Cane ucciso a Sangineto, condanna per i 4 imputati Un anno e quattro mesi di reclusione ciascuno, il massimo della pena, per i quattro giovani imputati dell'uccisione del cane Angelo, avvenuta a Sangineto nel novembre scorso
PAOLA (COSENZA) – Un anno e quattro mesi di reclusione ciascuno, il massimo della pena, per i quattro giovani imputati dell’uccisione del cane Angelo, avvenuta a Sangineto nel novembre scorso. É la sentenza emessa dal giudice monocratico del Tribunale di Paola, Alfredo Cosenza, nei confronti di Giuseppe Liparoto, Nicholas Fusaro e Francesco e Luca Bonanata, accusati anche di avere sottoposto l’animale a sevizie prima di finirlo a colpi di badile.
Il giudice ha anche disposto che i quattro imputati svolgano attività di volontariato per sei mesi in un canile municipale, condannandoli anche a risarcire duemila euro a ciascuna delle venti associazioni che si sono costituite parte civile nel processo.
Soddisfazione per la sentenza é stata espressa da Riccardo Manca, dell’associazione Animalisti italiani Onlus. “Per la prima volta – ha detto Manca – viene applicata nel nostro Paese la pena massima per le sevizie e l’uccisione di animali. Angelo, creatura inerme e indifesa, ha finalmente avuto giustizia”.
AIDAA: PENA RIDICOLA
A differenza di altri che esultano per la condanna a 16 mesi di
carcere per gli assassini del cane Angelo comminata dal tribunale di PAOLA con il
rito abbrevviato alle quattro belve umane assassine che hanno seviziato e torturato
e poi ucciso il cane Angelo e poi postato il video sui social. A differenza di altri
AIDAA non esulta e reputa assolutamente inadeguata la pena di 16 mesi inflitta in
primo grado, e per giunta sospesa e sostituita con 6 mesi di lavoro in canile per
questi quattro seviziatori che ora affronteranno il processo di appello con il rischio
concreto di una riduzione della pena. “Noi non esultiamo per niente – ci dice Lorenzo
Croce presidente di AIDAA – ma ribadiamo che le leggi e le pene italiane per chi sevizia
e uccide un cane sono ridicole, occorre modificarle,e farlo subito, questi quattro
delinquenti pregiudicati – dice Croce – dovrebbero stare nelle patrie galere e non
a piede libero. Non si faranno nemmeno un giorno di galera – conclde il presidente
di AIDAA – e le associaizioni costituite parte civile per protesta dovrebbero rifiutare
i soldi di provvisionale a loro riconosciuti, sono soldi sporchi del sangue del cane
Angelo, e la sua vita non si compera nemmeno per un milione di euro, figuriamoci
per 2000 euro a testa”.