Catanzaro: policlinico universitario, Granato favorevole al Pronto soccorso
redazione | Il 22, Gen 2019
«Prendo atto che la maggioranza consiliare del Comune di Catanzaro preme per la realizzazione del Pronto soccorso nel policlinico universitario della città. Finalmente il sindaco Sergio Abramo e i suoi hanno capito, dopo un lungo silenzio e immobilismo, che ciò è necessario. Senza il Pronto soccorso non può esserci adeguata formazione degli studenti di Medicina. È lo scandalo dell’ovvio». Lo afferma, in una nota, la senatrice M5s Bianca Laura Granato, segretaria della commissione Istruzione pubblica e Beni culturali, che aggiunge: «La discussa integrazione tra lo stesso policlinico universitario e l’ospedale pubblico di Catanzaro è soltanto una scusa, un gioco dei vecchi partiti per nascondere l’amara realtà. Il policlinico universitario non fa emergenza-urgenza e per l’assistenza fornita beneficia dal 2002 di un corrispettivo regionale superiore di 10milioni all’anno rispetto a quanto consentito dalle norme vigenti. Se non bastasse, questo avviene con un protocollo d’intesa, tra l’Università di Catanzaro e la Regione Calabria, scaduto dall’anno 2008 e mai rinnovato». «In proposito – continua la senatrice – pende presso la Procura di Catanzaro un esposto della collega parlamentare Dalila Nesci, del Movimento 5stelle. Di là dall’individuazione delle responsabilità penali del caso, c’è un problema politico molto grosso. L’Università di Catanzaro deve cambiare rotta e lavorare sodo, non già fagocitare l’ospedale Pugliese-Ciaccio. Finora il sistema politico ha sostenuto l’Università di Catanzaro per mantenere un andazzo di comodo, che non ha affatto giovato ai calabresi». «La formazione dei nuovi medici – conclude Granato – è essenziale. Pertanto non possiamo più sopportare i balli, la retorica e le menzogne del potere, grazie ai quali le scuole di specializzazione dell’ateneo catanzarese hanno subito gravi danni e i privati hanno tratto vantaggio dalle carenze, volute, del policlinico universitario. Il futuro della struttura non parte dall’integrazione per come concepita, ma da un confronto serio, in primo luogo di coscienza e verità, tra tutte le parti politiche».