Caso di Marco parzialmente cieco, Marziale: “Strappato perché troppo attaccato alla mamma, chi pesa l’amore?” "Ci è stato segnalato il caso di Marco, 8 anni, affetto da cecità parziale certificata presso l'ospedale Bambin Gesù di Roma. Il bambino è stato prelevato da casa il 26 luglio 2021 e portato in casa famiglia, perché la tutrice, rappresentante il Comune di Roma, avrebbe rilevato un forte attaccamento tra il piccolo e la mamma"
“Ci è stato segnalato il caso di Marco, 8 anni, affetto da cecità parziale certificata presso l’ospedale Bambin Gesù di Roma. Il bambino è stato prelevato da casa il 26 luglio 2021 e portato in casa famiglia, perché la tutrice, rappresentante il Comune di Roma, avrebbe rilevato un forte attaccamento tra il piccolo e la mamma”: è quanto denuncia il sociologo Antonio Marziale, presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori.
“Dalla casa famiglia che lo ospita e dalla tutrice, la mamma premurosa di sapere in che condizioni di salute versa il proprio bambino, non riceve risposta da due settimane – continua il presidente dell’Osservatorio – mentre il padre lo incontra ogni quindici giorni ed ha a disposizione tre videochiamate a settimana. Gli stessi diritti erano stati concessi alla mamma, ma ad ottobre 2021 le vengono revocati per un presunto rifiuto di Marco ad incontrarla. Soltanto che, il 16 dicembre 2021, la consigliera regionale del Lazio, Francesca De Vito, e la senatrice Cinzia Leone, hanno effettuato una visita ispettiva durante la quale hanno parlato con il bambino, registrando che lo stesso vuole tornare a casa e stare con la mamma”.
“Ho parlato con l’avvocato della mamma, Francesco Morcavallo – incalza Marziale – il quale mi ha riferito l’assurdità risiedere nel fatto che, ad un mese esatto dall’ultimo esposto, nessuno in sede giudiziaria si sia premurato di rispondere. Nell’esposto, il legale chiede, quantomeno, che alla madre vengano concesse le visite in struttura e che la stessa possa partecipare attivamente alla somministrazione delle cure cui il bambino è soggetto”.
Per Marziale, che è anche consulente della commissione parlamentare d’inchiesta per i fatti accaduti presso la comunità Il Forteto: “Quanto ci è stato rappresentato, purtroppo, somiglia a troppi altri casi e ci induce ad intraprendere la via della sensibilizzazione sociale, perché è tempo che il legislatore metta mano ad un sistema da rivedersi. Lo strappo dei bambini è una ferita al cuore di una democrazia. Non è accettabile a che una mamma non possa accudire il proprio bambino perché lo stesso è troppo attaccato a lei. Cosa significa troppo attaccato? C’è un limite all’amore tra una madre e un figlio? C’è una perimetria da rispettarsi? E chi decide? Sulla base di quali pesi e di quale bilancia? Si può certamente ritenere consono l’allontanamento in casi di degrado sociale, d’incuria o di altri similari condizioni, ma non si può continuare ad accettare l’allontanamento di un bambino dalla mamma o dal papà per “troppo amore”. Ed in ultimo, conta la volontà del minore, che ha espresso alla consigliera regionale De Vito ed alla senatrice Leone di voler tornare a casa con la mamma? Visto che agli esposti nessuno risponde, almeno il ministro Cartabia, che è a conoscenza dei fatti, ci dica qualcosa in merito e soprattutto ci dica quanti sono i bambini strappati ai genitori nel nostro Stato, urge una banca dati”.