Camini, pane unisce popoli nella giornata del rifugiato Giornata altamente simbolica e di forti emozioni
«È stata una giornata altamente simbolica e di forti emozioni per la nostra Cooperativa. Nel campo di grano, che abbiamo mietuto fin dalle cinque del mattino e, dopo aver finito, sotto una pianta d’ulivo, quando abbiamo condiviso il pane e i vari prodotti della terra insieme a rifugiati, volontari, e operatori abbiamo sentito fino in fondo il sentimento di fratellanza che dovrebbe unire i popoli della terra.
Vedere anziani del posto insegnare a giovani e bambini provenienti da varie parti del mondo le tecniche tradizionali della mietitura; donne col capo coperto raccogliere insieme a giovani irlandesi e operatori i fasci di spighe e portarli insieme per formare un grande covone in allegria e spensieratezza è stata una festa, una grande festa. La festa dei popoli». Così Rosario Zurzolo, presidente della Eurocoop “Jungi Mundu” che gestisce il progetto Sprar di Camini e Sant’Ilario dello Ionio, commenta la “Giornata del rifugiato” 2018, svoltasi a Camini (RC) la scorsa settimana, all’insegna del pane quale simbolo di condivisione.
«Nessuno era straniero, tutti si sentivano nella propria terra, tutti condividevano la fatica e tutti hanno gioito per il raccolto. La sera poi tutti in piazza a condividere, con chi non ha avuto la possibilità di partecipare, i bei momenti della mietitura attraverso le fotografie di Celestino Gagliardi e il trailer del docu-film che celebrerà questa storica giornata».
Al momento conclusivo in piazza, sono intervenuti, oltre a Rosario Zurzolo, il sindaco di Camini Pino Alfarano, il prof. Ilario Ammendolia, Maria Stella Tassone, responsabile locale dei volontari di Projects Abroad, Sarah Scott, responsabile europea dei volontari di Projects Abroad, la mediatrice Fakhreddine Hajar che ha tradotto gli interventi per i numerosi beneficiari presenti. A chiudere la serata, Cosmano Fonte che ha fortemente voluto la festa del grano e ha commosso tutti raccontando di un bambino siriano che, dopo essersi alzato alle cinque del mattino e aver partecipato alla mietitura, quando tutti intorno al pane facevano festa, ha mostrato grande tristezza: in quel momento di gioia non c’erano la sua mamma e il suo fratellino, a casa perché gravemente ammalati. «Tutto il mondo in un campo. Così è stato per un giorno, così cerchiamo di fare in modo che sia ogni giorno nel nostro borgo che accoglie migranti, così dovrebbe essere sempre e ovunque» conclude Zurzolo.