Caridi attacca il Governo: «Solo le briciole per il Sud» Il senatore di Forza Italia si scaglia contro il Governo Renzi: «Pacchetto Sud: provvedimenti solo di facciata, respinti tutti i miei emendamenti»
Nella giornata del 10 dicembre, la Commissione Bilancio della Camera ha dato il via libera al Pacchetto SUD, una serie di emendamenti proposti dal Governo per il rilancio del Meridione. Sull’argomento è intervenuto questa mattina il senatore calabrese di Forza Italia Antonio Caridi.
«Il tardivo intervento dell’esecutivo – afferma Caridi – dimostra, nei fatti, che era fortemente motivata la critica incentrata sull’impostazione della Legge di Stabilità 2016, troppo distante dai problemi veri del Paese e troppo concentrata su interventi di completamento strettamente di parte.
Per rimodulare una Legge, strutturata nel peggiore dei modi – continua il senatore azzurro – ho proposto una serie di emendamenti legati all’aiuto dei territori devastati, di Calabria e Sicilia (e non solo la Terra dei Fuochi della Campania di De Luca & C.); ho pensato di estendere il superammortamento agli immobili aziendali in modo da aiutare il settore edilizio oramai in ginocchio; ho lottato e lotterò per istituire la Zona Economica Speciale (ZES) a Gioia Tauro; ho reputato fosse più logico intervenire sulla viabilità calabrese usando le risorse destinate, verosimilmente, alle piste ciclabili; ho cercato di agevolare le start up all’utilizzo dei capannoni finanziati con la legge 488/92 ed oggi abbandonati.
Nessuno di questi emendamenti è stato accolto – sottolinea, stizzito, Caridi – e la risposta è una sola: il Sud è una realtà che non fa parte dell’Italia, il Sud è un contesto geografico che si fa fatica a riconoscere, il Sud è un qualcosa che non c’è o meglio un qualcosa che sarebbe stato meglio se non fosse mai esistito, una popolazione che a stento viene riconosciuta dal Governo, attento a realizzare interventi ad hoc per la fetta di Italia che conta; non si prende in considerazione, per esempio, che il PIL sia la metà di quello del Centro Nord, che l’emigrazione intellettuale e giovanile sia in forte crescita e che oltre il 20% delle famiglie non arriva alla fine del mese.
Nel discorso di chiusura della Leopolda, il premier Renzi si è detto convinto di poter risolvere i problemi del sud. “Anche perché i governatori sono tutti nostri. Se non le risolviamo, con che faccia ci ripresentiamo alle prossime elezioni? È proprio questo che dovrebbe invitare il Presidente e il Governo tutto a riflettere, ovvero prendere in considerazione problematiche evidenti con serietà e non permettersi il lusso, per esempio, di sbeffeggiare la Salerno – Reggio Calabria, scherzandoci su con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, affermando:” risolvi i problemi della Salerno-Reggio Calabria se non vuoi che ti ci porti in auto; e guido io che è un rischio”. Non è assolutamente questo il momento di scherzare, le criticità del Meridione stanno aumentando vertiginosamente e non è più possibile attuare la politica dei rimandi e delle posticipazioni a data da destinarsi; i problemi vanno risolti adesso.
Le critiche, piovute da più parti, hanno evidentemente costretto Renzi e Padoan a fare qualcosa di più per il Mezzogiorno, ma – come al solito – gli interventi dell’esecutivo sono perlopiù di facciata. Il Pacchetto Sud, inserito con un emendamento nella Legge di Stabilità 2016, prevede poche ed inefficaci misure, che non potranno cambiare rotta alla deriva delle regioni meridionali. Le misure di credito d’imposta annunciate per gli investimenti in macchinari, impianti ed attrezzature sono insignificanti: le aliquote sono infatti pari al 20% per le piccole imprese, al 15% per le medie e al 10% per le grandi; Il credito d’imposta è calcolato sulla differenza tra beni nuovi e ammortamenti dell’anno e non già sul costo totale degli acquisti effettuati; l’aiuto non è cumulabile con altri aiuti di stato né con il de minimis; le risorse provengono dai Fondi Strutturali e dal Fondo Sviluppo e Coesione e quindi non si tratta di risorse statali aggiuntive bensì di una riprogrammazione di risorse già destinate al Sud.
Il secondo intervento prevede l’allungamento di un anno dell’esonero contributivo per i contratti a tempo indeterminato, ferma restando la percentuale di esonero pari al 40%. Anche in questo caso la misura è da considerare inefficace in quanto: il Sud, nel 2015, vede tassi di disoccupazione totale pari al 20% ed una disoccupazione giovanile pari al 51%.
Numeri devastanti che giustificano il fatto che 8 giovani su 10, secondo una recente indagine promossa ed elaborata dall’Istituto Giuseppe Toniolo, in collaborazione con l’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, siano disposti a partire per trovare un posto di lavoro.
Sarebbe necessario che il Governo si sforzasse maggiormente per creare condizioni di nuova occupazione nel Mezzogiorno, magari pensando di utilizzare, tra gli strumenti a disposizione, la completa eliminazione dei versamenti contributivi, quale strumento di politica attiva del lavoro.
Invece, l’intervento viene reso, dal punto di vista delle aziende, poco conveniente pur allungandolo di un anno. Inoltre le risorse – se l’UE dovesse accettare la norma di legge e vi saranno disponibilità – verrebbero sempre prelevate dal Piano di Azione e Coesione, ossia da somme già destinate al Sud e semplicemente riprogrammate.
Il Governo – conclude Caridi – propone iniziative deboli ed inefficaci, accaparrandosi risorse già destinate alle Regioni del Sud ed inserendole come proprie nella Legge di Stabilità. D’altronde se si pensa al presidente del Consiglio, attanagliato più dai problemi legati alle banche degli amici che al Sud, in palese difficoltà, che raschia il fondo, non ci si poteva aspettare altro».