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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 16 DICEMBRE 2024

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Casa di riposo di Rizziconi, gli anziani abbandonati al proprio destino ed al caldo infuocato di questi giorni

Casa di riposo di Rizziconi, gli anziani abbandonati al  proprio destino ed al caldo infuocato di questi giorni

| Il 07, Ago 2012

Gentile(Cgil), “L’unica stanza al freddo… Naturalmente quella della direttrice”

Casa di riposo di Rizziconi, gli anziani abbandonati  proprio destino ed al caldo infuocato di questi giorni

Gentile(Cgil), “L’unica stanza al freddo… Naturalmente quella della direttrice”

 

 

Sono circa 50 i vecchietti ricoverati alla casa di riposo e protetta di Rizziconi e non sono persone sane e normali in grado di sopportare il caldo torrido di questi giorni. Pur nonostante la loro precaria condizione, devono soffrire e sopportare (per chi riuscirà a sopravvivere) le altissime temperature che si registrano all’interno della casa di riposo e protetta di Rizziconi. Immaginare che non ci sono neanche i soldi per riparare il guasto all’impianto di condizionamento (la stanza della direttrice è ben refrigerata), né per pagare gli stipendi ai dipendenti (12 mensilità non retribuite), assistere alla formazione di numerose piaghe di decubito sul corpo degli anziani; vedere la gravissima precarietà dell’igiene; sentire l’aria irrespirabile. Insomma sembra di vivere un film dell’orrore. Tutto inizia con la grave crisi economica ed il licenziamento collettivo di 20 lavoratori e lavoratrici, ancora oggi in attesa del pagamento degli stipendi pregressi e della Buonuscita. L’esternalizzazione del servizio di pulizie oggi è saltata (l’impresa appaltante non riceve i soldi da 5 mesi) e, da oggi l’igiene dei locali comuni e delle unità di degenza, la distribuzione del vitto, le attività di supporto e quant’altro di competenza della ditta esterna è venuto meno. Insomma una condizione di assistenza e di lavoro insopportabile. Tuttavia, nonostante la paura di perdere il posto di lavoro, il personale in servizio non sopporta più di tacere su un dramma di così alta portata sociale nel quale sono coinvolti, consapevoli che, il mettere a nudo la gravità del momento, potrebbe determinare un’imminente chiusura delle attività. Certo, bisogna prendere atto di un disegno gestionale fallimentare, nonostante le rimesse dirette dei vecchietti, quelle regionali e dell’ASP di Reggio Calabria, oltre alle donazioni di alcuni cittadini, tutto svanito in un buco di debiti senza fine. Da quanto si apprende, la situazione è talmente grave da compromettere persino la vita stessa degli anziani, già provati da gravi malattie. Stanze trasformate in forni crematori con temperatura ben oltre i 40 gradi, docce guaste o malfunzionanti, aria irrespirabile per il cattivo odore di feci e urina, igiene personale dei ricoverati e degli ambienti fortemente compromessa da carenza o assenza di personale. Insomma un luogo di ricovero e cura dove mancano i presupposti minimi per definirlo tale. Eppure i familiari di questi vecchietti pagano puntualmente non meno € 1.500 mensili per far assistere i propri cari e, in tempi passati (prima del licenziamento collettivo di 20 lavoratrici e lavoratori), l’Opera S. Francesco di Rizziconi si poteva definire la migliore casa di cura e protetta esistente nell’intera Calabria. Purtroppo, quel ricordo di buona sanità è svanito. Di fronte a una simile gravissima emergenza sociale nessuno può restare a guardare, a partire dal primo cittadino di Rizziconi ed a seguire, dal Direttore Generale dell’ASP ai Servizi Sociali della Regione Calabria, dai Servizi Ispettivi Provinciali a quelli Regionali e, non ultimi, le Forze dell’Ordine preposte a tali controlli. Noi come F.P. CGIL continuiamo come sempre a denunciare pubblicamente ed alle Autorità Giudiziaria fatti e circostanze di grave rilevanza che hanno colpito duramente, sia i lavoratori licenziati in attesa di riscuotere gli stipendi pregressi e la Buonuscita, sia quelli in servizio, ma, ancor prima, tutte le persone ricoverate ed i loro familiari. Questi argomenti sono legati strettamente tra di loro ed hanno in comune la negazione di diritti, messi in discussione da una incomprensibile sofferenza economica. Un vero dramma sociale dove nessuno ritiene di averne colpa ma che lascia pensare a qualcosa di poco chiaro. Insomma un gioco dove si mischiano continuamente le carte della vita di poveri vecchietti, per giocare una partita economica, forse anche politica, sulla pelle dei lavoratori e di uomini e donne anziane, giunte alla fase conclusiva della loro esistenza. Questo triste e drammatico scenario non può e non deve durare oltre misura. Bisogna intervenire con immediatezza ed autorevolezza per ridare tranquillità, normalità, dignità, diritti e rispetto della persona, sia agli ammalati, sia ai lavoratori.

Redazione@approdonews.it