema di relazioni commerciali e societarie? Semplicemente non possono.
La CGIL Reggio Calabria – Locri si augura che la Call&Call dia la possibilità di scrivere una storia diversa per i 129 dipendenti che è sul punto di licenziare e si impegna ad esserci per offrire un futuro lavorativo dignitoso alla popolazione della Locride.