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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 19 NOVEMBRE 2024

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Carceri: tragedie in Settimana Santa

Carceri: tragedie in Settimana Santa

| Il 29, Apr 2011

Continua ad aggravarsi il bilancio di morte delle carceri italiane

Carceri: tragedie in Settimana Santa

Continua ad aggravarsi il bilancio di morte delle carceri italiane

 

 

ROMA – Continua ad aggravarsi il bilancio di morte delle carceri italiane; nella settimana antecedente la Pasqua sono stati tre i detenuti trovati morti nella disperazione solitaria della loro cella. Un detenuto in custodia cautelare per reati di droga, un nigeriano di 34 anni, si è suicidato nel carcere di Firenze, a Sollicciano, ma sono numerosi i tentativi di suicidio che si contano nel mese di aprile, cinque andati purtroppo a buon fine. Ma la disperazione dei detenuti non è l’unica causa di morte: al Dozza di Bologna un quarantenne italiano, dopo aver accusato un malore, è stato trovato riverso sul pavimento della sua cella, ucciso presumibilmente da un’overdose di eroina probabilmente tagliata male ed entrata clandestinamente tra i cancelli del Dozza. Marzio Berti, questo il nome dell’uomo, era tossicodipendente da 20 anni e da 15 faceva “dentro e fuori”, portandosi dietro il fardello della sua tossicodipendenza. In un triste e tragico paradosso che lo accomuna al fratello minore, morto tossicodipendente anche lui sempre al Dozza, nel 2006, la fine di Marzio Berti è l’ennesima dimostrazione dell’emarginazione e della solitudine che vivono i detenuti tossicodipendenti in Italia; la scarsa assistenza, dovuta all’ormai congenita carenza di fondi e di personale sanitario, hanno inevitabilmente lasciato solo l’ennesimo tossicodipendente. A Torino invece l’aggravarsi delle condizioni di salute del detenuto 65enne Franco Livraga, hanno portato al decesso dell’uomo in attesa di giudizio definitivo della Cassazione, per una condanna a 13 anni per sfruttamento della prostituzione. Sono 11 i detenuti morti di carcere nel mese di aprile, ben 5 suicidi. Dall’inizio dell’anno sono ben 50 gli uomini e le donne che hanno pagato con la vita il prezzo delle condizioni degli istituti di pena: l’età media è sotto i 35 anni. Si continua a morire di carcere, nonostante le forti campagne di sensibilizzazione e le importanti denunce delle associazioni e dei media che decidono di dare spazio all’orrore dietro le sbarre delle carceri. Il Piano Carceri va a rilento e il continuo afflusso di detenuti non fa che aggravare sempre più le problematiche interne alle disastrate prigioni italiane.

redazione@approdonews.it