Carchidi: «Da Telecom proposte sconcertanti» Il Segretario Generale Slc-Cgil Calabria accusa: «Da 4000 assunzioni a 1700 esuberi. Telecom Italia sempre più senza una linea industriale»
“Dalla campagna mediatica che vedeva Telecom Italia annunciare 4mila assunzioni di giovani nella rete si è passati alla dichiarazione di esuberi”. Questo in sintesi quanto emerso dalle dichiarazioni aziendali nel corso dell’incontro al MISE della scorsa settimana secondo Daniele Carchidi, Segretario Generale della SLC CGIL Calabria.
“L’azienda Telecom Italia, in sede ministeriale, ha annunciato 1700 esuberi ed ha confermato la volontà di proseguire nel processo di societarizzazione della divisione “Caring Services”, con i suoi 10.000 dipendenti, verso la neo costituita “Tim Caring s.r.l.”. Ha proseguito il sindacalista CGIL.
“Il mancato finanziamento della “solidarietà espansiva”, altro abominio della riforma del mercato del lavoro in salsa renziana, ha fatto rivedere i piani di Telecom Italia, che era stata particolarmente impegnata nei mesi scorsi a far sponda al governo Renzi con le 4mila assunzioni promesse e descritte come effetti positivi del Jobs Act”. Ha affermato il rappresentante della Slc calabrese.
“Un piano scellerato quello di Telecom Italia che avrebbe assunto 4mila nuove persone, aumentando il personale e creando pertanto un esubero, poi gestito con lo strumento della solidarietà espansiva – ha proseguito Carchidi – un mix che avrebbe visto raddoppiare l’effetto dell’abbattimento del costo del lavoro per l’azienda, da un lato riducendo il costo dei dipendenti già in forza con la solidarietà, dall’altro gli effetti e le agevolazioni del Jobs Act avrebbero tagliato mostruosamente il costo dei nuovi assunti”.
“I lavoratori di Telecom Italia da anni, con sacrifici spesso onerosi, hanno contribuito in maniera attiva al processo di contenimento degli esuberi, aumentando al contempo la produttività e riducendo il costo del lavoro – ha ricordato il Segretario della Slc Calabria – ed anche lo Stato ha aiutato abbondantemente questa azienda nel corso degli anni, sia in termini di ammortizzatori, che attraverso la realizzazione della rete, non da ultima i progetti relativi alla banda larga”.
“L’azienda che dovrebbe portare l’Italia nel mondo della digitalizzazione su vasta scala non può navigare a vista senza un piano industriale chiaro e di ampio respiro – ha concluso in maniera lapidaria Carchidi – nè può incentrare le proprie politiche esclusivamente sulla riduzione del costo del lavoro. Telecom Italia punti sulla formazione, sulla ricerca e sugli investimenti, solo così potrà essere l’azienda leader dell’agenda digitale, modernizzando il paese e garantendo una piena e sana occupazione”.