Cassazione, Turchia viola diritti umani Bloccate le estradizioni
La Turchia viola i diritti umani e la situazione si è “ulteriormente aggravata”
dopo il tentato colpo di stato di luglio a seguito del quale il governo Turco ha
deciso di sospendere l’applicazione della Convenzione sui diritti umani. Lo ha stabilito
la corte di Cassazione con la sentenza n° 54467 depositata il 21 dicembre. Il caso
riguarda un trafficante di droga che aveva già scontato la condanna di 7 anni in
Germania. che per questi motivi ha deciso di non estradare in Turchia. I supremi
giudici hanno così bloccato il via libera al rimpatrio coatto deciso dalla Corte
d’Appello di Venezia. La Cassazione ha tenuto in considerazione il rapporto di Amnesty
International, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, sulla Turchia nel quale “risultano segnalati casi di tortura e di maltrattamenti
ai danni di detenuti, nonché un eccessivo impiego della forza da parte della polizia”,
fatti riferiti anche da altri rapporti sui diritti umani dal 2008 al 2016. Ciò,
rileva la Cassazione” consente di ritenere che si tratti di una situazione diffusa
e non episodica, di carattere sistemico o comunque generalizzato, che finisce per
determinare gravi violazioni dei diritti umani”. La Suprema Corte, ricorda inoltre
che il resoconto di una delegazione di giuristi e avvocati italiani ha constatato
“un quadro assolutamente preoccupante per il rispetto dei diritti della persona,
circostanza già emersa da tempo in quanto la Turchia ha subito il maggior numero
di condanne in Europa per il mancato rispetto dei diritti umani”. Infine, a supporto
della decisione di bloccare le estradizioni verso la Turchia, la Cassazione ricorda
“le notizie apprese dalla stampa nazionale e internazionale che riferiscono, documentatamente,
di destituzioni e sospensioni dall’incarico di migliaia di magistrati (circa 2700),
situazione talmente preoccupante da aver determinato il Consiglio superiore della
magistratura a sospendere ogni cooperazione con il Consiglio superiore dei giudici
e dei pubblici ministeri della Turchia a causa del marcato rispetto dell’indipendenza
della magistratura di quel Paese”.