Catanzaro, Abramo studia la strategia contro la criminalità La città deve rifiutare la mafia
Un accordo con Prefettura e Confindustria per potenziare il sistema della videosorveglianza ma anche l’istituzione di un assessorato alla Sicurezza e alla Cultura della legalità. Sono due delle proposte lanciate dal sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, durante il consiglio comunale sulla sicurezza in corso a Palazzo De Nobili. Abramo però pensa anche al potenziamento della polizia locale e al coinvolgimento delle associazioni di volontariato per il presidio delle scuole e dei luoghi pubblici ma per prima cosa cita i dati delle Forze dell’Ordine che sembrano, in qualche maniera, voler ridimensionare le grida d’allarme lanciate nelle scorse settimane.
«I dati che vengono dalle Forze dell’Ordine – ha detto Abramo – parlano di una diminuzione del reati nella nostra città – e questo non può che farci piacere – ma questo non significa che Catanzaro, città capoluogo della Calabria, possa considerarsi al riparo da pericoli. Se è vero che il numero dei reati è in diminuzione, non possiamo fare finta di nulla rispetto, ad esempio, alle rivelazioni, molto inquietanti, contenute nell’inchiesta Aemilia, sulle mire che alcuni clan avevano coltivato soprattutto sulle attività commerciali di Catanzaro Lido».
«A differenza di chi intenderebbe, per convenienza o per partito preso, dare a Catanzaro la patente di Città mafiosa – ha concluso Abramo – a me piace invece indicare Catanzaro come città che unitariamente rifiuta la mafia. Questo messaggio lo lanceremo, con un gesto carico di significati, a fine maggio quando intitoleremo parte dei giardini di San Leonardo a Lea Garofalo, la valorosa donna che ha pagato con la vita il coraggio di ribellarsi alle cosche».
In ultimo un appello alla coesione al consiglio comunale: «Se qualche errore di coinvolgimento nelle iniziative è stato commesso in passato, oggi non possiamo più permetterci divisioni. Non ci capirebbero gli imprenditori colpiti, non ci capirebbero i magistrati e gli agenti di polizia, non ci capirebbero soprattutto i cittadini. E la criminalità gioirebbe di questa crepa che colpevolmente noi potremmo aprire nelle difese democratiche della nostra città. Ma sono sicuro che questo non lo permetteremo mai».