Cariati celebra nelle scuole il Giorno della Memoria Un incontro con gli studenti per ricordare il passato e riflettere sul futuro
Ricordare le atrocità di ieri e rimanere sempre all’erta per impedire che si ripetano. Se ne è discusso stamattina all’istituto Ipsia di Cariati in occasione del Giorno della Memoria. L’evento, organizzato dall’amministrazione comunale e subito favorevolmente accolto dalla dirigente Campana, ha perseguito l’obiettivo di stimolare nei ragazzi una riflessione: quello che è successo solo pochi decenni fa potrebbe ripetersi, anche se in forme e in contesti diversi?
Una domanda a cui hanno cercato di rispondere i relatori dell’evento: Ornella Campana, dirigente scolastico, Pino De Lucia, responsabile della cooperativa sociale Agorà Kroton, don Mosè Cariati, parroco della parrocchia Cristo Re e docente di religione, Pasquale Marino, consigliere comunale di Cariati, e Mariaelena Ciccopiedi, assessore del Comune di Cariati.
TESTIMONIANZE, REPORTAGE E LETTURE – L’evento si è articolato in due parti. Nel corso della prima i ragazzi hanno ascoltato le testimonianze dei sopravvissuti ai campi di concentramento, lette da alcuni loro compagni: Rocco Aiello, Antonio Flotta, Alessia Olivito, Concettina Brunetti e Lucia Cariglino.
Nella seconda parte, invece, sono stati proiettati un videoreportage sul campo di Calais e una video intervista a un migrante che è riuscito ad attraversare il Canale della Manica nascondendosi in un camion.
LA STORIA DI IBRAHIM – A tutti gli interventi e i contributi multimediali, si è aggiunta la testimonianza di un ospite: Ibrahim Kamissoko, un giovane arrivato in Italia dal Mali due anni fa. Ibrahim, oggi ospite della cooperativa Agorà Kroton, ha raccontato con molto coraggio e un po’ di emozione la sua storia. È partito quando aveva solo 13 anni dal suo paese, dopo la morte del padre, per cercare un modo per curare il fratello malato. Ha attraversato l’Algeria, la Libia, infine è arrivato in Italia. Nel corso del suo viaggio, è stato arrestato per sei mesi, ha vissuto in schiavitù e gli è stato impedito di fare ritorno nel suo paese. Tuttora, è in attesa di documenti. Ha solo 19 anni oggi, e nei suoi occhi si legge tutta la sofferenza della sua traversata. Nella voce ha il coraggio di resistere. Si aggrappa a qualcosa, probabilmente a qualcosa che ha a che fare con la necessità di vivere.
CONOSCENZA E PARTECIPAZIONE – Quella di Ibrahim sembra una storia molto diversa da quella che raccontano i superstiti dei campi di concentramento. Eppure, anche i migranti che continuano ad arrivare sulle nostre coste sopportano discriminazioni, ingiustizie e sfruttamenti. Può capitare che si trovino a vivere in condizioni disumane, come è successo a Calais. Molte volte, nell’indifferenza generale. Tutti i relatori nei loro interventi hanno sottolineato la necessità di conoscere, perché spesso la paura del diverso nasce dalla poca consapevolezza e dalla scarsa conoscenza. E la paura può portare a discriminare e a scoprirsi un po’ razzisti. E magari ad accettare decisioni folli, come successe negli anni Trenta con le leggi razziali.
DIVENTARE PROTAGONISTI – L’evento si è concluso con l’intervento della sindaca Filomena Greco, che ha invitato i ragazzi a non dimenticare mai di essere solidali, umani, perché «a volte non ci accorgiamo che perfino il nostro vicino di banco, di scrivania, il nostro migliore amico o nostro fratello attraversa un momento di sconforto – ha detto – . Se iniziamo a guardare con occhi diversi chi ci sta accanto riusciremo di certo a fare passi importanti verso una società più giusta». E ha promesso che il prossimo anno ci si impegnerà tutti a organizzare insieme un evento in cui i ragazzi da ascoltatori possano diventare protagonisti.