Catanzaro, Poste condannate a reintegro lavoratori Slc Cgil Calabria: "Una sentenza storica che dà ragione alle nostre convinzioni"
Con Sentenza n. 1159/2016 pubbl. il 23/06/2016, la Corte d’Appello di Catanzaro – Sezione Lavoro ha condannato Poste Italiane a reintegrare in servizio due lavoratori che avevano impugnato il contratto a tempo determinato che li aveva visti operare da precari presso gli uffici di recapito di Poste Italiane nel 2011.
Il giudice ha ritenuto la nullità del termine apposti ai contratti stipulati con i lavoratori, riconoscendo pertanto ai ricorrenti il contratto di lavoro a tempo indeterminato, e condannando l’azienda a reintegrare in servizio i lavoratori. A distanza di oltre 5 anni dai fatti, dopo un iter giudiziario di oltre 4 anni, che ha visto perdere i lavoratori in primo grado di giudizio, la sentenza della corte di appello conferma le tesi sostenute dai nostri legali di illegittimità di Poste Italiane nell’applicare quella tipologia contrattuale a termine.
Nell’attesa di conoscere le ragioni con cui il giudice motiverà la sentenza, esprimiamo grande soddisfazione per il risultato raggiunto, con due lavoratori che avranno riconosciuto, dopo una battaglia giudiziaria fortemente sostenuta da Slc Cgil, il contratto a tempo indeterminato.
Pur consapevoli del fatto che sicuramente ci sarà da affrontare un terzo grado di giudizio, nell’attesa auguriamo ai due lavoratori buon lavoro, la loro perseveranza e la loro caparbietà, non avendo mollato dopo la sentenza negativa in primo grado, ha permesso il raggiungimento di questo storico risultato.
Un sentito ringraziamento, oltre alle congratulazioni per il risultato ottenuto, va agli avvocati Danilo Colabraro e Mariachiara Paone che hanno creduto in questa battaglia, contribuendo a ridare dignità ed un lavoro stabile a questi lavoratori.
Come Slc Cgil Calabria non possiamo che esultare innanzi una sentenza così importante che permette a dei lavoratori, dopo una lunga ed estenuante procedura giudiziaria, di aver riconosciuto il loro diritto ad un contratto di lavoro stabile. Soprattutto consideriamo estremamente gratificante l’aver riconosciuto l’abuso nell’utilizzo dei contratti a termine che troppo spesso prevaricano l’oggettività della causale di temporaneità. Nella fattispecie i contratti contestati sono stati stipulati dopo la riforma che dal 2006 ha tendenzialmente “liberalizzato” l’utilizzo dei contratti a tempo determinato da parte di poste italiane.
La flessibilità, l’incertezza occupazionale, la precarietà sono caratteristiche peculiari dell’attuale mercato del lavoro, e le parti sociali attraverso la contrattazione provano a limitare gli effetti di questa precarietà indotta. Troppo spesso, però, le norme vengono interpretate e distorte dai datori di lavoro in maniera eccessivamente estensiva, costringendo le parti sociali a rivolgersi alla giustizia per fermarne gli abusi.
Per fortuna capita, come in questo caso, che la giustizia faccia il suo corso ed ai lavoratori venga riconosciuto, un lavoro, un salario, ma soprattutto la propria dignità.