Caso Strauss-Kahn….e se fosse avvenuto in Italia?
Mirella Maria Michienzi | Il 24, Mag 2011
La nostra scrittrice mette a confronto uno dei casi di cronaca più discussi dell’ultimo periodo con la strage del Circeo
di MIRELLA MARIA MICHIENZI
Caso Strauss-Kahn….e se fosse avvenuto in Italia?
La nostra scrittrice mette a confronto uno dei casi di cronaca più discussi dell’ultimo periodo con la strage del Circeo
Gentile Direttore,
non voglio parlare “delle fragilità sessuali o debolezze latine “ di Strauss-Kahn né di un eventuale complotto.
Tanto meno voglio parlare della cameriera del Sofitel Hotel nel cuore di Times Square che è entrata per rifare la camera, pur essendo questa ancora occupata; pare che sia una donna bellissima che fino a poco tempo fa stava nel Bronx; oggi vive con la figlia ad Harlem, in una casa che viene affittata solo a sieropositivi.
Spero soltanto che la verità venga a galla.
Oggi, piuttosto, voglio cercare di mettere a raffronto la legge americana e quella italiana.
Su Strauss-Kahn, riconosciuto dalla donna in una fila di cinque uomini, pendono ben 7 capi d’accusa: stupro, atti sessuali criminali, sequestro illegale di persona, sodomìa e… gli altri è bene non elencarli, perché non ci sono nemmeno eufemismi per esprimerli senza cadere nel turpiloquio.
La donna, tuttavia, è in perfetta salute, anche se ciò non giustifica eventuali violenze subìte.
Gli avvocati di Strauss-Kahn hanno faticato per fargli avere gli arresti domiciliari. Li ha ottenuti, però, dovrà portare il braccialetto-spia; ha dovuto sborsare 1 milione di dollari come cauzione e 5 milioni di assicurazione per sostenere le spese, comprese quelle dei vigilanti; inoltre rischia ben 70 anni di carcere.
Non so a Lei Direttore, ma a me è venuto automaticamente il raffronto con la strage del Circeo.
Nel 1975, tre giovani “pariolini ” della Roma bene, per tutta una notte e un giorno, violentarono, seviziarono, massacrarono, ruppero i nasi, drogarono due loro giovani amiche. Una aveva 17 anni e l’altra 19.
Rosaria Lopez morì soffocata nella vasca da bagno…non ce la fece a sopportare le ripetute immersioni a cui la costrinsero, i divertiti violentatori, tenendola afferrata dai capelli.
Donatella Colasanti si finse morta ( quando le rinchiusero nel portabagagli della macchina per andare al ristorante, probabilmente prima di buttarle in qualche discarica). Riuscì, così, a chiedere aiuto. Chi aprì il bagagliaio ebbe davanti “ l’immagine della morte “. Donatella oltre a numerose ferite e fratture subì un danno psicologico perenne.
E i tre mostri?
– Andrea Ghira riuscì a scappare in Spagna prima della cattura, naturalmente con l’aiuto della ricca famiglia. Dopo qualche anno dissero che era morto ma pare che in quella tomba ci sia un parente di Ghira.
– Gianni Guido ed Angelo Izzo furono processati e condannati ad una pena di trenta anni. In carcere presero in ostaggio una guardia per cercare di evadere. Guido evase e scappò in America del sud, sempre con l’aiuto della famiglia anch’essa benestante. Venne ripreso alla fine degli anni ’90 ma…, per vari indulti e sconti di pena, è libero dal 2009. Ora gira tranquillo per Roma.
Izzo nel 2004 ottenne la semilibertà ma…nel 2005 uccise di nuovo due donne, una mamma e la figlia adolescente, dopo averle violentate. Quando venne arrestato rideva come un folle, con gli occhi da folle, anche se folle non è. Processato è stato condannato all’ergastolo. ..per arrivarvi ci sono volute altre due vittime seviziate !
E questo non è il primo caso che in regime di semilibertà viene ricommesso un altro delitto.
Donatella Colasanti è morta a 47 anni…era una bella donna che era rimasta distrutta dentro e ciò ha lasciato campo libero ad altre patologie.
I suesposti fatti credo che si commentino da sé.
C’è, però, da chiedersi: E se la strage del Circeo fosse avvenuta in America? E se, invece, il caso Strauss Kahn fosse avvenuto in Italia? Quali sviluppi e risvolti le vicende avrebbero avuto?
Senz’altro Izzo non avrebbe avuto la possibilità, offertagli su un vassoio d’argento, di violentare ed uccidere altre due donne!
Avendo discusso la tesi su Beccaria ed essendo seguace dello stesso, sono contraria alla pena di morte, tuttavia sostengo che le pene debbano essere correttive e non semplicemente punitive. Ciò, prima di tutto, per tutelare e difendere la società ma anche per cercare di trarre fuori ed educare “il buono “ che, più o meno, c’è in ognuno di noi.
La correzione, però, ci deve essere e, soprattutto, bisogna vigilare e stare all’erta che sia avvenuta.
In Italia soltanto Rosa ed Olindo hanno avuto l’ergastolo con isolamento, perché non c’è stata una grande difesa che nemmeno è riuscita a mettere in rilievo lo stato sub-normale dei due, aggravato da persecuzioni e prese in giro giornaliere da parte dei vicini e dei loro amici. Quello che a Napoli definiscono “ lo sfottò “ è una forma di derisione molto perniciosa per una mente sana, figuriamoci per due soggetti deboli mentalmente.
Di contro altri autori di delitti efferati, come quelli della strage del Circeo, con l’aiuto di bravi avvocati, di indulti e sconti di pena, dopo pochi anni vengono scarcerati senza che nessuno si curi di capire se in loro ci sia stato un cammino di redenzione, mettendo, così, a rischio la sicurezza della società.
Le mie conclusioni: sia in America che in Italia, l’applicazione della legge non ha un “ giusto metro di misura “.
Mirella Maria Michienzi
redazione@approdonews.it