Campanella: “Sorprende il rammarico di D’Attorre per il rinvio dei congressi del Pd”
redazione | Il 22, Mag 2013
“D’Attorre, che è evidentemente avvezzo al mantenimento di orpelli burocratici all’interno di un partito che, viceversa, dovrebbe ispirarsi a criteri differenti di apertura e partecipazione fulminato sulla via dei congressi, esprime tutto il suo ‘personale disappunto’ non per la decisione di rinviare i congressi, bensì per la messa in discussione, da parte del coordinamento regionale, degli orientamenti che il medesimo organismo aveva stabilito in precedenti riunioni”
Campanella: “Sorprende il rammarico di D’Attorre per il rinvio dei congressi del Pd”
“D’Attorre, che è evidentemente avvezzo al mantenimento di orpelli burocratici all’interno di un partito che, viceversa, dovrebbe ispirarsi a criteri differenti di apertura e partecipazione fulminato sulla via dei congressi, esprime tutto il suo ‘personale disappunto’ non per la decisione di rinviare i congressi, bensì per la messa in discussione, da parte del coordinamento regionale, degli orientamenti che il medesimo organismo aveva stabilito in precedenti riunioni”
CATANZARO – “Devo ammettere che le istrioniche esternazioni del commissario del Pd Alfredo D’Attorre, riescono a suscitare in me sentimenti di crescente meraviglia, nonostante egli ci abbia abituati a ‘sopportare’ davvero di tutto. Mi riferisco al rammarico espresso a seguito della saggia decisione del segretario Guglielmo Epifani, di rinviare la fase congressuale calabrese al momento in cui verrà celebrato il Congresso nazionale”. Lo afferma, in una nota, Sergio Campanella, componente la Commissione regionale per il Congresso dello scorso anno, poi rinviato. “D’Attorre, che è evidentemente avvezzo al mantenimento di orpelli burocratici all’interno di un partito che, viceversa, dovrebbe ispirarsi a criteri differenti di apertura e partecipazione – prosegue Campanella – fulminato sulla via dei congressi, esprime tutto il suo ‘personale disappunto’ non per la decisione di rinviare i congressi, che in virtù del mandato romano ricevuto non può contraddire, bensì per la messa in discussione, da parte del coordinamento regionale, degli orientamenti che il medesimo organismo aveva, per quanto il commissario riferisce, stabilito in precedenti riunioni. Appare appena il caso di ricordare che non solo i ‘distinguo’ erano stati espressi nell’ambito delle riunioni di coordinamento regionale successive alla debacle elettorale di cui D’Attorre è da annoverare tra i principali artefici, ma altresì che fu proprio il commissario, allorquando il congresso regionale era pronto ed erano in campo tre candidature differenti, a bloccarne la celebrazione sulla base della motivazione, per vero apparente, della esistenza in campo di più candidature. Come può pensare che le condizioni che all’epoca riteneva non sussistenti siano invece presenti oggi? E’ o non è legittimo pensare che egli volesse, con la ostinata decisione di celebrare i congressi ad ogni costo, rendere un ultimo favore a chi, sfruttando lo stato di grande confusione generale e disponendo delle ‘macchine da guerra’ con cui si combattono le ‘battaglie’ congressuali, pensava di proiettarsi direttamente quale candidato alla presidenza della Regione nel 2015, sperando che la mummia potesse essere demummificata?”. “Ci consenta – conclude Campanella – il caro commissario, di esprimere noi la nostra meraviglia e il nostro disappunto per come egli ha ritenuto di ‘gestire’ la fase politica calabrese nel corso dell’espletamento del suo mandato commissariale, del quale non ho mai apprezzato un solo momento di lungimiranza politica e, soprattutto, che non ha mai avuto l’obbiettivo, seppur dichiarato, di perseguire un reale rinnovamento del modo di fare politica in Calabria”.