Carceri: un suicidio che non convince
redazione | Il 04, Gen 2011
Non la convinceva lipotesi di suicidio con la quale era stata liquidata e archiviata la morte del figlio Carmelo Castro, deceduto il 28 marzo 2009 a soli 19 anni nella Casa Circondariale di Catania di Piazza Lanza, dopo soli quattro giorni dal suo arresto
Carceri: un suicidio che non convince
Non la convinceva lipotesi di suicidio con la quale era stata liquidata e archiviata la morte del figlio Carmelo Castro, deceduto il 28 marzo 2009 a soli 19 anni nella Casa Circondariale di Catania di Piazza Lanza, dopo soli quattro giorni dal suo arresto
CATANIA- Ora, infatti, Grazia La Venia, madre del diciannovenne, affatto soddisfatta dalle spiegazioni allora addotte, vuole vederci chiaro e, supportata dal proprio legale Vito Pirrone e dallAssociazione Antigone, chiede la riapertura del caso, archiviato il 27 luglio del 2009. Il giovane incensurato, finito in manette con laccusa di aver preso parte, insieme ad altre due persone, ad una rapina ai danni di un tabaccaio, era stato trovato impiccato con un lenzuolo, che lui stesso avrebbe attaccato allo spigolo della branda della sua cella. Limpiccagione dunque sarebbe allorigine della morte per asfissia, come recita la relazione di servizio. Sebbene sulla vicenda della morte di Carmelo Castro, fino ad ora, siano state presentate tre interrogazioni parlamentari al Senato, nessuna di queste ha ottenuto una risposta. Allo scopo di accertare una volta per tutte le cause allorigine del decesso del diciannovenne, LAssociazione Antigone e lAssociazione A buon diritto di Luigi Manconi hanno quindi depositato un esposto presso la Procura di Catania in cui, evidenziando le eclatanti contraddizioni e le lacune che caratterizzano le indagini, ne chiedono la riapertura. Troppe, infatti, le ombre, le incongruenze e i punti poco chiari che emergono dalla ricostruzione degli eventi e dalla lettura degli atti, a partire dalla presenza di lividi sulla schiena e sugli arti di Castro, dal suo viso gonfio, fino alle urla del ragazzo, udite dalla madre e dalla sorella rimaste per diverse ore dopo larresto in una piccola stanza della caserma adibita a sala di attesa. Elementi questi che non collimano o comunque non spiegano lipotesi di suicidio. Inoltre, si legge nellesposto, Nel corso delle indagini preliminari non è stato disposto il sequestro della cella, né del lenzuolo con il quale Castro si sarebbe impiccato. A questo, si aggiunga che non è stato sentito nessuno del personale di polizia penitenziaria intervenuto, né il detenuto che avrebbe portato il pranzo a Castro e che sarebbe lultima persona ad averlo visto ancora da vivo. Ma lassociazione si è spinta oltre, arrivando a chiedere la riesumazione del cadavere per accertare, se ancora possibile, eventuali tracce del pestaggio cui, secondo la denuncia della famiglia, sarebbe stato sottoposto nella caserma dei carabinieri e che sono visibili dalla stessa foto segnaletica.
FEDERICA MATTEUCCI